Il vino italiano sarà trasformato in gel disinfettante
“Grillo,Verdicchio,Pignoletto,Primaticcio/Nasco,Vespaiola,Falanghina,Peverella,Orpicchio/Traminer,Torbato,Vernaccia/Incrocio Bruni 54”, questi sono i primi versi di una canzone della cantautrice romana Ilaria Patassini in arte “Pilar” dal titolo emblematico “Autoctono Italiano” con i quali celebra con charme, eleganza e tanto jazz il vino italiano. Ascoltandola non puoi che stappare uno dei tanti ottimi vini italiani e ballare, godendoti anche la musica che è racchiusa in ogni chicco d’uva. Il vino ha, talvolta, il colore del sangue ma ciò non è dovuto al fatto che hai macellato un animale, un bicchiere di vino stordisce ma non ammazza nessuno, un bicchiere di vino ti tiene compagnia, un bicchiere di vino non ti tradisce mai, un bicchiere di vino lo ingolla tanto il clochard quanto il banchiere. Un bicchiere di vino è antico come Gerusalemme ma per lui non sono mai scoppiate guerre se non a letto. Questo per dirvi in breve della grandezza del vino e di quanto in fondo ci renda tristi il fatto che a causa dello stramaledetto covid_19 diventi gel! Mio dio: gel disinfettante! Che affronto! Avrebbero detto Hugo e Dumas all’unisono. Eppure se il cuore dice no, la ragione, quella dei mercati finanziari, dice: sì. Purtroppo 150 milioni di litri di vino italiano diventeranno gel disinfettante o bioetanolo, questo con il via libera alla distillazione di crisi. E’ stato proprio il MiPAAF ad annunciare la notizia sul suo sito e a pubblicare il relativo decreto applicativo che permetterà di liberare spazio nelle cantine per la vendemmia in arrivo. La misura, finanziata dall’Unione Europea, punta a fronteggiare da un lato la carenza di alcol italiano e dall’altro la crisi del settore vitivinicolo dove le vendite sono dimezzate durante il lockdown. In Italia, la distillazione – ricorda Coldiretti – è su base volontaria e riguarda solo i vini comuni, al contrario della Francia, dove sarà possibile trasformare anche quelli a denominazioni di origine come lo champagne. Secondo Coldiretti questa è una prima risposta alla crisi che vede quasi 4 cantine italiane su 10 registrare un deciso calo dell’attività; segnaliamo che quello vitivinicolo è un settore che occupa 1,3 milioni di persone, dalla vigna al bicchiere. Fondamentale in questa crisi è stata la chiusura forzata della ristorazione avvenuta in Italia e all’estero con una forte frenata delle esportazioni dopo il record di 6,4 miliardi di euro nel 2019, il massimo di sempre, pari al 58% del fatturato totale. Colpita soprattutto la vendita di vini di alta qualità che trova un mercato privilegiato di sbocco in alberghi e ristoranti in tutto il mondo. Coldiretti ha proposto, a livello nazionale ed europeo, un piano “salva vigneti” che, oltre alla distillazione volontaria di vini generici, prevede anche la vendemmia verde e riduzione delle rese su almeno 100.000 ettari per una riduzione di almeno altri 300 milioni di litri della produzione sui vini di qualità in modo da evitare un eccesso di offerta. Per far ripartire i consumi la Coldiretti ha inoltre lanciato la campagna #iobevoitaliano. L’Italia con 46 milioni di ettolitri è il principale produttore mondiale con circa il 70% della produzione destinato a vini DOCG, DOC e IGT. Sono 332 i vini a denominazione di origine controllata, 73 i vini a denominazione di origine controllata e garantita, e 118 i vini a indicazione geografica tipica. Il restante 30% si riferisce ai vini da tavola.
a cura di Luigi De Rosa