Criptovalute, prosegue la corsa e la Cina investe su quelle di Stato
Uno strumento che era nato per essere di nicchia, appannaggio esclusivo di pochi appassionati di tecnologie multimediali con conoscenze di un certo tipo. Si parlava di monete virtuali per inviare e ricevere pagamenti in rete, in modo del tutto semplice e garantito lasciando l’anonimato sui dati relativi a chi inviava e riceveva (motivo per il quale si è spesso detto che questo strumento potesse essere rischioso, attirando le attenzioni delle varie criminalità organizzate nel mondo).
Con il passare del tempo le criptovalute sono state sdoganate ed oggi rappresentano molto di più di una semplice moneta virtuale per eseguire transazioni in rete: sono diventate un vero e proprio asset da investimento oltre che una valuta sulla quale molto governi ed alcune banche centrali stanno pensando di investire. Ultima un ordine di tempo, la Cina.
Le principali Criptovalute
In principio fu il Bitcoin, la criptovaluta per eccellenza. Una corsa sfrenata quella che ha riguardato questo moneta al punto che il suo valore è schizzato in alto, negli anni, e chi aveva investito in fase iniziale, acquistando per pochi euro, si era ritrovato tra le mani una vera e propria fortuna.
Sulla scia di quel successo ne erano nate diverse altre, a partire dal Ripple che è oggi la seconda criptovaluta in assoluto per capitalizzazione di mercato al mondo (fermo restando che le quotazioni cambiano giorno dopo giorno) per proseguire poi con l’Ethereum.
Ma il discorso si è andato poi ad ampliare e si è parlato, negli ultimi tempi, di una moneta virtuale lanciata da Facebook (Libra) e di altre che sono al vaglio oggi i alcuni paesi tra i più importanti al mondo oltre che di alcune banche centrali.
Lo sdoganamento delle Criptovalute
In sostanza dopo una fase iniziale nella quale si è cercato di contrastare queste monete virtuali, si sta assistendo oggi ad una sorta di sdoganamento delle criptovalute. Nelle ultime settimane si è registrato l’annuncio ufficiale del lancio di una moneta digitale da parte della Banca centrale cinese: sarà la People’s Bank of China (Pboc) ad emettere una moneta chiamata Dcep (digital currency electronic payment), sviluppata grazie alla tecnologia blockchain dopo uno studio durato 5-6 anni.
Come risposta è arrivato uno squillo di tromba da parte della Unione Europea, che secondo molti rumours starebbe valutando l’ipotesi di emettere una valuta digitale pubblica proprio per contrastare l’eventuale ascesa di Libra (criptovaluta di Facebook) e di Dcep in Cina.
Segno evidente di quanto il tema sia caldo, molto attuale e di come ormai tutti, anche le autorità competenti in materia, si siano rese conto della sua attualità oltre che dell’importanza.