Sorrento violenta, lo chef che malmena il conducente di un bus
Egregio Direttore, nei giorni scorsi abbiamo saputo e letto dell’aggressione subita da un lavoratore alberghiero da parte di quello che, prima che scattasse un’inspiegabile censura, è stato definito un noto chef di Sorrento. Per quello che se ne sa quanto accaduto è gravissimo sotto tutti i punti di vista. Quello che invece non si riesce proprio a comprendere è come sia possibile che di questa vicenda nessuno ne parla più, come se fosse stato impartito un ordine di rimozione dell’accaduto! Perchè è stata e viene tutelata l’identità dell’aggressore di Aniello Durante il quale è la vittima di questo assurdo episodio di violenza come lo dimostra anche la foto mentre sostava al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sorrento mostrando evidenti le ferite causategli dall’aggressione? In che condizioni versa? L’episodio sembra non interessare a nessuno, mentre tutto quello che è accaduto è davvero molto grave. Per questo abbiamo pensato di rivolgerci al suo giornale per cercare di capirci qualcosa di più. Grazie“.
Con questa abbiamo sintentizzato le diverse mail e richieste di informazioni giunte in Redazione su questo episodio di cronaca e visto che il nostro settimanale tornerà in edicola solo l’ultimo mercoledì di agosto, aggiorniamo la situazione sul nostro sito che è sempre attivo.
Innanzitutto ricostruiamo l’accaduto sulla base di quanto riferito dai testimoni e accertato dalle autorità di polizia intervenute e che hanno denunciato l’aggressore stante la gravità delle lesioni inferte al Durante che, allo stato, è ricoverato al Policlinico di Napoli per sottoporsi a un intervento chirugico per la riduzione delle numerose e gravi fratture riportate.
L’AGGRESSIONE
L’aggressione è avvenuta il 5 agosto 2015, all’incirca verso le 15.30, in località Nastro Verde a Sorrento nei presso dell’Hotel Johanna Park. L’aggressore A.E. a bordo del suo ciclomotore è stato sorpassato dal pulmino condotto da Durante con una manovra definita azzardata e pericolosa da A.E. che, spaventato, ha inseguito il pulmino fino alla destinazione. Secondo A.E. Durante l’avrebbe sbeffeggiato e colpito con una testata, da qui la sua reazione che è stata di un’inaudita violenza visto il referto medico dell’Ospedale di Sorrento e del Policlinico di Napoli dove Durante è stato trasferito per assicurargli le prestazioni chirurgiche specialistiche. All’aggressione hanno assistito numerosi testimoni ivi inclusi i proprietari dell’Hotel, uno dei quali è intervenuto per fermare A.E. e scongiurare il peggio. Allertati dai presenti, sono giunti sul posto gli agenti della Polizia di Stato di Sorrento che, acceratata l’identità di A.E. lo contravvenzionavano per la mancata revisione del suo motociclo, mentre Durante veniva trasferito al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Sorrento all’incirca verso le 17. Lì Durante ha dichiarato di essere rimasto vittima dell’aggressione da parte di una persona a lui non nota, ma la cui identità è stata però accertata, oltre che dai testimoni, anche delle forze dell’ordine che in un primo momento si sono limitati a questi accertamenti. Successivamente alla prognosi del Policlinico si è proceduto all’identificazione di A.E. presso il Commissariato in considerazione del referto medico che ha certificato numerosi e gravi lesioni alla testa e alla faccia di Durante, tanto che questi è stato sottoposto a intervento chirurgico per la riduzione delle fratture.
TESTIMONIANZE E CONSIDERAZIONI
I testimoni hanno riferito di aver assistito a un’aggressione di inaudita violenza da parte di A.E. al punto che qualcuno ha anche rappresentato l’opportunità di procedere ad accertamenti sul suo stato psico-fisico, cosa che però non è avvenuta almeno in questa fase.
Ora l’identità dell’aggressore appare come il classico segreto di pulcinella, ma la stessa non è stata ancora formalmente divulgata dagli inquirenti che, evidentemente, ne avranno sin qui avuto valida ragione. E’ chiaro che la notorietà, o presunta tale, di A.E. ha giocato e gioca un ruolo nell’accaduto giustificandosi così la riottosità a confermarne l’identità e la rinuncia da parte della stampa ad approfondire il caso. Certo è che vicende come queste non possono essere cancellate dalle cronache e confinate nell’anonimato se non al prezzo di pregiudicare la qualità del lavoro giornalistico. Nello stesso tempo è inconcepibile dare più garanzie e tutele a chi ha commesso un reato che non alla vittima dello stesso.
Per onestà va detto che, nell’immediatezza dell’accaduto, Positanonews aveva pubblicato il nome dell’aggressore. Dopo neanche mezz’ora però l’ha cancellato, forse proprio dietro minaccia di querela. Questo modo di fare, che sempre più spesso i responsabili di vari reati adottano con l’intento di preservare la propria identità, sta seriamente compromettendo la qualità dell’informazione pregiudicando la credibilità stessa dei giornalisti. Qualche rischio, però, è necessario correrlo se si vuole servire il pubblico e non limitarsi a racconti generici che, con tutto il rispetto per tutti, alla fine lasciano il tempo che trovano risultando decontestualizzati.
Nel caso che stiamo considerando proprio la notorietà dell’aggressore dovrebbe consigliargli un pubblico “mea culpa” e un “atto riparatorio” che, al di là delle implicazioni giudiziarie sicuramente inevitabili, possono restituire umanità, misura e onore ai protagonisti di questa brutta storia di violenza urbana.