Declassamento S&P, per Unimpresa servono nuove agenzie

Paolo Longobardi Unimpresa

ROMA –  “Le agenzie hanno spesso avuto un ruolo di amplificazione delle pressioni di mercato. Più che i criteri di determinazione del rating, la cui trasparenza come detto va peraltro incrementata, va regolata la tempistica di diffusione dei giudizi, nonché stimolata la costituzione di nuove agenzie, anche di carattere sovranazionale”. Ne è convinto Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, che interviene all’indomani della notizia che la S&P ha inserito Italia e Spagna tra i Paesi “più vulnerabili” a rischi sistemici con un “immediato peggioramento” della situazione economica. “E questo nonostante l’agenzia di rating abbia riconosciuto che il nostro Paese non abbia avuto problemi a collocare i bond la scorsa settimana ha precisato che “i rischi di finanziamento sono ancora molto presenti – spiega Longobardi – Una maggiore concorrenzialità appare una condizione utile ad evitare un’eccessiva concentrazione presso poche agenzie del giudizio riguardante il merito di credito di un paese, con effetti probabilmente meno dirompenti derivanti dalla modifica del rating di una singola agenzia”. Il Paese retrocede in serie B (anzi in BBB) per la prima volta nella sua storia, aggiunge il presidente di Unimpresa e dalla classe “A”, che indica “solida capacità di ripagare il debito, che potrebbe essere influenzata da circostanze avverse” si cambia lettera: BBB+ significa “adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare”. “Il cambio d’accento, e di pericolo, è chiaro – prosegue il leader di Unimpresa – Anche se, a guardare bene, S&P non è poi così severa. Se infatti l’economia e le finanze italiane sono giudicate a rischio, l’agenzia di rating sembra anzi arrivare addirittura in soccorso del governo quando avverte che un ulteriore taglio sarà possibile se, per l’opposizione di lobby e interessi particolari, non verranno implementate le giuste e ambiziose riforme che il governo ha annunciato con la Fase 2”. A detta di Unimpresa, questo secondo declassamento dell’Italia, impone qualche ulteriore riflessione. “Nonostante i mercati finanziari abbiano avuto il paradossale “pregio” di aver accelerato in Italia riforme che altrimenti avrebbero impiegato diversi anni per essere realizzate, l’esperienza recente ha dimostrato la necessità di una maggiore regolamentazione e trasparenza delle agenzie di rating – conclude Longobardi – Sono dell’idea che condizione essenziale per una corretta valutazione del merito di credito resti l’indipendenza dagli interessi privati e dalle autorità pubbliche. Qualche perplessità sulle ultime severe decisioni, pertanto, mi sembra più che lecita”.

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