Il Sen. Lauro al Presidente Monti: pubblichi le dichiarazioni dei Ministri
ROMA – “Cosa impedisce al presidente Monti di rendere pubbliche le dichiarazioni fiscali e patrimoniali del membri del suo governo? Bastava un solo giorno. La questione della trasparenza, al fine di prevenire conflitti di interessi, costituisce una regola fondamentale delle democrazie occidentali. Lo è a maggior ragione, per questo governo, emergenziale ed atipico, del quale fanno parte, in posizioni strategiche per le scelte da operare, componenti, che hanno ricoperto ruoli di spicco in settori economicamente rilevanti, come le banche e le grandi aziende pubbliche e private. Ad oggi, nonostante precise richieste da me avanzate, in tal senso, con atto di sindacato parlamentare del 29 novembre 2011, e nonostante le generiche rassicurazioni fornite in sede parlamentare dello stesso presidente Monti, nessuna operazione di trasparenza è stata portata a compimento, con la pubblicazione, anche volontaria, sul sito web del governo, delle dichiarazioni fiscali e patrimoniali di tutti i membri del governo e dei loro stretti familiari e conviventi, a partire almeno dall’anno fiscale 2008, nonchè di tutti i rapporti professionali intrattenuti in passato, anche quelli di recente interrotti, delle relazioni e dei collegamenti con il mondo finanziario, delle imprese e della comunicazione.” Lo ha dichiarato stamane, al Senato, il sen. Raffaele Lauro, membro della commissione affari costituzionali, preannunziando una nuova e più dettagliata interrogazione urgente al Presidente del Consiglio sui potenziali conflitti di interesse di alcuni Ministri, Viceministri e Sottosegretari. “Non si tratta di questione secondaria o rinviabile, ma preliminare, che avrebbe dovuto assumere ogni precedenza, anche per il rispetto dovuto ai pesanti sacrifici imposti ai cittadini con le misure anticrisi e agli appelli del Capo dello Stato. Da sostenitore leale di questo governo – ha concluso Lauro – rinnovo l’invito al Presidente del Consiglio a provvedere, ad horas, e comunque prima della ripresa dei lavori parlamentari, anche per fugare la sensazione, di certo infondata, ma ormai largamente diffusa nell’opinione pubblica, che questo inspiegabile ritardo sia motivato da opacità non confessabili e dall’esigenza di alcuni ministri di sistemare decentemente alcune partite pregresse, prima della resa pubblica dei documenti.”