Cattolici in Movimento: l’Italia attiva e responsabile del volontariato

ROMA – In questi giorni che hanno visto l’opinione pubblica e l’agone politico dimenarsi tra stucchevoli polemiche tese a rivendicare in capo a questa e a quella parte sociale il titolo di migliore o peggiore espressione dell’Italia, torna ad alzare la voce l’Associazione “Cattolici in Movimento”, con sede centrale a Roma e numerosi coordinamenti territoriali lungo lo Stivale, che ormai si rivela realtà sempre più innestata nel dibattito pubblico del nostro Paese. Nell’approssimarsi di un nuovo momento di riflessione pubblica in Campania che vedrà i Cattolici in Movimento protagonisti a metà luglio presso l’Antica Badìa di Cava dei Tirreni, il Presidente Luigi Cerciello esorta ad una radicata e generale presa di coscienza della più grande risorsa nazionale, il volontariato, rivendicandone l’inestimabile ruolo civile: “Quella delle tante organizzazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio è l’immagine dell’Italia attiva e responsabile che si ispira all’etica pubblica centrata sulla solidarietà, sulla collaborazione concreta e sul dialogo. Eppure siamo così assuefatti, ormai, all’operosità senza clamori dei volontari che rifuggiamo quasi sempre dal bisogno di riconoscerne e sottolinearne pubblicamente i meriti e l’alta funzione sociale”.
Non v’è dubbio, viviamo un’epoca disgregante” – rimarca Cerciello – “in cui le piazze e le strade diventano i tendenziali megafoni delle nuove povertà, del reiterato disagio popolare e dei nuovi bisogni che il moderno sistema economico non solo non fronteggia ma, anzi, sovente alimenta. Tuttavia, occorre evidenziare con forza la realtà che più di ogni altra riesce a riempire i vuoti sociali che la burocrazia spesso non è capace di colmare, anticipando o talora addirittura sostituendo lo Stato nell’arginare l’affanno generale causato dalle tante difficoltà legate all’attuale recessione. Il mio pensiero corre a coloro, tantissimi, che, sottraendosi a quel rituale del guadagno che oggi sembra dominare le relazioni umane, scelgono di sacrificarsi per gli altri, dedicando tempo ed energie ai soggetti più svantaggiati. E’ questa l’Italia migliore. E’ l’Italia delle gente che anima le retrovie, dove al culto della ribalta e degli slogan si preferisce la cultura del fare per il prossimo!”.

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