Per Napoli meglio un commissariamento di 5 anni che un nuovo sindaco
Pd e centro sinistra nel caos dopo il rifiuto del Magistrato Raffaele Cantone di accettare la candidatura a sindaco di Napoli quando ormai manca un mese circa alla presentazione delle liste. Alla convention del PD sui 150 anni dell’Unità d’Italia Cantone ha declinato l’invito adducendo una più che valida motivazione: faccio bene il mio lavoro, non è detto che possa fare altrettanto quello di sindaco. In questa considerazione c’è molto di più di quello che Cantone ha dichiarato perchè a Napoli, ma anche ne resto d’Italia, la politica dev’essere completamente rinnovata in quanto i protagonisti sul campo sono il peggio che il mercato oggi può offrire. Con poche differenze, su tutti i fronti, per cui l’eccezione conferma la regola! Malaffare e malapolitica ormai hanno pervaso le istituzioni contaminando anche quelle espressioni che erano state mutuate dalla cosiddetta società civile per bonificare un ambiente politico già da anni colluso con il crimine organizzato e interessato più a brigare e a fare business a spese collettive che a governare la cosa pubblica. A un uomo come Cantone tutto ciò non poteva sfuggire e non è sfuggito: diventare ostaggio di questo ceto politico resistente a farsi da parte, a morire avrebbe compromesso gravemente l’immagine del magistrato, il suo ufficio, l’uomo e la sua professione, alimentando solo le accuse di chi pensa a una politica perennemente condizionata dalla magistratura. Invece noi vogliamo una magistratura costantemente attenta a perseguire quella malapolitica che purtroppo ha assunto la fisionomia di un vero e proprio sistema a volte addirittura in competizione con il crimine organizzato. Alla fine non sappiamo più dove inizia l’uno e finisce l’altro, o viceversa. Lo scandalo delle primarie del PD sono la prova della morte della politica del centro-sinsitra bassoliniano che per vent’anni ha illuso i napoletani e la Campania che si voltava pagina rispetto agli anni del pentapartito e delle corruttele democristiano-socialiste supportate dai soliti partiti minori. Nel centro-destra, in Campania saldamente in mano a uomini come Nicola Cosentino, Mario Landolfi, Luigi Cesaro che cosa si vuole esca fuori di buono e di utile per una Napoli da ricostruire? La candidatura della ministra Mara Carfagna, si dice sponsorizzata dal Premier Berlusconi, è senza senso se non vengono decapitati i vertici del PDL campano e i loro variegati entourage. E la Carfagna che titoli e capacità ha per governare Napoli con le sue, chiamamole, complessità? E con quali uomini? Forse per Napoli ci vorrebbe una commissariamento lungo 5 anni per debellare un ceto politico che ne ha mortificato, forse senza vie d’uscite, l’essenza e la sostanza di città europea capitale del Mediterraneo.