Salvini, il PM chiede 6 anni di carcere per la vicenda Open Arms

La richiesta di condannare Matteo Salvini, ministro e vice premier del governo-Meloni, a sei anni  di reclusione per la vicenda dell’Open Arms, la Ong con a bordo 147 immigrati cui fu impedito lo sbarco a Lampedusa (2019) per “difendere i confini italiani”, ha scatenato le convulse reazioni del centro-destra e della stampa affiliata. Si tratta di un processo politico, Marzia Sabella Procuratore Aggiunto ha costruito l’accusa su un pregiudizio di natura politica contro le linee del Governo che il Ministro Salvini, all’epoca alla guida del dicastero degli Affari Interni, avrebbe invece interpretato correttamente: così è stata commentata la richiesta del Pm. Addirittura Maurizio Belpietro su “La Verità” accusa la Magistratura di non aver indagato l’ex presidente Giuseppe Conte reo, a suo dire, di aver attuato un vero e proprio sequestro di persona all’epoca del Covid quando furono adottate le regole restrittive per scongiurare il diffondersi della pandemia.

Insomma la solita storia e la solita avversione nei confronti della Magistratura calpestata da un ceto di governo costantemente e spregiudicatamente alla ricerca dell’impunità per i colletti bianchi e che annovera nelle sue file ormai decine di indagati e inquisiti a tutti i livelli. Salvini, forte dell’immunità parlamentare, qualora dovesse essere condannato a qualunque pena in primo grado non sconterà mai un solo giorno di galera e così fino all’ultimo grado di giudizio. Pesa però sul piano politico una sentenza che lo renderebbe incompatibile con l’esercizio ministeriale e finanche di capo della Lega, circostanza che terrorizza Salvini che ha provveduto a rinviare sine die la celebrazione del congresso proprio per scongiurare l’eventualità che una condanna possa accelerare la sua uscita di scena. Di questo ceto politico che guida il paese si salvano davvero in pochi e non si sa fino a quando! C’è bisogno di recuperare un pizzico di legalità e di sensibilità istituzionale che sembrano totalmente estranei alla cultura di questo governo. Definire la decisione di Salvini sull’Open Arms alla stregua della difesa dei confini nazionali è un obbrobrio politico che non si può ascoltare e che merita la reprimenda giudiziaria senza se e senza ma!

La replica dell’Associazione Nazionale Magistrati alle dichiarazioni del mondo politico e in particolare del Governo: “Sono state rivolte nei confronti di rappresentanti dello Stato nella Pubblica Accusa insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di Governo.
Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferenti alle regole che disciplinano il processo, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e che costituiscono indebite forme di pressione sui magistrati giudicanti. (…)
La piena uguaglianza di tutti di fronte alla legge è l’autentica essenza della democrazia, a prescindere dalla carica e dal rilievo politico. Ai colleghi della procura si ribadisce, pertanto, tutta la nostra solidarietà”.

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