Italian Maritime Economy: SRM presenta il Rapporto 2023
Previsioni positive per il commercio marittimo globale previsto in aumento dell’1,8% nel 2023 per 12,2 miliardi di tonnellate movimentate con un trend in crescita del 3,1% al 2024 e un valore pari a circa il 12% del PIL globale.
E’ quanto emerge dal 10° Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” redatto a cura di SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e presentato a cura di Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, e Alessandro Panaro, Responsabile Maritime & Energy SRM al Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli, con gli interventi ai lavori del Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, in video, ed a seguire, fra gli altri, del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e del Presidente di SRM, Paolo Scudieri.
“Il Rapporto sull’Economia Marittima di SRM – afferma, il Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro – è un punto di riferimento per gli operatori, poiché l’economia marittima è un importante settore di analisi e un ottimo angolo visuale per comprendere le dinamiche globali: la Via della Seta cinese, il Raddoppio del Canale di Suez, l’allargamento di Panama. Così come le sfide della rotta Artica, la forte crescita del Mediterraneo, il mutato ruolo dei porti, sempre più hub energetici oltre che logistici. Le tematiche presentate oggi rivestono un ruolo fondamentale per il futuro del nostro Paese e dell’Europa, così come per i nuovi assetti di una manifattura alle prese con forme di riorganizzazione logistica delle catene del valore, bisognose di una capacità di analisi ad altissimo livello di specializzazione, come quella garantita da un Gruppo come il nostro”.
Il X Rapporto vede l’Asia confermarsi protagonista. Ai primi 20 porti container mondiali, che nel 2022 hanno movimentato 383 milioni di TEU (44% del totale mondiale) 8 sono cinesi e altri 6 asiatici. I noli sono tornati quasi in linea con i valori pre-pandemia. Lo Shanghai Containerized Freight Index (SCFI), dopo aver sfondato il picco storico dei 5.000 punti a gennaio 2022, è sceso sotto quota 1.000 a giugno 2023.
Dal Rapporto SRM, fra i settori performanti, figura in pieno rilancio il settore delle navi Car Carrier (proxy del mercato automotive) con il commercio mondiale di autoveicoli via mare previsto in crescita dell’8% nel 2023 (+3% sul 2019), mentre le Car carrier ordinate nel 2022 sono 90 contro le 38 del 2021.
“Il Rapporto di quest’anno – spiega il Direttore Generale SRM, Massimo Deandreis – riporta analisi e numeri di lungo periodo sui porti, lo shipping e la logistica, comparti che stanno guidando l’economia mondiale, europea e del Paese, lo testimoniano due numeri su tutti: le imprese italiane esportano ed importano con le navi il 40% delle loro produzioni, il valore aggiunto dell’economia marittima nel nostro Paese supera i 50 miliardi di euro. Un settore che nel Sud trova un’espressione di eccellenza nei settori portuale e armatoriale. Le nuove sfide della sostenibilità della digitalizzazione e dei carburanti alternativi avanzano in modo impetuoso e dobbiamo farci trovare pronti per mantenere ed accrescere la nostra competitività. Necessario altresì dare alle ZES piena operatività attirando investimenti anche dall’estero che potranno dare ulteriore linfa al nostro sistema marittimo”.
Per Il segmento container i primi 10 top carrier del mondo hanno una quota di mercato dell’84% (nel 2012 tale quota era pari al 64%); i primi 4 controllano più della metà della capacità di trasporto globale di container: 58%. Prosegue, inoltre, la corsa al gigantismo navale: la flotta di containership di dimensioni superiori ai 15mila TEU, viene stimata in aumento del 26%, del 22% e del 12% rispettivamente nel 2023, 2024 e 2025.
Cresce, altresì, la regionalizzazione delle rotte dello shipping. La tendenza è confermata dall’aumento nel primo semestre del 2023, delle rotte intraregionali del 5,6% in confronto allo stesso periodo del 2022, rispetto alla riduzione delle rotte deep-sea Est-West del 3%.
Sempre più centrale il Mediterraneo con la spinta di Suez. Oltre 23.400 navi transitate nel 2022, ed entrate per l’Egitto pari a 8 miliardi di dollari (+ 25% rispetto al 2021). Suez è anche un importante chokepoint nel commercio alimentare: vi transitano il 14,6% delle importazioni mondiali di cereali e il 14,5% delle importazioni mondiali di fertilizzanti.
Nella propulsione avanzano gli Alternative Fuels. Il 47,7% di tutti gli ordini nei cantieri (in termini di stazza GT) a luglio 2023 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7%).
Le navi GNL rappresentano il 39%; quelle a metanolo il 5,4%. Sempre più spinta anche la Digitalizzazione. Il mercato globale della digitalizzazione marittima è stato stimato in 157,4 miliardi di dollari nel 2021 e si prevede che raggiungerà i 423,4 miliardi di dollari entro il 2031, con una crescita del 10,7% dal 2022 al 2031. In questo contesto i porti italiani guidano il Paese verso i mercati internazionali. In Italia circa il 40% degli scambi di import-export avviene via mare per 377 miliardi di euro a fine 2022 con un aumento del 66% nel decennio.
Eccellenza italiana è il Ro-Ro. Il settore è stato durante gli ultimi anni il settore più resiliente e dinamico. A partire dal 2013 è cresciuto di circa il 55% (contro una crescita del totale delle merci di circa il 7%). La transizione verso fonti rinnovabili in atto prefigura l’affermarsi dei Porti come HUB Energetici. La spinta verso la transizione ecologica e l’utilizzo di fonti alternative, contribuirà in futuro a ridurre la domanda di prodotti petroliferi a vantaggio di forme green.
In tal senso il Rapporto Italian Maritime Economy di SRM, anticipa che per il nostro paese, molte delle iniziative devono tener conto dell’attività dei porti che possono diventare dei veri e propri “hub energetici” per lo stoccaggio e/o produzione di GNL, biocarburanti, idrogeno. Si stimano 5 anni per fare dell’Italia il ponte Mediterraneo del gas attraverso 7 rigassificatori in prossimità dei porti e 5 gasdotti da sud volti a far transitare circa 50 miliardi di metri cubi di GNL e fino a 90 miliardi di gas (a pieno regime) per un totale di 140 mld.
Il Mezzogiorno e il Mare si affermano elementi indissolubili con un contributo al traffico merci pari al 46% del totale Italia pari a 226milioni di tonnellate. L’import-export via mare del Mezzogiorno sul totale del traffico dell’area è pari al 69% contro una quota quasi del 40% dell’Italia. Nel 2022 ha raggiunto 84,4 miliardi di euro con un balzo del 41% sull’anno precedente; si tratta di una performance anche superiore all’Italia (37,6%).
I porti del Mezzogiorno giocano un ruolo chiave sul comparto “Energy” (petrolio greggio e raffinato).
Rappresentano il 48% dei rifornimenti e delle esportazioni petrolifere via mare del Paese essendo il terminale di importanti pipeline dal Nord Africa e dall’Asia.
Ro-Ro traina la crescita del Sud. Il Sud ha una presenza importante del settore Ro-Ro e delle Autostrade del mare (incide nel 2022 per il 51% sul totale Italia), comparto che ha svolto e sta svolgendo un ruolo chiave per lo sviluppo del territorio in quanto mezzo di trasmissione di un trade di prossimità e trasporto di veicoli pesanti sottratti alla strada.