Gelsibachicoltura, torna a Caserta un’antica arte legata ai Borboni
Grazie a un’iniziativa di giovani agricoltori legati alla Coldiretti, a Caserta torna l’allevamento dei bachi e la coltivazione del gelso che in epoca borbonica fecero di questa provincia campana un punto di riferimento mondiale per tutto il comparto tessile legato ai setifici. Fin dai tempi di Plinio il Vecchio il filo del bombyx mori era conosciuto, lui lo definiva la lana delle foreste raccontando della peluria di alberi sconosciuti ma fu Ferdinando IV di Borbone a portare la lavorazione della seta a Caserta inaugurando la Real Colonia Serica di San Leucio.
Dunque torna in Terra di Lavoro la coltivazione delle piante di gelso, non solo per la produzione della seta ma anche per quella delle more di gelso per fini alimentari. Il corso è gratuito ed è destinato a titolari, dipendenti e coadiuvanti d’imprese agricole con sede legale a Caserta e provincia, possono partecipare anche operatori agricoli e forestali dipendenti di enti gestori del territorio pubblici e privati, il termine ultimo per l’iscrizione e venerdì 4 giugno alle ore 15.
Il programma del corso di gelsibachicoltura, curato da PSR Innovazione Campania, prevede i seguenti argomenti: organizzazione della filiera corta e reti d’impresa, tracciabilità e certificazioni, tecniche di allevamento e trasformazione dei prodotti, tecniche di coltivazione e di potatura utilizzate nel gelseto, caso studio: la bachigelsicoltura, esempio virtuoso di filiera corta, strategie e politiche di marketing. Tra i docenti vi saranno esperti di bachicoltura del Crea di Padova. Infine è prevista una visita guidata al Real Sito di Carditello, dove la fondazione omonima ha avviato il progetto “Mille gelsi per Carditello”, cui partecipa Coldiretti Caserta, con un protocollo d’intesa, insieme a Club per l’Unesco di Caserta e Rete San Leucio Silk.