Le Pro Loco sono un motore economico delle comunità italiane
ROMA – Incremento del turismo locale, rivitalizzazione dei borghi interni alle prese con il tragico fenomeno dello spopolamento, promozione delle eccellenze enogastronomiche, supporto all’economia locale, tutela del patrimonio culturale immateriale e socialità. Le Pro Loco sono un motore economico per le comunità italiane, ritenute importanti da più di 9 italiani su 10 nella promozione del territorio e nella conservazione delle tradizioni locali, secondo un’indagine del CENSIS condotta nel 2024 per UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco. In Italia sono oltre 6400 le Pro Loco rappresentate dall’UNPLI, coinvolgono una rete di più di 500 mila persone impegnate nell’organizzazione e promozione di attività, servizi ed eventi per la comunità, per un totale di 25 milioni di ore di volontariato l’anno. Associazioni che hanno resistito alla pandemia arrivando addirittura a crescere di 100 unità negli ultimi 4 anni.
Di questi risultati e del grande lavoro fatto per la tutela del patrimonio si discuterà sabato 16 e domenica 17 novembre durante l’assemblea dell’UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco Italiana – che si terrà a Roma all’Ergife Palace Hotel.
“Un appuntamento che ha l’obiettivo di affermare il ruolo strategico delle Pro Loco per il territorio italiano e rinnovare gli organi dell’Associazione – spiega il presidente UNPLI, Antonino La Spina – L’ Assemblea sarà un’importante occasione di confronto con le istituzioni su temi centrali per il terzo settore, per il turismo, le comunità e il patrimonio culturale immateriale del Paese. Un momento per chiedere maggiore attenzione alle istituzioni perché dei circa 3-4 mld di euro generati dal nostro mondo, il 70% è frutto della nostra organizzazione e quindi di iniziative autofinanziate, il restante 30% arriva dal pubblico, questo significa che con il nostro lavoro riusciamo a dare una mano molto forte alle comunità“.
Il ruolo delle Pro Loco secondo i dati del Censis
Il ruolo delle Pro Loco ancora oggi ampliamente riconosciuto. Secondo l’indagine Censis svolta quest’anno per conto dell’Unpli, più di 9 italiani su 10 ritengono molto o abbastanza importante il ruolo delle Pro Loco nella promozione del territorio e nella conservazione delle tradizioni locali, percezione condivisa in modo trasversale a gruppi sociali e territori. Quasi il 60% delle persone dichiara di aver partecipato almeno una volta a un evento Pro Loco nel 2023. Di queste, il 43,5% afferma di aver partecipato a eventi organizzati da Pro Loco durante i propri viaggi.
Dall’indagine Censis risulta che, nel 2023, il 22,6% delle Pro Loco ha registrato più di 5.000 partecipazioni alle attività e gli eventi organizzati durante l’intero anno, con un picco eccezionale raggiunto con 200.000 partecipazioni dichiarate da una Pro Loco. Il 41,4% stima che l’andamento del numero di partecipazioni ai propri eventi sia tornato uguale rispetto agli anni prima del Covid, e il 37,3% afferma che sono aumentati. Il 90,9% ha utilizzato principalmente i Social Media come forma principale di comunicazione per promuovere le proprie iniziative, marcando l’adattabilità delle Pro Loco alle nuove forme di comunicazione.
Le principali attività delle Pro Loco
Pur essendo le sagre una delle attività principali gestite dal 91% delle Pro Loco, una recente ricerca condotta dal Centro Studi Sintesi CGIA di Mestre evidenzia come queste organizzazioni si distinguano per una varietà di iniziative che spaziano dagli eventi musicali 80%, religiosi 57%, gestione di uffici turistici a quella di musei 46%, siti storici e ambientali 29%, attività di salvaguardia ambientale 46%, fino alla promozione di eventi e incontri formativi e culturali 40%.
Oltre l’80% delle associazioni è attivamente coinvolto nella valorizzazione di prodotti enogastronomici tipici, come quelli a marchio DOP, IGP, DOC e DOCG, segno di un forte impegno nella promozione delle eccellenze del territorio. Non meno importante è la tutela del patrimonio storico e ambientale, con circa il 70% delle Pro Loco che gestiscono iniziative legate a parchi naturali e siti di interesse culturale.
Promotori di un turismo sostenibile, inclusivo e accessibile
Le Pro Loco sono anche protagoniste nel sostegno al turismo sostenibile, spesso lontano dai flussi di overtourism. Secondo la ricerca del Centro Studi Sintesi CGIA di Mestre ben l’87% delle associazioni operano in territori non massificati dal turismo di massa, contribuendo a stimolare l’economia locale attraverso eventi che attraggono non solo i residenti, ma anche turisti provenienti da altre regioni o dall’estero. La partecipazione a questi eventi è infatti in crescita, con un 16% di visitatori che arriva da fuori regione.
In questo contesto, le Pro Loco abbracciano anche la filosofia dello slow tourism, con eventi che favoriscono un turismo più lento e accessibile, particolarmente adatto a un pubblico adulto e anziano. La ricerca del Centro Studi Sintesi CGIA di Mestre sottolinea come le Pro Loco prestino grande attenzione all’accessibilità, con il 94% che valuta la fruibilità degli spazi per le persone con disabilità, e l’87% che adotta misure per favorire la mobilità di chi usa ausili come carrozzine o deambulatori. Inoltre, l’inclusività non si limita alla fruizione degli eventi, ma si estende anche alla partecipazione attiva, con numerosi volontari con disabilità coinvolti nelle attività.
Il ruolo del volontariato
Le Pro Loco si sostengono principalmente grazie all’attività dei volontari, un elemento centrale per il loro funzionamento. In particolare, molti anziani contribuiscono a mantenere vive le tradizioni locali, promuovendo uno scambio intergenerazionale che arricchisce non solo le attività organizzate, ma anche la trasmissione del patrimonio immateriale. Le associazioni che gestiscono eventi religiosi o sagre, ad esempio, si avvalgono in larga parte di volontari con oltre 65 anni, confermando l’importanza di queste figure nel mantenimento della tradizione e della cultura locale.
Persone che prestano il loro tempo per promuovere il proprio territorio, investono le proprie energie e trovano le risorse per rendere vivi i luoghi nei quali operano e soprattutto per frenare la piaga dello spopolamento dei piccoli centri urbani.
L’UNPLI è, inoltre, iscritta all’Albo nazionale del Servizio Civile Universale e offre la possibilità a giovani, dai 18 ai 28 anni, di prestare servizio presso le sedi di Pro Loco dislocate in tutta Italia. Negli ultimi 20 anni l’Unpli ha formato oltre 30.000 ragazzi, che hanno svolto e svolgono progetti inerenti alla promozione dei territori, della salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, della tutela del paesaggio e delle tipicità regionali. Un’attività che garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, un’occasione di crescita personale, un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese.
Autofinanziamento e sostenibilità economica
Infine, va sottolineato che le Pro Loco coprono oltre la metà dei costi attraverso l’autofinanziamento (54%), il restante con contributi privati (19%) e pubblici (27%). Questo modello di sostenibilità economica conferma la capacità di queste organizzazioni di operare in modo indipendente, garantendo continuità alle attività e rispondendo con agilità alle necessità dei territori. In sintesi, le Pro Loco si confermano come protagoniste nell’ecosistema culturale e turistico italiano, grazie alla loro capacità di promuovere le tradizioni locali, valorizzare il patrimonio, sostenere il turismo sostenibile e inclusivo, e rispondere con impegno e passione alle esigenze delle comunità locali.
L’impatto economico delle sagre
Gli eventi organizzati dalle Pro Loco ogni anno sono circa 110 mila in tutta Italia, attraggono 88 milioni di partecipanti di cui 76,5 milioni provengono dalla regione, 9,7 milioni dal resto d’Italia e 1,8 milioni dall’estero, il 24% sono anziani, 45% famiglie e 31% sono giovani. Di queste manifestazioni 20 mila sono sagre per una spesa complessiva di 700 milioni di euro sostenuta dalle Pro Loco con la collaborazione di amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato, culturali, sportive, religiose, consorzi di tutela di prodotti locali, un indotto di 2,1 miliardi di euro, 10.500 occupati e più di 300.000 volontari.
L’impatto economico delle sagre è significativo e può manifestarsi in vari modi: incremento del turismo, sviluppo delle attività locali, promozione dei prodotti tipici, investimenti in infrastrutture, sviluppo di nuovi servizi, rafforzamento della comunità e ciclo virtuoso di reinvestimento. Per incentivare la crescita e il potenziamento di queste iniziative, Unpli dal 2018 assegna annualmente il bollino di Sagra di Qualità alle più meritevoli, e dallo scorso anno anche il marchio Eventi di Qualità. Attualmente sono più di 250 le manifestazioni che hanno ottenuto il riconoscimento.
L’ASSEMBLEA UNPLI
La proposta, partita dall’Assemblea, è quella di collocare fiscalmente le Pro Loco e le loro attività all’interno dell’economia sociale che punta a valorizzare cultura, tradizione e territorio. Per questo gli enti e le reti Associative, per bocca di Gabriele Sepio, giurista, esperto di economia e fisco, chiedono “di rivedere la procedura di infrazione europea che obbliga le associazioni non Profit ad aprire la partita Iva come se fossero imprese for profit. Semplificare la gestione delle attività di interesse generale e considerare la possibilità di tenere fuori dai nuovi adempimenti le realtà del terzo settore”.
In linea con la richiesta avanzata dal Forum terzo Settore al Governo, il mondo delle Pro Loco chiede, quindi, di intervenire nella Legge di Bilancio per mantenere il regime di esclusione Iva per le realtà il non Profit.
“Siamo qui oggi – ha specificato il presidente La Spina – per confrontarci con le istituzioni e stringere sempre di più i rapporti su base locale. A loro chiediamo ovviamente un supporto economico e una semplificazione delle procedure burocratiche. Abbiamo presentato una proposta di legge in Senato per fare sì che le nostre manifestazioni (ne organizziamo circa 110.000) siano più snelle sia dal punto di vista della sicurezza che da quello fiscale. La proposta di introdurre il regime Iva preoccupa il terzo settore: non possiamo essere tassati per fare del bene. Non siamo imprese che fanno profitto, ma il motore dell’economia sociale. Senza di noi e le 25 milioni di ore che più di 500mila volontari dedicano alle comunità locali, l’Italia si spegne”.
All’assemblea presente il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per il quale “le Pro Loco svolgono un ruolo fondamentale per l’identità sociale storica e culturale del nostro Paese, valorizzando al meglio le realtà locali che sono la forza anche del made in Italy così, come viene percepito nel mondo. All’interno della legge quadro sul made in Italy. Abbiamo valorizzato l’industria culturale e creativa e finanziato le associazioni locali che intendono far riconoscere le indicazioni geografiche come manufatti di artigiani industriali così come accaduto negli ultimi vent’anni con grande successo per l’Italia per le indicazioni geografiche alimentari”. Infine, Urso ha sottolineato come, nello “stesso provvedimento abbiamo alcuni misure che servono a destagionalizzare il turismo italiano per far vivere tutti i giorni dell’anno questi straordinari borghi del nostro Paese“.
Alle parole del ministro si sono aggiunte quelle della viceministra del Lavoro e della Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. “Il terzo settore è un mondo meraviglioso e le Pro Loco sono il made in Italy del terzo settore italiano. Si tratta di una storia millenaria che ha radici antichissime che noi abbiamo la responsabilità di raccontare in Europa e nel mondo. Un mondo fatto di cooperazione e volontariato: persone che si mettono a servizio dell’Italia e dei più fragili. All’interno delle Pro Loco prendono vita la libertà, la partecipazione e la solidarietà di cui l’Italia è un esempio a livello mondiale”.