A Sant’Agnello (Na) la “Festa della natura”col WWF nell’oasi in città
SANT’AGNELLO – Giunta alla VIII edizione “Urban Nature” è un’iniziativa promossa dal WWF per diffondere il valore e la cura della natura in città per il benessere delle persone, rinnovando il modo di pensare e pianificare gli spazi urbani e favorendo azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini, imprese, università e scuole, per proteggere e incrementare la biodiversità nei sistemi urbani.
In tale ottica l’Amministrazione di Sant’Agnello ha sposato l’appello del WWF e dei cittadini provvedendo a piantare un grosso albero di canfora (Cinnamomum camphora) al posto di una fontana in disuso nella piazzetta Angri, nel cuore del centro storico, nell’intento di rendere più bella e fruibile l’intera area per turisti e residenti. In tal modo la piazza, che verrà inaugurata alle ore 12 di domenica nell’ambito di Urban Nature 2024, ha riacquistato assieme ad un polmone verde anche un ruolo centrale nel paese.
La canfora, appartenente alla famiglia delle Lauracee, è un albero originario dell’Asia Orientale ad alto fusto con foglie persistenti che può vivere svariati secoli. L’albero piantato, proveniente da un vivaio di Pistoia in Toscana, con un’altezza di quasi 8 metri e un peso di 350 chili, avrà tutto lo spazio nella vasta aiuola per poter crescere liberamente ed allargare la sua chioma fino a coprire ed ombreggiare nel tempo l’intera piazzetta, contribuendo a ridurre l’effetto isola di calore favorendo la circolazione dell’aria.
“Mai come oggi c’è bisogno di curare e preservare il patrimonio arboreo esistente e progettare nuove aree a verde in città – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno – Il futuro dovrà essere di “città jungle”, piene di preziosi alberi e verde orizzontale e verticale, per proteggerci e permetterci di vivere meglio e in salute. E’ tempo di rimuovere asfalto e cemento e piantare nuovi alberi. E’ tempo di mettere a tacere le motoseghe!”
Numerose iniziative saranno realizzate in tutta Italia, con oltre 150 eventi, dove sarà possibile regalarsi una piantina di erica calluna per aiutare il WWF a raccogliere fondi per progetti dedicati alla tutela della oasi WWF e per potenziare la natura nelle aree urbane a beneficio soprattutto dei più giovani e degli anziani. Il Network Nazionale della Biodiversità di ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – è partner dell’edizione 2024 di Urban Nature realizzata in collaborazione con i Carabinieri forestali e ANMS (Associazione Nazionale dei Musei Scientifici).
Per l’occasione il WWF Terre del Tirreno, domenica 29 settembre 2024, dedicherà una giornata alla riscoperta della Natura all’Oasi in città di Sant’Agnello, il parco ri-creato sulla superficie di un’autorimessa interrata dove, a sette anni dalla sua inaugurazione, l’area naturale si presenta sempre più ricca di biodiversità e incredibilmente rigogliosa. Un esempio visionario e concreto, quello dell’oasi sul tetto di cemento, di ricostruzione della natura in città unico nel suo genere in tutta Italia, ideato e realizzato grazie alla sinergia tra WWF e Comune di Sant’Agnello.
L’evento si svolgerà a partire dalle 10 e fino alla sera. Sarà possibile grazie alle guide del WWF scoprire la flora del parco e conoscere gli affascinanti abitanti dell’oasi. Nei pressi dell’info point sarà allestita una mostra fotografica dedicata agli insetti e alle “creature della notte”, un laboratorio per conoscere il miele e le api, alcuni stand sulle attività dell’associazione, con la presenza delle Guardie Volontarie del WWF Italia e laboratori di profumi e modellazione di argilla per i più piccoli.
Nella “stanza del bambù” sarà possibile incontrare la mascotte Panda! Inoltre nell’area dell’oasi saranno allestite illuminazioni ed opere di artisti, da scoprire passeggiando tra le sonorità della natura di notte.
L’evento al tramonto sarà allietato dalla musica di violino e violoncello, a cura di Dora Szabò e Gianluca Russo.
Ospite di Urban Nature sarà l’artista poeta Gianni Menichetti che, da oltre mezzo secolo, vive nel canyon selvaggio il Porto di Positano, a contatto con la natura e senza gli agi della moderna civiltà, in compagnia della sua famiglia di cani, galline, anatre, volpi, pipistrelli, rane, rospi e salamandrine a cui ha dedicato il suo ultimo libro (ed. the Golda Foundation, Moraga, California) intitolato “Animal Loves of My Life”.
Dopo il tramonto, alle ore 19.30, verrà proiettato il film “La Quercia e i suoi abitanti” – di Laurent Charbonnier e Michel Seydou – e distribuite piante di roverella ai più piccoli.
L’IMPORTANZA DELLE AREE VERDI URBANE
Le aree verdi urbane rappresentano sempre di più una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita delle persone in città. Lo dimostrano numerose ricerche scientifiche che confermano l’effetto positivo degli spazi verdi sulla salute mentale dei cittadini e sulla riduzione della mortalità.
Oggi il 99% della popolazione nel mondo respira aria inquinata che supera i limiti di qualità stabiliti dall’OMS, con gravi effetti sulla nostra salute. L’Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, soprattutto per tumori da esposizione alle “polveri sottili” PM2,5.
Le aree urbane nel mondo ospitano più della metà della popolazione, di conseguenza sono e saranno sempre più al centro dei temi legati alle sfide globali, acquisendo un ruolo fondamentale per la salute e la sicurezza delle persone e per fermare il declino della natura.
L’espansione urbana cresce a dismisura in tutto il mondo a scapito della Natura e della salute e sicurezza delle persone, tanto che oggi c’è una correlazione negativa tra la densità di popolazione e gli spazi verdi. In Italia, ad esempio, cresce più il cemento della popolazione: impermeabilizzazione e cementificazione sono progredite negli ultimi 3 anni con una media di 19 ettari al giorno (l’equivalente di 26,5 campi da calcio!), con importanti trasformazioni ed effetti collaterali negativi sul territorio, tra cui la perdita spesso irreversibile non solo di aree naturali selvatiche, ma anche di aree agricole, con seri rischi per la sicurezza alimentare.
Come denuncia il WWF, inquinamento di aria, terra e acqua, stress, depressione e alienazione sono i principali effetti gravi della mancanza di natura nelle città. Le aree urbane coprono oggi quasi il 3% della superficie del Pianeta, producono oltre il 70% delle emissioni di carbonio e più del 50% dei rifiuti a livello globale, consumano tra il 60% e l’80% dell’energia e il 75% delle risorse naturali (alimenti e acqua). Cifre per altro destinate ad aumentare. L’enorme impronta ecologica delle città e l’elevata concertazione di vite umane, attività e beni in una superficie ristretta rendono le città sempre più deboli e vulnerabili di fronte alle sfide del futuro come il cambiamento climatico. Ne sono un esempio le città italiane, in cui negli ultimi 43 anni gli eventi meteorologici estremi hanno portato oltre 22.000 morti complessivi e 100 miliardi di euro di danni economici.
Gli spazi verdi possono contribuire a “curare i mali” che affliggono le città e i suoi abitanti perché forniscono servizi ecosistemici importanti, come lo stoccaggio di migliaia di tonnellate di carbonio, l’infiltrazione di milioni di metri cubi di acqua, l’assorbimento di contaminanti, la pulizia dell’aria e la mitigazione delle temperature. Questi benefici non riguardano solo la natura, ma la nostra qualità di vita, la nostra salute e sicurezza. L’aumento del verde complessivo potrebbe evitare fino a quasi 43.000 morti all’anno nelle città europee.
L’OMS ha proposto una formula, supportata da numerosi studi scientifici, per garantire una “adeguata dose di natura” alle persone: la regola del 3-30-300, ossia 3 alberi tra ogni casa, 30% di copertura arborea in ogni quartiere, 300 metri di distanza massima da un parco o da uno spazio verde per ogni cittadino. In Italia, nelle metropoli c’è ancora troppo poco verde e spesso poco curato e molto frammentato.
Secondo i dati della Commissione europea, nel nostro Paese oltre il 20% della popolazione non ha accesso alle aree verdi e nonostante questo il Governo ha operato un taglio di 110 milioni sui 530 previsti per la riforestazione urbana stanziati dal PNRR. L’attuale modello di espansione urbana non è più sostenibile. Uno degli obiettivi (11.7) dell’ONU per lo sviluppo sostenibile (SGDs) è proprio legato a rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili anche attraverso lo sviluppo e l’accesso a più aree verdi. Per raggiungerlo dobbiamo ridare spazio alla natura, che deve essere concepita come vera e propria “infrastruttura” strategica per comunità e territori sani e resilienti.
Per il WWF, serve un piano nazionale del verde urbano per la riforestazione delle città che preveda una progettazione sostenibile e adeguati programmi di manutenzione, dove tutti devono fare la loro parte: istituzioni, aziende e cittadini. La creazione di spazi verdi ben progettati, ben curati e lo stimolo all’uso da parte delle persone possono effettivamente portare ad una triplice vittoria: sostenibilità ambientale, salute pubblica ed equità sociale.