Napoli, alla Stazione Zoologica Anton Dohrn il cogresso sulle piante marine

NAPOLI – Ai nastri di partenza la 15° edizione del congresso internazionale sulle piante marine “International Seagrass Biology Workshop – ISBW15 e Word Seagrass Conference – WSC2024” della World Seagrass Association, organizzato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn che si svolgerà a Napoli tra il complesso monumentale di Santa Maria la Nova e l’Hotel Oriente dal 17 al 21 giugno 2024, con il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e della UN Ocean Decade (2021-2030).

Il comitato organizzatore, presieduto da G. Procaccini della Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), è composto da E. Dattolo, I. Olivé, J. Pazzaglia, I. Provera e V. Zupo (SZN), da G.F. Russo (Università Parthenope) e da M.C. Gambi (OGS).

Il congresso riporterà nel Mediterraneo la comunità internazionale che lavora sulle piante marine, a 24 anni dall’ultima edizione organizzata in Corsica nel 2000.

Il format prevede quattro giorni di conferenze e incontri tematici, con 15 sessioni scientifiche, 10 workshop ed una giornata dedicata ad escursioni naturalistiche e culturali della Campania. In totale, all’evento sono attesi 500 partecipanti provenienti da 48 stati.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che le praterie sommerse formate dalle piante marine, come Posidonia oceanica, si trovano ad affrontare una crescente pressione dovuta alla antropizzazione delle coste ed agli effetti dei cambiamenti climatici. Quella di Napoli, sarà una occasione unica per valorizzare e condividere i progressi più recenti sull’evoluzione e la genomica delle piante marine, per fare il punto sulle strategie di conservazione e per disegnare le direttive future della ricerca e della gestione di queste importantissime risorse naturali.

Le praterie formate dalle piante marine, infatti, svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione del nostro litorale e della vita marina, con una ricaduta immediata sulla vita dell’uomo. Sequestrano e immagazzinano enormi quantità di anidride carbonica, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, producono ossigeno, proteggono il litorale riducendone l’erosione e ospitano una ricca biodiversità, con tante specie anche oggetto di pesca costiera. Oggi, le praterie sono fortemente minacciate dalla pressione diretta ed indiretta dell’uomo. Un esempio fra i più emblematici è l’effetto dell’ancoraggio sulle praterie di Posidonia oceanica, la specie più diffusa in Mediterraneo. La sfida globale è quella di trovare nuove soluzioni per proteggere, ripristinare e riabilitare la risorsa esistente.

L’apertura dei lavori è prevista il 17 giugno, alle ore 9,30, presso il Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova a Napoli, con i saluti di benvenuto del Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn Roberto Bassi.

A seguire, la relazione plenaria di Salvatore Aricò, CEO dell’International Science Council. Il congresso si articolerà, poi, su tre tematiche principali:

– Tema 1: “Risposte delle piante marine al cambiamento ambientale” introdotto da Thorsten Reusch, professore di ecologia marina e direttore della “Marine Ecology Division” al Geomar di Kiel, Germania;
– Tema 2: “Diversità delle comunità di piante marine e interazioni tra specie” introdotto da John J. Stachowicz, direttore ad interim del UC Davis Coastal and Marine Sciences Institute in California, Stati Uniti;
– Tema 3: “Conservazione, gestione e scienza partecipativa nei progetti sulle piante marine” introdotto da Jacqueline Uku, del Kenya Marine and Fisheries Research Institute di Mombasa, Kenia.

I workshops previsti saranno ospitati negli spazi universitari dell’Università Parthenope di Napoli, presso la sede di via Acton, mentre le escursioni esterne, all’interno delle aree marine protette del Golfo di Napoli, oltre al Vesuvio, ad Ercolano ed a Pozzuoli, vedono la collaborazione ed il supporto dell’Area Marina Protetta del Regno di Nettuno (Ischia e Procida), l’Area Marina Protetta della Gaiola, quella di Punta Campanella e del Parco Archeologico di Baia.

Il logo del congresso è stato realizzato e donato all’organizzazione dall’artista napoletano Gennaro Regina. Ripropone il Vesuvio, dal quale verdi foglie di Posidonia eruttano dal cratere mai a riposo.

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