Caserta: Bruno Iorio, l’attualità dell’opera. Confronto sul pensiero politico con Massimo Cacciari
“Bruno Iorio, l’attualità dell’opera, l’originalità del pensiero”. Nella sede del Circolo Nazionale a Caserta, incontro per ricordare “lo spessore di un intellettuale, raffinato studioso, che coniugava la straordinaria cultura alla sua grande umanità” in un dialogo sull’attualità dei temi, oltre che della crisi della democrazia, ma anche di quello della sovranità, tra il professor Massimo Cacciari e la professoressa Annamaria Rufino, docente di Sociologia del diritto nell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, coordinato dal giornalista Angelo Cerulo e introdotto dal presidente del Club per l’Unesco, Jolanda Capriglione.
Con Cacciari, “magister” della storia del pensiero politico, tanti amici e una folta partecipazione della società civile con ancora vivo il ricordo di Bruno Iorio, docente di Storia delle Dottrine Politiche nella Facoltà di Scienze Politiche della Federico II, scomparso nel 2003.
“Bruno Iorio ha studiato ed è stato un importante studioso dei momenti di crisi della forma politica europea a partire dai grandi contributi classici seicenteschi, intorno a Hobbes e poi agli interpreti appunto di Hobbes, nel contemporaneo Schmitt e al dibattito intorno a Schmitt. Cioè è stato uno studioso dei momenti di svolta della cultura politica e della forma politica europea. In particolare ha approfondito vicende dentro le quali siamo ancora tutti coinvolti” – ha detto il professor Massimo Cacciari, evidenziando: “E’ chiaro che noi siamo in una fase in cui non c’è, non troviamo alcuna sicurezza, nella forma nello Stato, nel diritto. Probabilmente un’epoca è passata, ma che cosa ci aspetti nel futuro rimane totalmente incerto e le riflessioni di Bruno Iorio possono essere degli aiuti, delle tracce importanti per indagare i modi le forme in cui siamo giunti a questo a questo momento non certo superato. Iorio ha indagato il modo in cui sono venute meno alcune chiamiamole certezze, poi il problema di elaborare nuove forme politiche, nuove forme di governo, nuove forme di legittimità e di sovranità, ecco sarà un compito molto arduo che ci attende ancora interamente”.
“E’ evidente – ha rilevato il professor Cacciari – che una forma Stato tradizionale non regge più, che un diritto internazionale è ancora lungi dal profilarsi. Siamo in una fase di tentativi di tracce di ricerca, allora è essenziale comprendere il percorso per cui si è giunti a questa fase. Nella sua riflessione Bruno Iorio, appunto ripercorre le fasi fondamentali di questa storia. Ripeto a partire dal pensiero politico classico, ai suoi grandi interpreti ai suoi grandi critici fino alla crisi attuale che è poi al centro anche degli autori di cui parla, da Nietzsche a Smith. Il tema fondamentale è questo: una crisi di sovranità, chiamiamola così una crisi di sovranità. Dove sta il sovrano? questo è il problema che abbiamo di fronte”.
Un punto di slancio, dunque, per nuove possibili proiezioni e configurazioni di forme più attuali di rinnovata legittimità e sovranità politica ed istituzionale.
“Sicuramente, forse la più grande capacità di Bruno Iorio – ha evidenziato la professoressa Rufino – è stata anche quella di indagare i nodi cruciali del pensiero politico in tutta la loro possibilità esplicativa delle dinamiche, non necessariamente collocabili in un determinato periodo storico e che oggi risultano di un’attualità veramente sconcertante. Se andiamo a rileggere o ad ascoltare le sue interviste, come vero studioso, riusciva a guardare nel backstage di tutte le dinamiche politiche di tutte le problematiche collegate ai partiti politici. Non dimentichiamo che uno dei principali focus su cui si è concentrato il suo pensiero è stato quello proprio della crisi della politica tra la fine degli anni 80 e gli inizi degli anni 90. E lì nei testi da lui pubblicati, si possono intercettare tutte quelle chiavi di lettura che potrebbero farci capire oggi come mai il pensiero politico, di cui lui era profondo e straordinario analista, oggi purtroppo soffre di una crisi enorme con ricadute anche sulla la crisi del sistema sociale”.
Un conforto quindi il suo pensiero verso la proiezione anche di una garanzia di certezza del più ampio concetto di sovranità.
“Iorio anche se andava ad indagare le criticità dei sistemi – ha specificato la professoressa Rufino – era sostanzialmente un ottimista del pensiero e della possibilità di trovare sempre delle soluzioni per dialogare con gli interpreti del pensiero politico e anche dei suoi attuatori. Non è un caso che una delle sue più grandi qualità sia stata sempre quella di riuscire ad attualizzare la sua analisi rispetto a quelle che erano e sono le dinamiche concrete del dipanarsi e dell’evolversi dei sistemi politici e del loro ordinamento”.
“Le riflessioni di Bruno Iorio risalgono a qualche decennio fa, ma sono attualissime e nella necessità di rilanciare un nuovo concetto di sovranità, rifondare un nuovo concetto di sovranità – ha detto il giornalista Angelo Cerulo – significa rifondare un nuovo concetto di Stato. Forse è arrivato il momento di un nuovo patto tra il popolo e le strutture statuali, affinché esse possano rappresentarlo veramente e dare più certezze e una speranza per un futuro che è sempre più incerto”.
“Tutti quelli che lo hanno conosciuto – ha ricordato la professoressa Rufino, compagna di vita di Bruno Iorio – sono stati affascinati dalla sua straordinaria dialettica, dove la mera formalità del dire e del pensare non aveva spazio. Piuttosto si manifestava in un fluire elegante e raffinato di argomentazioni, di rinvii e prospettive dialettiche. Un fluire affascinante di riflessioni e ‘sensibilità’ scientifiche ed umane. Il suo impegno e il suo studio travalicavano gli steccati accademici, oltre le categorie precostituite e sterili”. Il pensiero politico, di cui era raffinato studioso, non conosceva limiti temporali, nei suoi scritti e nelle sue discussioni. I classici incontravano l’attualità dialogando tra loro con disinvoltura con ‘Croce, Gramsci e altri storici’.
Aggiunge Rufino: “Tanti suoi testi potrebbero essere letti oggi senza percepirne la data di pubblicazione, rivelando sorprendente attualità ed efficacia interpretativa. In questa chiave di lettura può essere evidenziata l’originalità del suo pensiero, non solo in tema di trasformismo politico, di cui si è parlato con riferimento specifico al suo ‘Politica del Gattopardo’, sul testo, in controluce, di Tomasi di Lampedusa ed oltre, ma anche, perché no, del decisionismo politico, non meno attuale, di Carl Schmitt – ‘Analisi del decisionismo. Carl Schmitt e la nostalgia del tiranno’ – , delle complessità del pensiero liberale, della sua ‘attualità’ e delle sue difficoltà a farsi azione – ‘La falsa libertà’, ‘Per la rivoluzione liberale’, ‘Tre studi sulla società aperta’ – o della cultura meridionale, esplicitata in tutti i suoi aspetti, da Alianello al ‘Primato napolitano'”.
Nell’occasione è stata data una targa al merito al dottor Alessandro Carmine Carchio per la tesi di laurea alla Federico II su “Bruno Iorio ‘Politica del Gattopardo” (relatrice la professoressa Elena Cuomo).