In Alto Adige valli, castelli e tanti spunti per un autunno fantastico
BOLZANO – Che territorio meraviglioso è l’Alto Adige! Patria dello Speck, di Patrimoni dell’Unesco, di paesaggi mozzafiato… e di tantissime curiosità insolite! Non molti sanno che in Alto Adige sorgono castelli leggendari, il vitigno più alto d’Europa, specie di animali uniche e molto altro. È una terra da esplorarein ogni suo angolo, dal più al meno noto, per lasciarsi incantare da peculiarità ancora sconosciute ai più.
Castelli & cultura
Quanto fanno sognare i castelli antichi, con le loro sale maestosee i grandi lampadari che ricordano i balli dell’Ottocento. Ancora di più quando raccontano storie particolari e riservano ai visitatori diverse nozioni interessanti! Come Castel Wolfsthurn,nei pressi di Vipiteno, che nasconde il suo splendore barocco dietro ben 365 finestre: ogni giorno dell’anno è quindi possibile ammirare il panorama da un nuovo punto di vista.
Definito “il più bel castello del Tirolo”, conserva ancora gli arredi originali nelle sale nobili, permettendo a turisti e visitatori di immergersi nel passato e vivere una vera giornata a corte. Davvero magico!Molto particolare anche il Castello di Trostburg, detto anche Castel Forte, uno dei più antichi e suggestivi di tutto il territorio: oltre ad avere una storia quasi millenaria (è stato costruito nel 1173), il castello situato a Ponte Gardena è anche il luogo di nascita del diplomatico e menestrello medievale Oswald von Wolkenstein, che andò fino in Georgia, ai tempi ai confini del mondo, ma tornò nel suo amato Alto Adige e continuò a cantarne le bellezze uniche.
Il conte Johannes Trapp sarà invece felice di accoglierea CastelCoira a Sluderno visitatori da tutto il mondo.È una tradizione di famiglia lunga centinaia di anni quella diricevere personalmente gli ospiti nelle magnifiche sale del castello, nella splendida loggia rinascimentale e nell’armeria privata più grande d’Europa. In Valle Isarco, Castel Rodengoappassionerà gli amanti della letteratura: qui, in una delle fortezze più grandi dell’Alto Adige, è infatti custodito un affresco raffigurante la leggenda di Ywain, o Ivano, eroe del ciclo arturiano, amico – ebbene sì – di Lancillotto e Ginevra. Qui, a chilometri e chilometri dalla leggendaria Camelot, sono conservati gli affreschi più antichi di tutto il mondo germanofono! Che la tavola rotonda fosse in Alto Adige?
Curiosità in valle
Non molti sanno che la Val Venosta è detta “la valle dei piccoli viticoltori”:la zona è ricca, oltre che di meleti, di vigne, grazie al clima tendenzialmente mite e le poche precipitazioni. Ed è proprio in Val Venosta, vicino alla famosa Abbazia di Monte Maria,il vitigno più alto d’Europa.
Qui, sulle ripide pendici intorno all’abbazia, il sole splende e le uve crescono rigogliose. Ma non è tutto. In questo luogo i vini vengono prodotti con una particolare tecnica, detta PIWI – in tedesco, resistente ai funghi – che permette ai vitigni di resistere alle temperature dell’alta quota così come ai parassiti. Il risultato sono vinifruttati e aromatici, come il rinomato Müller-Thurgau.
Valle di escursioni è invece la Val di Vizze, notaper le numerose attività che offrein tutte le stagioni – ma anche per piccoli e particolari dettagli che pochi conoscono.
In questo luogo magico al confine con l’Austria, sono infatti presenti i giardini aromatici di Wipptal, in cui scoprire le erbe di montagna dell’Alto Adige e i segreti dei coltivatori altoatesini per preparare le migliori miscele per tisane, liquori, sciroppi e condimenti.
Ma la curiosità più grande riguarda la valle più piccola dell’Alto Adige. La Valle di San Silvestro, vicino Dobbiaco, è lunga solo 4 km, ma è un vero e proprio angolo di paradiso con i suoi prati idilliaci, i diversi luoghi di ristoro e le chiesette caratteristiche.
Animali fantastici e dove trovarli
Amanti degli animali a rapporto, l’Alto Adige è una terra ricca di esemplari davvero unici. Protagonista in questo caso è la pecora con gli occhiali della Val di Funes, una delle razze più antiche d’Europa e presente solamente in Alto Adige grazie al lavoro degli allevatori autoctoni, che hanno saputo mantenere viva per oltre due secoliquesta razza preservandola dall’estinzione.Perché è detta “pecora con gli occhiali”? Per la particolare pigmentazione scura a forma di anello intorno agli occhi, “gli occhiali” appunto. A tutelare questa meravigliosa razza è il suo status di presidio slow food.