Sanità, Siemens Healthineers Future Summit: le nuove frontiere dell’healthcare

siemens-halthineers-image-1NAPOLI – Con un viaggio su tutto il territorio nazionale, Siemens Healthineers incontra istituzioni ed esperti per fare il punto sugli investimenti in ricerca e innovazione necessari per guidare il cambiamento del Sistema Sanitario Nazionale
Mancanza di personale, progressivo invecchiamento del capitale tecnologico, difficoltà di reperimento dei materiali entro le scadenze, necessità di rispondere a sempre più stringenti standard qualitativi e di impatto ambientale sono le principali sfide alle quali il Paese, le Regioni e i sistemi ospedalieri devono rispondere.

La Regione Campania ha stanziato € 380 milioni per la realizzazione di 169 case della comunità, 45 ospedali di comunità e 58 centrali operative, oltre all’acquisto di 7 risonanze magnetiche e 47 tac, ma saranno cruciali gli investimenti (€160 milioni) per la digitalizzazione delle Asl per favorirel’integrazione tra i diversi attori del sistema e la comunicazioneverso i pazienti.

Siemens Healthineers è pronta ad affrontare e supportare la trasformazione in atto nella sanità con un portfolio vastissimo di tecnologie di ultima generazione per migliorare la qualità delle prestazioni e rispondere in modo ottimale alla costante crescita di domanda di salute

Dopo le prime tappe di Milano, Roma e Bari, è arrivaTO a Napoli il Siemens Healthineers Future Summit – Le nuove frontiere dell’healthcare. È un viaggio su tutto il territorio nazionale per fare il punto della situazione sugli investimenti in ricerca e innovazione che, come sistema Paese, ci apprestiamo ad affrontare e su come Siemens Healthineers risponde alle principali criticitàemerse nei sistemi ospedalierienelleRegioni, quali la mancanza di personale, il progressivo invecchiamento del capitale tecnologico, la difficoltà di reperimento dei materiali entro le scadenze, la necessità di rispondere a sempre più stringenti standard qualitativi.

Come previsto dalla Missione 6 del PNRR, le priorità di intervento per i prossimi anni si concentreranno sul potenziamento delle Reti e presidi territoriali, lo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico, l’ammodernamento delle infrastrutture e telemedicina. La direzione intrapresa a livello governativo mostra come un sistema sanitario sostenibile e resiliente non possa prescindere dalla necessità di ripensare i servizi e i processi integrandoli con il digitale, rendendoli efficaci ed efficienti. In particolare, la Missione 6 prevede per la Componente 2 un investimento di oltre 4 miliardi destinati all’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero che conta ben 3.133 apparecchiature da sostituire perché basate su tecnologie obsolete o perché fuori uso, il potenziamento del livello di digitalizzazione di 280 strutture sanitarie sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello, il rafforzamento strutturale degli ospedali del SSN.

Per Siemens Healthineers, la rivoluzione digitale in sanità va sostenuta sin d’ora con investimenti adeguatinella direzione della creazione di piattaforme tecnologiche e competenze che rendano l’accesso alle terapie più veloce ed equo e consentano di estendere la cura e il monitoraggio al di fuori delle strutture sanitarie. Un percorso che va attivato con urgenza, attraverso un utilizzo oculato delle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Roberta Busticchi

Roberta Busticchi

“Ormai abbiamo compreso che per costruire una sanità sostenibile è necessario definire nuovi modelli di assistenza e di erogazione dei servizi che pongano il paziente al centro e con un ruolo attivo nella gestione della propria salute – afferma Roberta Busticchi Presidente e CEO Siemens Healthineers. L’altra variabile dell’equazione sono gli investimenti nelle tecnologie del futuro e nella digitalizzazione che possano permettere una gestione olistica, efficiente e sostenibile del paziente. Siemens Healthineers, che ha nel suo dna l’approccio pionieristico all’innovazione nella sanità, si propone di supportare la trasformazione in atto nel settore con un portfolio vastissimo di tecnologie di ultima generazione per migliorare la qualità delle prestazioni e rispondere in modo ottimale alla costante crescita di domanda di salute”.

A questa posizione rispondono le istituzioni ed in particolareil Governo che ritiene che la Telemedicina rappresenti una delle leve fondamentali per ridisegnare la sanità territoriale. I servizi di telemedicina, nella visione del PNRR, rappresentano un formidabile mezzo per contribuire a ridurre gli attuali divari geografici, migliorare l’esperienza di cura per i pazienti, efficientare i sistemi sanitari regionali.

“Per anni, il nostro sistema sanitario ha sofferto tagli e disinvestimenti nelle dotazioni tecniche ma soprattutto per il personale, carenze che sono esplose con la pandemia e che, se non opportunamente colmate, acuiranno il divario tra Nord e Sud” – sottolinea Enrico Coscioni, Presidente AGENAS e Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per la Sanità, Regione Campania.
“Il Recovery Plan è un’importante opportunità di potenziamento deiservizi al cittadino, poichè consentirà di arrivare nelle aree interne del Paese attraverso un’integrazione intelligente tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali: in Campania, è previsto un investimento di 380 milioni di euro per lo sviluppo di 45 ospedali di comunità, 169 case di comunità e 58 Centrali operative territoriali. In questo quadro l’utilizzo delle nuove tecnologie è essenziale per favorire la cooperazione tra gli attori del sistema, non solo per far evolvere l’offerta di terapie e assistenza: per questo, oltre all’acquisto di nuove apparecchiature (7 risonanze magnetiche e 47 tac), 160 milioni di euro sono statidestinati al completamento del programma di digitalizzazione delle Asl“.

I risvolti pratici della tecnologia in sanità sonostati affrontati nel Future Summit da Chiara Maiorino, Ecosystem Lead di EIT Health per l’Italia, una delle più importanti partnership pubblico-private europee nel campo dell’innovazione sanitaria, e Life sciences Innovation Manager.“La tecnologia ha un grande potenziale di rottura con il passato ed è in grado di generare prospettive di crescita per il sistema sanitario nazionale in molteplici direzioni, dalla riduzione dei costi delle cure per i pazienti alle nuove opportunità di occupazione in ambito sanitario, fino alla riduzione dei divari nell’assistenza tra regioni e tra il centro e le periferie. Per far sì che ciò avvenga, però, è necessario superare le resistenze all’introduzione di nuove tecnologie ed elaborare delle politiche giuste, che mettano al centro la formazione per gli operatori sanitari e il supporto a progetti imprenditoriali innovativi. La creazione di partnership pubblico-private tra istituzioni, imprese e organizzazioni accademiche per lo sviluppo di ecosistemi di innovazione è la strada che più è ingrado di favorire questo cambiamento, ed è la strada che, come EIT Health, ci sta consentendo di sperimentare l’innovazione la sanità a livello europeo con il coinvolgimento di talenti e innovatori locali.”

Nel Summit si è molto discusso di sanità digitale e di quali siano gli ingredienti perchè si affermi. Secondo Marco Del Seta, Head of Digital Services Siemens Healthineers “occorrono in prima istanza sistemi di gestione dei dati che creino integrazione dove oggi c’è disgregazione, facilitando l’accesso a questi dati per i pazienti e per il personale che lavora con loro dovunque essi si trovino e li metta a disposizione di sistemi che generino nuoveinformazioni. E‘necessario, inoltre, fare affidamento su unainfrastruttura che supporti l‘intero patient journey, dallavisita, al percorso ospedaliero, ai nuovi servizi che abbiamo in remoto. Serve,infine,ovunque la centralità dei clinici. La sanità digitale e la telemedicina non sono un percorso informatico, ma medico. E questo percorso lo dovranno disegnare e gestire le persone con ruoli clinici, dentro così come fuori dalle strutture cliniche e ospedaliere“.

In conclusioneper Siemens Healthineers, la digitalizzazione della sanità italiana non può prescindere dalla costruzione di ecosistemi di partner che includano istituzioni, provider sanitari, strutture ospedaliere, società scientifiche, associazioni pazienti, che contribuiscano a rimuovere gli ostacoli burocratici, organizzativi e assistenziali alla richiesta di cure, dando un accesso sicuro e virtuale ai servizi e riducendone i costi.

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