Sorrento ricorda Domenico Fiorentino il pittore che celebrò la vita sugli zaini militari
Sorrento (NA) – Domenico Fiorentino è uno dei pittori più illustri che può vantare la Città di Sorrento, a dieci anni dalla scomparsa, avvenuta il 4 aprile 2012, è encomiabile la decisione del Sindaco di Sorrento avv. Massimo Coppola, di realizzare uno spazio espositivo che ne celebri degnamente il talento, galleria che sarà allestita con dipinti che gli stessi eredi hanno deciso di donare alla Città del Tasso. Di Domenico Fiorentino, nato il 9 novembre 1923, l’anno prossimo ricorreranno anche i cento anni dalla nascita, dunque una doppia irripetibile occasione per ricordare quest’artista nato a Sorrento al civico 170 del Corso Italia, lì dove un tempo era ubicata la Pensione degli Artisti la “Rosa Magra” in esercizio fino al 1890, un vero e proprio segno del destino, refuge pour artistes del calibro di Paule Heyse, Henrik Ibsen, Edward Grieg, Lamartine, Luigi Novaresi, William Walton, Enrico e Francesco Gamba, e dello stesso Michail Evgrafovic Saltykov-Šcedrin, pittore russo straordinario, che per sua fortuna, lasciatemi aggiungere, è vissuto e morto qui a Sorrento, dove la “cancel culture” statunitense non ha attecchito. La cultura russa non ha nulla a che fare con le oscenità avallate da Putin, ritengo infatti assurdo quanto fatto negli Stati Uniti, vale a dire cancellare il nome di Yuri Gagarin da eventi pubblici, solo perché il grande cosmonauta era di nazionalità russa. La pittura è soprattutto un linguaggio universale che da sempre celebra e racconta la vita; Šcedrin, le cui spoglie sono qui a Sorrento, è stato e rimane uno dei più grandi paesaggisti che questa terra ha ospitato, come del resto lo stesso Domenico Fiorentino, che con i suoi pennelli ha raccontato al mondo la Penisola sorrentina. “Le sue sono opere più eloquenti di qualsiasi parola” è Barillà a scriverlo sul “The Times” (1974), mentre Millet aggiunge: “partendo dall’impressionismo, Domenico Fiorentino, che fu a Napoli allievo di Luigi Crisconio, nel corso di 40 esposizioni, ha conquistato un posto invidiabile nel mondo artistico italiano. La sua arte è consacrata alla luce e al colore”. “In questo signore dello spirito della penisola Sorrento c’è tutta la saggezza europea che si innesta nella solarità mediterranea, la forza di un Sironi grigio nero che si incontra con Carrà” a metterlo nero su bianco è Angelo Calabrese. Ma chi ha conosciuto il “pittore di Sorrento” sa che nel suo cuore e nella sua narrativa figurativa oltre alla Penisola sorrentina, declinata in tutte le forme e colori, occupava un posto centrale una “creatura amatissima”, la figlia, raccontata con la luce di una città unica al mondo: Parigi. A questo proposito vi segnalo il futuro allestimento di una personale realizzata con le opere che Fiorentino realizzò a Parigi tra il 1982 e 1989 e che costituiranno il “Tributo alla Francia e a Parigi di Domenico Fiorentino, il pittore di Sorrento”. Sarà anche quest’evento un omaggio straordinario a “le peintre qui a peint des tableaux qui sentent bon Paris et ont des racines sorrentines”, quel “pittore di Sorrento” che a Parigi espose accanto a Giacomo Balla. Un artista, Domenico Fiorentino, che ha dipinto la vita sulla guerra. Con l’arrivo degli Americani a Napoli, molti esponenti del cosiddetto Neorealismo impiegarono il loro talento per ritrarre soldati americani e inglesi, tra questi da ricordare Armando De Stefano e Federico Starnone, lo stesso Premio Strega Domenico Starnone, anni dopo, ricorderà il padre all’opera in quel periodo nel suo capolavoro “Via Gemito”, e nello stesso anno, 1944, Domenico Fiorentino riceveva da alcuni soldati inglesi, che abbandonavano la Penisola sorrentina, i loro zaini in regalo. Su quella tela grezza, Domenico ebbe l’idea di dipingere. Sugli zaini da combattimento, che avevano accompagnato gli inglesi durante lo sbarco a Salerno; testimoni muti della barbarie di ogni guerra, il pittore sorrentino decise di raccontare la propria terra. I quadri dipinti da Domenico Fiorentino sugli zaini militari hanno la stessa forza iconica del fiore che spunta in mezzo ad una colata di cemento: rappresentano la resilienza che l’arte, ogni arte, contrappone a tutto ciò che offende Dio. Nella foto in basso “Paesaggio sorrentino” 1944, l’opera è dipinta sulla tela dello zaino del soldato C. Palmer “pedler” della British Armoured Brigade guidata dal Capitano Donald Campbell.
Di Luigi De Rosa