Unimpresa: sull’energia l’UE non può procedere in ordine sparso
ROMA – “I paesi membri dell’Unione europea non possono più procedere in ordine sparso e limitarsi a varare un tetto al prezzo dei prodotti energetici, vanificato, poi, dalle leggi di mercato, ma hanno il dovere di adottare, per l’immediato, come per i vaccini, un acquirente unico europeo, che consenta consistenti economie e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, alternative a quella russa”. E’ quanto sottolinea UNIMPRESA al termine del consiglio nazionale che si è svolto ieri ed ha approfondito e rinnovato le proposte, illustrate dal segretario generale, Raffaele Lauro, per risolvere, nel medio e nel lungo termine, la crisi energetica che si è determinata per la guerra in Ucraina. Nel medio termine, secondo UNIMPRESA, “occorre decidere di varare finalmente una rete europea dell’energia, superando vecchi egoismi nazionali, come quelli francesi, decidendo anche a maggioranza. In sede nazionale, oltre quelle già varate dal governo Draghi – un primo passo, ancora insufficiente, sia nei contenuti che nei tempi limitati – l’esecutivo dovrebbe approvare ulteriori misure ancora più incisive”. Necessitano, quindi, altri provvedimenti, come quelli adottati nella fase iniziale della pandemia (dalla proroga delle cartelle fiscali e delle rate dei vecchi prestiti, al varo di nuovi prestiti garantiti sempre dallo Stato), per sostenere la liquidità delle imprese, ormai agli sgoccioli. Sui costi dell’energia, gravanti sulle pmi, il governo dovrebbe realizzare, da subito, un piano nazionale ad hoc, a carattere strutturale, affinché le pmi si possano dotare, in proprietà o in leasing, di singoli impianti autoproduttivi di energia pulita, il cui costo dovrebbe essere coperto al 60% con un contributo pubblico a fondo perduto e per il 40%, con prestiti agevolati a lungo termine, sempre garantiti dallo Stato.