Lauro (Unimpresa): i limiti del governo nella gestione dell’epidemia covid-19
ROMA – «La diffusione dei contagi, presto in crescita esponenziale, il nuovo e increscioso aumento dei decessi, l’occupazione quasi totale delle terapie intensive, da parte dei non vaccinati, nonchè la drammatica previsione che, a gennaio, si possa arrivare alla paralisi completa del sistema sanitario nazionale e, di nuovo, dell’economia, stanno dimostrando, non solo in Italia, che la gestione dell’epidemia, firmata dal generale Figliuolo, nonostate qualche progresso con la campagna vaccinale, mostra gli stessi limiti di fondo di quella fallimentare del commissario Arcuri. A partire dal fattore tempo e di una strategia perdente, che insegue le situazioni e non le previene».
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Il virus corre veloce, le decisioni arrancano, nel solito tripudio anarcoide e contraddittorio delle valutazioni degli esperti, persino di consulenti del governo. Lo stillicidio di misure, talora di difficile applicazione e controllo, sta diventando un prezzo insopportabile, per non aver voluto percorrere la strada maestra, fin dall’inizio: l’obbligo vaccinale di massa, per tutti, con sanzioni pesanti ai renitenti, a partire dall’immediato loro lockdown, senza eccezioni. La presunta libertà del 10% della popolazione sta recando danni irreparabili al 90% degli italiani, al loro diritto alla salute, garantito dalla costituzione, e alla ripresa economica del nostro paese.
Il governo Draghi e il generale Figliuolo vogliono indugiare ancora prima di prendere le decisioni, ormai indifferibili, che bisognava assumere da tempo? I partiti politici preferiscono assistere inerti allo show down finale, che coinciderá con la controversa elezione del nuovo capo dello Stato? Deus dementat quos perdere vult!» aggiunge Lauro.