Long covid che succede ai pazienti guariti dal covid?
di Luigi De Rosa
I pazienti “long covid” così vengono definiti i pazienti mai davvero guariti dopo essere stati contagiati. Sono quasi tre milioni le persone che da inizio pandemia hanno contratto il Covid. Superare questa malattia non è semplice e spesso i sintomi post infezione possono durare anche diversi mesi. Un problema che non riguarda solo chi ha contratto l’infezione in forma acuta ma anche i paucisintomatici o anche asintomatici. I sintomi che accompagnano il post degenza sono i più vari: difficoltà di concentrazione, insonnia, depressione, mal di testa, perdita di capelli, tosse, stanchezza, respiro corto, alterazioni dell’olfatto e del gusto. In poche parole, alcuni pazienti anche dopo una guarigione clinica e virologica non riescono a tornare alla loro vita pre-COVID. Inoltre il 30% soffre di disturbo post traumatico da stress come ansia e insonnia, secondo gli ultimi dati raccolti da psicologi e psichiatri la percentuale supera quella che si evidenziò dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001. I pazienti guariti vivono una condizione di stress anche emotivo prolungata nel tempo. Il cosiddetto “Follow up”, monitoraggio della “Sindrome post covid”, è iniziato lo scorso aprile, così come in precedenza era stato già fatto dai colleghi cinesi che hanno riconosciuto per primi i sintomi di questa sindrome. Nel nostro Paese molte università come la Federico II di Napoli o il Policlinico “Gemelli” di Roma sono impegnate nella raccolte delle informazioni legate a questi disturbi dei pazienti “long covid”. Ci sono i soggetti che hanno avuto la malattia in forma severa e che vengono sottoposti a cure intensive (ad esempio intubazione). In questi casi una difficoltà a riprendere la propria vita è osservata anche in altre malattie di equivalente gravità e che comportano un allettamento lungo e quindi atrofia muscolare e difficoltà respiratorie per danno polmonare. Poi ci sono le persone che invece hanno avuto la malattia in forma non severa ma che riscontrano uno o più di questi sintomi. In questi casi, secondo i ricercatori, si potrebbe ipotizzare un ruolo diretto del virus, ma c’è ancora da studiare su questo argomento. La sindrome post-Covid sembra colpire sia i soggetti con malattia lieve che quelli con malattia moderata-grave. L’incidenza, la storia naturale e l’eziologia di questi sintomi è attualmente sconosciuta. Va inoltre aggiunto che il rischio di reinfezione è molto basso, ma non assente. Al momento anche per chi ha contratto l’infezione si raccomanda il rispetto delle misure di precauzione universale. Riguardo gli anticorpi, non si hanno certezze, si sa che gli anticorpi ci difendono dalle infezioni, ma è possibile anche che persone con bassi livelli di anticorpi possano comunque essere protette per la presenza nel loro organismo di cellule di “memoria immunologica” cioè che “ricordano” di aver “conosciuto” il virus ed al momento opportuno producono una quantità sufficiente di anticorpi che proteggono l’individuo. Un bel testo che oggi potete recuperare in libreria è “Faccia a Faccia col Covid” scritto dal giornalista Vincenzo Califano, che ha vissuto in prima persona la malattia e la sindrome post covid, una lettura che può essere anche terapeutica per chi non vede la luce in fondo al tunnel.