Sospesi tra Lazio e Campania, i docenti invisibili della Campagna vaccinale
Napoli – Sono migliaia i docenti e gli operatori A.T.A. che ogni giorno dalla Campania si spostano nel Lazio per raggiungere gli istituti scolastici presso cui prestano servizio, sono i pendolari della scuola che, quando supplenti, sono chiamati a ulteriori sacrifici, eppure questi lavoratori dello Stato dalle Regioni Campania e Lazio sono stati dimenticati nell’ambito della campagna vaccinale che è stata programmata a favore del personale scolastico. Il nodo che è venuto al pettine in queste settimane si è palesato immediatamente quando la Regione Lazio ha deciso di convocare il personale scolastico attraverso i medici di base, che ovviamente i non residenti non hanno, ma che gli stessi non possono richiedere alla Regione Campania perché non vi lavorano. Dunque che fare? I due presidenti di Regione, Nicola Zingaretti, per il Lazio, e Vincenzo De Luca, per la Campania, dovrebbero tenere conto di questa situazione assurda, che si è creata anche perché i pendolari della scuola che ogni giorno si spostano tra le due regioni sono migliaia, non poche unità. I vertici della Regione Lazio, interpellati sull’argomento dai docenti campani che vivono questo disagio, hanno risposto in “burocratese” che occorre obbligatoriamente il domicilio sanitario, senza quello, senza un medico a Roma, per prendere ad esempio chi da Napoli si sposta ogni giorno per insegnare in una scuola romana, non si potrà essere inseriti nell’elenco del personale scolastico chiamato alla vaccinazione. La soluzione più ovvia per un docente con residenza in Campania, che lavora nel Lazio, è che il Presidente Vincenzo De Luca dia la possibilità a questi ultimi di accedere e registrarsi sulla piattaforma campana per fare il vaccino dove hanno la residenza. In attesa che Zingaretti o De Luca prendano una decisione in merito, non ci resta che augurare buon lavoro e soprattutto buona fortuna ai pendolari campani.
di Luigi De Rosa