Governo, Raffaele Lauro (Unimpresa): un direttorio politico o si torni a votare
ROMA – «Questo governo, allo stato, non risulta in grado di assicurare questi obiettivi vitali, non soltanto per i limiti conclamati di chi lo guida, ma anche, e soprattutto, per le discrasie politiche e le debolezze dei partiti di maggioranza. Per cui, i leader, o presunti tali, di questi partiti, PD, M5s, Italia viva e Leu, se intendono continuare il calvario con questo primo ministro, si assumano la piena e diretta responsabilità delle sue scelte, entrando, come un direttorio politico a quattro, nell’esecutivo, in qualità vicepresidenti senza portafoglio». È quanto scrive il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, in un documento pubblicato sul sito dell’associazione. «Quando gli italiani torneranno alle urne, sapranno valutare le colpe e i demeriti della maggioranza, senza scaricarli su un uomo solo, ancorché premier. Un mero rimpasto di governo, cambiando qualche ministro di secondo piano, non risolverebbe, anzi aggraverebbe tutti i problemi e squalificherebbe l’intera classe politica» aggiunge Lauro spiegando che «serve un atto di coraggio, prima di arrivare all’infausto e luttuoso record di 100.000 vittime innocenti di questa pandemia. Altrimenti confessassero, sia il premier che la maggioranza che lo mantiene a galla, la loro totale inettitudine e restituissero quanto prima, al popolo italiano, la libertà democratica di giudicarli nelle urne e di sostituirli alla guida del paese». Secondo Lauro «al di là dei trionfalismi mediatici e della reiterata falsificazione della realtà, lo stato comatoso di questo governo, presieduto dal premier Giuseppe Conte, paralizzato dall’indecisionismo e dai tatticismi dei partiti di maggioranza, sta diventato una minaccia mortale per il futuro del nostro paese. Di fronte al prevedibile collasso, nel 2021, della finanza pubblica, come documentato dal nostro centro studi, l’unico ancoraggio finanziario per tentare una ripresa, nel prossimo biennio, resta il Recovery Fund e le risorse in grado di assicurare la realizzazione di un serio piano nazionale di investimenti, attraverso una gestione trasparente nelle mani dell’esecutivo, senza deleghe improprie e illegittime, nonché un’accelerazione sulle riforme strutturali, come più volte auspicato da Unimpresa, a partire dal fisco, dalla giustizia civile, dalla semplificazione amministrativa e dalla digitalizzazione avanzata del sistema Italia».