Procida, Fiorenza 16 anni è la nuova “Graziella”
Procida non è solo l’Isola di Arturo, indimenticabile capolavoro di Elsa Morante vincitore del Premio Strega nel 1957, ma è anche l’isola di un altro grande letterato, il poeta francese Alphonse De Lamartine che su quest’isola, raccontano le cronache, naufragò, e fece innamorare di sé perdutamente una ragazza dell’isola, Graziella, che morì di crepacuore quando il poeta francese decise di ritornare in patria senza di lei. Quest’anno si è celebrata la Settantesima edizione della “Sagra del Mare” durante la quale, tra gli eventi più attesi, c’è l’elezione della “Graziella”, la ragazza dal cuore infranto simbolo di Procida. La scelta della giuria è caduta su Fiorenza Ferrigno, 16 anni, studentessa fiorentina, che ha prevalso sulle altre nove concorrenti in rappresentanza delle nove “grancie” (così sono chiamati i quartieri dell’isola). Fiorenza Ferrigno anche se vive a Firenze è di origini procidane, il nonno materno era il senatore dei “Verdi” Gianni Lubrano di Ricco scomparso nel 2015, la ragazza che trascorre da sempre le vacanze estive in casa dei nonni materni, ha indossato per la gara un abito antico, costume tradizionale delle donne di Procida, che appartiene da circa un secolo alle donne della sua famiglia. Il premio “Graziella” infatti non è un mero concorso di bellezza ma un evento che intende celebrare la donna procidana, ne esalta la laboriosità, la cultura e il legame con le tradizioni tipiche di quest’isola di infaticabili marittimi e pascatori con un tocco di poesia quello legato al racconto di Lamartine.
“Un giorno dell’anno 1830, entrando di sera in una chiesa di Parigi, vidi la bara d’una giovinetta, coperta da una coltre bianca. Questa bara mi ricordò Graziella. Mi nascosi all’ombra di un pilastro e pensai a Procida, piangendo a lungo. Le mie lagrime si asciugarono, ma le nubi che avevano attraversato il mio pensiero durante la tristezza del funerale non dileguarono. Rientrai silenzioso nella mia camera, svolsi i ricordi che sono tracciati in questo libro e scrissi tutto d’un fiato, piangendo, i versi intitolati: Primo rimpianto. È la nota, resa fievole da vent’anni di distanza, d’un sentimento che fece zampillare la prima sorgente del mio cuore. Ma vi si sente ancora la lacerazione d’una fibra intima che non guarirà mai”. Alphonse De Lamartine, dal libro “Graziella”.
di Luigi De Rosa
(nella foto la “Graziella 2020”, Fiorenza Ferrigno, immagine tratta dal web)