Ritrovata la microplastica anche in frutta e verdura

fruttaPer la prima volta uno studio riesce a misurare le concentrazioni di microplastiche contenute nella parte edibile di alcuni dei frutti e di alcuni ortaggi tra i più acquistati in Italia. La ricerca è stata condotta dal gruppo del laboratorio di Igiene ambientale e degli alimenti dell’Università di Catania con Mohamed Banni del Laboratoire de Biochimie et Toxicologie Environnementale di Sousse in Tunisia ed è stata pubblicata nei giorni scorsi nell’articolo “Micro – and nano – plastics in edible fruit and vegetables. The first diet risks assessment for the general population” sull’importante rivista di settore Environmental Research (Volume 187, august 2020). Già da alcuni anni si era a conoscenza del fatto che microplastiche delle dimensioni di 1 -2 micrometri (un micrometro corrisponde a un millesimo di millimetro) si trovano nell’acqua, nella birra, negli alimenti di origine animale, ma soprattutto nei pesci di mare. Averle scoperte anche in mele, pere, carote, lattughe e broccoli è triste e preoccupante. Al momento i ricercatori ipotizzano che l’inquinamento sia veicolato dall’acqua assorbita dalle radici. Resta ora da capire quali sono le conseguenze per gli esseri umani, ma anche per animali e insetti. Gli scienziati confessano che di indicazioni ne hanno già avute procedendo con l’osservazione dei nanomateriali di carbonio assorbiti dalle piante, che arrivano nei semi e nei germogli ostacolando l’assimilazione dei nutrienti essenziali (Hasen et J.Nanobiotechnol, 12 (2014), p.16). Di fronte a quest’ennesima conferma di quanto sia invasiva e pericolosa la plastica, oggigiorno non possiamo che ribadire con ancora più fermezza la necessità di ridurne la produzione e restringerne l’uso attraverso tutta una serie di accorgimenti che se attuati da ognuno di noi, potrebbero dare già da subito buoni risultati come dimostrato durante il lockdown.

a cura di Luigi De Rosa

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