Come funziona il credito d’imposta per la sanificazione di ambienti e strumenti di lavoro
Nella delicata fase di ripresa delle attività lavorative, il Governo ha introdotto un credito d’imposta pari al 50% per aiutare sia le piccole sia le medie imprese a fronteggiare le spese da sostenere per la sanificazione degli ambienti e delle postazioni di lavoro. In questa sede spiegheremo le modalità per accedere al Bonus Sanificazione, nonché le tipologie di spesa che rientrano nella suddetta detrazione.
Per la sanificazione dei luoghi di lavoro
La sanificazione degli ambienti di lavoro è essenziale per la ripresa delle attività professionali. Per tutti gli interventi di sanificazione da effettuare all’interno dei luoghi di lavoro, esiste la possibilità, per i “soggetti esercenti attività di impresa, arte o professione”, di fruire di un credito di imposta pari al 50%. La legge di riferimento è l’articolo 64 del DL 18/2020 del noto “Decreto Cura Italia”.
Per luoghi di lavoro si intendono sedi aziendali, uffici, negozi, studi professionali, ambulatori, ecc.
Chi potrà beneficiare della detrazione relativa alle spese, durante il periodo di imposta 2020, potrà farlo fino a un tetto massimo di 20.000 euro a fruitore.
Che cosa si intende per interventi di sanificazione?
Per operazioni di sanificazione non si intendono le tradizionali pulizie degli spazi. Per rendere sicuri i luoghi di lavoro dopo la pandemia è infatti necessario ricorrere alla sanificazione, ovvero all’eliminazione o riduzione della carica microbica presente negli ambienti ad uso comune, allo scopo di portare la concentrazione dei microrganismi al di sotto del valore considerato non dannoso per la salute. Nella pratica, esistono diverse tipologie di interventi di sanificazione, a partire dalla nebulizzazione di composti contenenti agenti disinfettanti (solitamente a base di cloro) fino agli interventi che includono l’utilizzo dei generatori di ozono, delle apparecchiature che generano un composto gassoso con elevate proprietà microbicide. Gli interventi di sanificazione degli ambienti con ozono rientrano tra le prestazioni compatibili con il credito d’imposta del 50% (a Roma e provincia), ma è bene fare riferimento al proprio comune, perché le condizioni di fruizione del bonus potrebbero variare.
Per la sanificazione dei condizionatori
Una menzione a parte merita la disinfezione degli impianti di climatizzazione. I climatizzatori sono potenziali ricettacoli di batteri e microrganismi patogeni e possono esporre le persone a notevoli rischi. Per questo, anche la sanificazione dei condizionatori è un tipo di intervento che rientra nel credito d’imposta del 50%. Naturalmente, forte deve essere l’attenzione alla scelta di agenti antimicrobici capaci di disperdersi velocemente, senza rappresentare un rischio per la salute umana.
Per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale
Con il Decreto Liquidità, è stato esteso il credito d’imposta del 50% anche per le spese relative all’acquisto di dei dispositivi di protezione individuale, al fine di ridurre il rischio di contagio. Guanti, mascherine, DPI, visiere, ecc, potranno quindi essere detratti nella misura del 50% e non solo; a questi si aggiunge l’acquisto di gel e disinfettanti per le mani, nonché tutti i dispositivi adottati per rendere gli spazi più sicuri, ad esempio le barriere e gli elementi divisori, i pannelli protettivi in vetro o in plexiglass. Anche in questo caso, per poter detrarre è necessario conservare tutta la documentazione riguardante le spese sostenute.
Gli accorgimenti necessari per fruire del bonus
Il Bonus Sanificazione è fruibile da chi ricorra a una ditta regolarmente abilitata a fornire interventi di disinfestazione, igienizzazione e sanificazione degli ambienti nel rispetto di quanto stabilito nel DM 274/1997 lettere C, D ed E. Inoltre, il beneficiario del credito d’imposta dovrà necessariamente produrre tutta la documentazione afferente alla spesa sostenuta: fatture, certificati di avvenuta sanificazione, referti del personale incaricato e qualsiasi ricevuta inerente alla spesa.