L’umanità ai tempi del covid-19…Verrà il giorno!

lunaDa sempre ho creduto nell’ingegno umano ma mai sulla sua bontà d’animo. Credo nell’uomo, capace di raggiungere la luna, illuminare la notte con un filo di cotone combusto, colmare le distanze con macchine d’acciaio che volano più in alto di qualsiasi uccello in natura, nella sua capacità di suscitare emozioni dipinte su di una volta o su di una parete. Temo, tuttavia, l’animo umano capace di slanci generosi ma anche di inenarrabili nefandezze.
Ho gioito, insieme ai fratelli, quando l’uomo è atterrato sulla luna. Il televisore era una macchina rudimentale, ma le immagini che trasmetteva, rigorosamente in bianco-nero, pur a scadente definizione, suscitavano sentimenti di onnipotenza. In quei giorni pareva che i romanzi di Verne potessero avere una reale attuazione. Coustou scendeva nel fondo degli oceani e dischiudeva un mondo sommerso fino ad allora sconosciuto. Maiorca portava l’uomo senza alcun supporto fino ai 100 metri. Si parlava di extraterrestri, quasi sempre cattivi, di avamposti sulla luna, del pianeta Marte come possibile valvola di sfogo alla sovrappopolazione terrestre.
L’uomo si sentiva invincibile quasi onnipotente. Guardava con supposta facilità al progresso senza limiti smemore di adeguare la sua indole. Il grande passo dell’umanità si è limitato nella falcata e nella platea dei beneficiari.
Il mondo non è quello immaginato nè da Marx, nè da Luther King nè, tantomeno, da Lennon e Marcuse così come la vita non è quella dei fotoromanzi o dei rotocalchi che trovi nei saloni di parruccheria.
Non è l’uomo ad essere malvagio eppure la sua indole è votata all’edonistico soddisfacimento dei suoi bisogni, soprattutto secondari, in un vortice d’egoistica corsa verso di essi.
L’aveva previsto Plauto, l’hanno sancito col rigore del ragionamento sia Erasmo da Rotterdam che Hobbes e, noi tutti, lo viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, soprattutto in frangenti come quello attuale, senza porvi la dovuta attenzione.
C’è chi soffre, chi aiuta e chi si ingrassa.
Da sempre, ossia da quanto si abbia memoria grazie anche alla consultazione di documenti ed immagini, lo svolgimento dell’umana esistenza si è districato su queste tre figure e il predominare di una sulle altre ne ha sancito le fasi (crisi, espansione e progresso, disponibilità universale).
Il covid19 ci ha messi a nudo, ha scoperto come le nostre certezze e le nostre comodità sono un vestito che paluda il medesimo uomo, quello delle caverne.
We don’t need another hero. Se tutti sono eroi, gli eroi non esistono. Eppure, oggi, di eroi ce ce sono tantissimi ma sono sempre singoli e sempre soli.
Chi, la mattina, esce di casa per andare a lavoro senza avere la certezza di farvi rientro, chi è sotto un casco “spaziale” per lottare a respirare, chi mette a disposizione degli altri il proprio tempo, le proprie capacità e la propria incolumità, questi sono eroi e attingono da ogni categoria. A fare da contraltare i loro stessi colleghi che disertano, vigliaccamente, le stesse incombenze che in periodi di calma avrebbero svolto con encomiabile zelo.
Striscioni sono stati esposti per medici, infermieri, ausiliari, militari, operatori di polizia, pompieri, volontari additandoli ad esempio salvo poi, al momento che tornano presso le loro famiglie in cerca di un attimo di serenità, farli sentire estranei ed indesiderati nel loro stesso condominio allorchè il “nemico” bussa alla loro porta o lascia un messaggio sulla porta bollandoli come indesiderati e portatori di sciagura.
E’ questo l’uomo da cui rifuggo: quello che incolpa gli altri per quanto accade, siano loro esseri senzienti o ultraterreni.
Inutile appellarsi al loro buon senso perchè di questo sono privi tronfi come sono del proprio egoismo. Sono gli stessi che ridevano per gli affari che avrebbero fatto con gli appalti della ricostruzione (cf atti giudiziari terremoto Marche-Lazio-Abruzzo), gli stessi che oggi gonfiano i prezzi di beni di prima necessità.
Non ci sono untori, salvo chi, pur sapendolo viola, i precetti sanitari, ma neppure ci sono monatti che possano svolgere il proprio compito senza alcun pericolo di contagio. Ci sono persone, tante persone, che svolgono in silenzio il loro oberante incarico, lontani da telecamere e notes, non avendo assicurazione di immunità.
A loro, a tutti quanti loro, il mio deferente omaggio. Io chiuso da tre settimane nella mia abitazione e nella mia “vigliaccheria”, non posso che invidiare il loro folle coraggio ed in loro e nel loro caritatevole lavoro pongo la mia fiducia e la mia speranza. Per gli altri, con l’indice teso e la postura ferma, come Fra’ Cristoforo, vi dico: verrà il giorno…

di Vincenzo Romano

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