“Covid-19…Il Paese che verrà/2”. Gennaro Fusco: il Governo della semantica!
Gennaro Fusco è un dottore commercialista napoletano che oltre a svolgere la sua professione tra la capitale del sud, Napoli, e quella del nord Milano è stato l’artefice, insieme a un gruppo di colleghi, professionisti e imprenditori, della nascita nel 2005 della Banca Popolare del Mediterraneo. Con il dottor Fusco approfondiamo quindi il tema di questo speciale da un punto di vista professionale e bancario.
Dottor Fusco da che cosa vogliamo partire in questa riflessione a cuore aperto sull’emergenza che stiamo vivendo e sui riflessi che essa avrà sulla nostra vita e sul piano socio-economico e finanziario visto che lei è un osservatore privilegiato del sistema-paese?
“In questi lunghi e incessanti giorni che caratterizzano il nostro insolito quotidiano, non mancano i momenti di analisi e riflessione circa la situazione generale e i relativi sviluppi nel medio-lungo termine. Una cosa la sappiamo bene: questa pandemia, per alcuni punti di vista al pari di una guerra globale, ha riportato il genere umano ad una condizione di smarrimento inaspettata, costringendolo, con la straordinaria forza della paura, al cambiamento e alla drastica riduzione della libertà e delle abitudini relazionali. Ma dopo?
Si sprecano gli esperti che ipotizzano scenari più o meni cupi o più o meno di grande rilancio, ma quello che è certo, è che nulla sarà più come era prima e questo per un lungo tempo”.
Al di là dell’aspetto sanitario che cosa l’ha colpita di più e come giudica l’approccio istituzionale a questa emergenza?
“Incuriosisce il lessico utilizzato ai tempi del Covid: “lockdown”, “draconiano” oppure “finanziamento senza precedenti”; ad un lettore o ascoltatore sereno, o come direbbe un amico, mediamente intelligente, appare un Governo disorientato, frastornato e con poche idee ma confuse. Certo, parlare dopo gli eventi è facile, ma chi ricopre ruoli istituzionali, dovrebbe essere pronto e preparato a gestire al meglio le situazioni di emergenza perchè “quando il mare è calmo ogni fesso è marinaio”! La gestione del fenomeno a livello nazionale poteva e doveva essere trattata con più lungimiranza, ma vale la pena di soffermarci su quello che di positivo deriverà da questa esperienza.
Quale sarà l’impatto di alcune misure adottare sia sulle famiglie sia sulle imprese?
“Ci sono le famiglie e le imprese che patiscono più di ogni altro le misure restrittive adottate. Alle famiglie, il cuore del Paese, che in questo periodo hanno riscoperto, si auspica, almeno il piacere di condividere più tempo, vanno garantite in modo indifferente, le primarie tutele della salute (a cominciare dalle mascherine gratis per tutti!) e di efficienti servizi pubblici. Alle imprese d’altro canto, vanno garantite prospettive di continuità aziendale che sono il presupposto per la crescita sana delle comunità e dei territori. I provvedimenti per le famiglie devono attenere diritti certi e fruibili non certo carità o pietà; questo aspetto avrà impatto sulle generazioni future che giudicheranno l’operato delle istituzioni nella prospettiva che tale operato non venga realizzato a proprio danno”.
Per le aziende alcune para-misure invero sono state adottate; talune davvero discutibili e rispetto alle quali, in concreto, gli imprenditori si troveranno solo a differire il momento temporale in cui gli si presenterà il conto.
1. Imposte e tasse: sono sospese fino al 30/4 le attività di accertamento e riscossione, come se magicamente gli imprenditori, dopo la festa dei lavoratori, fossero in grado di attingere a chissà quali fondi per corrispondere all’erario la debitoria.
2. A fronte di questa breve sospensione la norma prevede però che l’amministrazione finanziaria, ampli di ben 2 ulteriori anni, il termine di decadenza per gli accertamenti!
3. Liquidità: le istituzioni spingono verso le banche gli imprenditori, affinché questi si possano indebitare mettendo a disposizione, si badi, non danaro, ma garanzie statali.
Insomma più che misure, mezze-misure.
Qual è il problema più impellente per il nostro sistema produttivo?
“In questo momento, con la maggior parte delle attività serrate, la crisi di cash comincia a farsi sentire e il mondo imprenditoriale fonda il suo business proprio sui flussi cassa, che in questa fase sono praticamente interrotti.
La cosidetta fase 2 dovrebbe prevedere subito la ripartenza di alcuni comparti che possono operare anche in “remoto” e/o “background” e mi riferisco anche alle attività che comportano contatti con il pubblico. Mi spiego. Se è consentito ad un supermarket (nel quale gli assembramenti insistono per definizione) di consegnare la spesa a domicilio, perché non dare la possibilità ai piccoli esercizi (bar, pasticcerie, pub etc.) di cambiare il proprio modello di business e di distribuzione? Potrebbe essere una modalità anticipatoria di quello che naturalmente avverrà in futuro, almeno fino alla realizzazione di un vaccino, previsto in 12/18 mesi. Queste attività, per adeguarsi, dovranno implementare i modelli distributivi e quindi avranno bisogno di tempo e di regole; perché non avviarsi per tempo? Ma questo principio potrebbe rendersi applicabile a tutte le categorie dei commercianti al dettaglio. Il comparto manifatturiero vantato da questa regione, ha già mandato alle ortiche una stagione: con regole chiare, univoche e definite, vanno fatte ripartire queste realtà per non correre il rischio di perdere anche la stagione successiva”.
Che cosa ha fatto e fa la Banca Popolare del Mediterraneo per affrontare questa emergenza visto che lei ne è stato il principale fondatore e promotore nell’area napoletana e non solo?
“Per quanto riguarda la questione liquidità, noi come banca, abbiamo immediatamente recepito le norme relative alla garanzia del Fondo, mettendo in pista le procedure tecniche per rendere operativa la misura. Tra l’altro cambierà sostanzialmente il rapporto banca Cliente in quanto, a dispetto delle vocazione territoriale dei piccoli istituti, si andrà verosimilmente verso un rapporto transazionale piuttosto che relazionale. Alcune recenti modifiche normative hanno reso, fino al 31/12/2020 perfettamente legale ed avente efficacia giuridica, lo scambio di documenti anche attraverso l’invio e la ricezione di mail non certificate (pec); per le piccole banche è un cambiamento epocale, ma necessario per evitare che il Cliente si rechi di persona in banca.
Questa misura, come noto, prevede che, fermi i requisiti di Legge, si possa accedere a finanziamenti erogati, con fondi della banca, assistiti da garanzia del Fondo in misure differenti (80/90/100%) a secondo della tipologia di richiedente.
Ritengo che entro una, al massimo 2 settimane questi finanziamenti, almeno per quanto ci riguarda, possano concretamente essere erogati; il ruolo socio-economico degli intermediari ancora una volta, sarà quello di mettere in campo risorse e competenze per poter supportare il comparto produttivo in questa complicata fase”.
Come pensa abbia operato e stia operando in questa situazione il Presidente della Regione De Luca?
“Mi sarei aspettato uno slancio del nostro Governatore nel realizzare un padiglione esclusivamente “Covid” alla Mostra d’Oltremare, sito strategico che non potrà certo ospitare, ancora per lungo tempo, eventi e manifestazioni, in modo da concentrare in un unico sito, patologie e competenze professionali; potrebbe essere una possibile soluzione in caso di ritorni di crescita delle curve epidemiche. In sintesi più libertà per il cittadino ma anche più garanzie di pronta assistenza sanitaria. E’ evidente tuttavia, che risorse indisponibili e tempi burocratici complichino non poco le idee”.
Dottor Fusco lasciamoci con una riflessione su quello che, secondo lei, ci attende per il futuro?
“Il mio osservatorio economico, di dottore commercialista da lungo tempo e di esponente bancario, mi porta a fare delle ipotesi sul futuro che ci attende. Ritengo che nel medio periodo (fine 2020 inizio 2021) possano realizzarsi quei presupposti fondamentali per una ripresa economica lunga, consistente ma soprattutto duratura. Cambieranno le modalità di approccio, probabilmente saranno rivoluzionate le catene distributive, saranno tempi in cui l’amore si limiterà a vantaggio della salute, saremo più tecno e meno friendly nei contatti, saremo invogliati a consumare a km 0 piuttosto che lontano e forse avremo più tempo per apprezzare quella stagione di “normalità” che incautamente definivamo banale o routinaria e che nei prossimi tempi costituirà una delle nostre massime aspirazioni. Tutto questo, perché la sorpresa più imprevedibile (e di grande insegnamento) della globalizzazione, è stata proprio l’arrivo del famigerato CovSars 2”.