“Covid-19…Il Paese che verrà/16” Valeria Riccardi Altroconsumo
Valeria Riccardi è napoletana, ma con salde radici in Penisola Sorrentina dove rientra molto spesso al termine della sua giornata lavorativa presso la Procura della Repubblica di Napoli dove, dal 2005, svolge l’attività di magistrato onorario dopo aver svolto la professione di avvocato civilista dedicandosi alla tutela del consumatore. E’ proprio al mondo consumeristico la Riccardi dedica gran parte del proprio tempo libero nella qualità di rappresentante regionale campana dell’Associazione Altroconsumo (nata nel 1991 come Comitato difesa Consumatori) coordinando l’Ufficio di Consulenza e Assistenza Giuridica Telefonica dell’Associazione composto da legali e tecnici. Tra le sue passioni la musica, la cucina, l’ambiente, i viaggi e la filosofia orientale.
Le attività svolte dalla dottoressa Riccardi nell’ambito dell’associazionismo consumeristico sono tante e variegate come lo sono le problematiche di qualunque cittadino che si confronta con abusi e soprusi quasi quotidiani e che richiedono tutele.
Dottoressa Riccardi, l’emergenza covid-19 ha devastato le relazioni umane, sociali costringendosi a repentini cambi di abitudini e consuetudini, anche come consumatori rispetto al soddisfacimento delle nostre quotidiane abitudini. Qual è la sua opinione come responsabile di un’Associazione Consumeristica tanto importante nel nostro Paese?
“Più che di una devastazione parlerei di una occasione in cui, seppur segnatamente, ognuno di noi può rivedere se stesso, l’umanità potrà porsi alla ricerca delle condizioni ambientali migliori adattandosi ai cambiamenti climatici, temperando i disastri ecologici e proiettandosi in uno stile di vita tale da farci arginare meglio uno tsunami come il Covid-19. Di certo qualcosa cambierà negli schemi di pensiero, nelle nostre azioni tradizionali ma soprattutto nel seguire aspirazioni e desideri indotti in larga parte dall’esterno, dal consumismo, alle mode, alle pubblicità ingannevoli, ai social , una vera trasformazione epocale cui stiamo assistendo che investe tutti gli ambiti della nostra vita. Quando iniziai a collaborare con Altroconsumo, negli anni ’90 era una giovane associazione di pochi a servizio del Consumatore dove avere un punto d’ascolto per incontrare la gente, fare proprie le loro ragioni interfacciandosi con controparti forti come enti ed istituzioni locali rappresentava un punto a favore.
Quel punto oggi è diventato un valore aggiunto per 350.00 soci che sanno di poter ricevere una consulenza, una informazione, una rassicurazione, la giusta tutela su una loro problematica legata al quotidiano grazie alle riviste, alla consulenza on line, alle guide, al nostro sito”.
Secondo Lei i comportamenti di noi consumatori sono destinati a cambiare definitivamente o possiamo sperare che, prima o poi, si ritorni a quello che eravamo prima del covid-19?
“Interpretando le esigenze dei consumatori in un mondo pieno di domande Altroconsumo offre sul web una serie di risposte sul senso critico del consumo, sulla scientificità, sull’economia, sulla salute e sulla alimentazione e ancor di più su tutto ciò che rappresenta un benessere grazie a degli indicatori come diritto alla scelta, alla sicurezza dei prodotti, alla salute, all’economia, alla qualità e formazione all’ascolto ma soprattutto alla quotidianità. E proprio questa emergenza deve farci fare un passo in avanti nel diventare “protagonisti consapevolmente esperti della nostra vita” in salute, nelle tasche e nel benessere. Molti consumatori ci hanno scritto chiedendoci come approcciare alla spesa “on line” se vi sono le stesse garanzie sulla qualità dei prodotti selezionati sul web piuttosto che acquistati al banco, sulla calmierazione dei prezzi, sulla sostenibilità, sul come non sprecare, imparando ad utilizzare ciò che si ha nella dispensa rispolverando la cd. cucina della nonna”.
Il fermo totale ha costretto le imprese a rivedere la sua organizzazione e i consumatori a reinventarsi nel modo di fare la spesa, di scegliere i prodotti, di acquistarne alcuni che magari non erano mai stati in calendario come per esempio mascherine, guanti e altri prodotti per l’igiene più incisiva. Come valuta la situazione?
“Altroconsumo lanciava “La spesa che sfida” una pianificazione di come gestire la spesa, utilizzando prodotti surgelati e confezionati, facendo i conti con le scadenze, imparando a leggere le etichette e tutto ciò che c’è da sapere, insomma un buon tutor che nella fase 2 si prospetta utile. I consumatori Italiani infatti dovranno fare i conti la spesa in uno spirito diverso perché la scelta individuale per acquistare un prodotto rispetto ad un altro o dare priorità ad una vacanza, un’uscita, o un bene voluttuario inciderà sull’economia personale e del paese. Nell’emergenza abbiamo assistito ad un accaparramento dei generi di prima necessità tralasciando le promozioni e prediligendo ingredienti alimentari basici come farina, miscele, zucchero, pasta, carne frutta e generi anche un po’ tralasciati abitualmente ma divenuti quasi indispensabili in austerity. Delle stesse commodities e detergenti personali sono state fatte scorte a volontà nel timore potessero esaurirsi. Nella corsa dunque a riempire i carrelli il regime forzato di minore concorrenza ha trionfato a svantaggio del consumatore, come la scelta del supermercato o esercizio più vicino casa circostanze queste che hanno portato ad accontentarsi di ciò che si trovava sugli scaffali, dei prezzi imposti dal mercato con la conseguenza che c’è stato anche chi ha dovuto ripiegare per mancanza di scorte nel turno degli acquisti o sulla famigerata piattaforma a disposizione. Altroconsumo da sempre propende per una figura di Consumatore, Consapevole, Esperto che in maniera attenta, sicura e determinata opterà per un nuovo stile di vita, per scelte alimentari più sane ma soprattutto solidali e che rispondano alle nuove esigenze economiche. Che ben vengano produzioni di materiale legato a dispositivi di sicurezza come mascherine e guanti indispensabili compagni di lunga durata che dovrebbero essere distribuiti gratuitamente almeno alle fasce più bisognose o immessi sul mercato a prezzi poco incidenti sui costi di bilancio delle famiglie, che dovranno essere offerti ai lavoratori per farli lavorare in sicurezza nel rispetto delle norme costituzionali a tutela”.
Uno dei settori che maggiormanete ha risentito e risentirà della crisi è quello del turismo, delle vacanze. Quale sarà l’atteggiamento dei consumatori in questa ottica?
“La crisi si avvertirà in ogni campo della imprenditoria e di sicuro settori come le attività produttive, gli albergatori, la ristorazione, la stagionalità balneare e il turismo in genere in una Regione come la Campania e in particolare la Penisola Sorrentina, sprofondati nel buio più oscuro vivono una eccezionalità senza precedenti ove considerare l’apertura di locali, ristoranti e stabilimenti sapendo già di non poter accogliere i vacanzieri se non forse quelli locali, laddove consentirsi i lavoratori stagionali di sempre senza poter offrire quelle garanzie minime di un rapporto di lavoro dignitoso manca di stabilità e di speranza ma soprattutto va oltre i rischi dell’impresa non potendo nemmeno coprire i costi di gestione. Invece è proprio il non lasciarsi paralizzare da questo muro di difficoltà che potrà favorire la ripresa e di riappropriarsi del proprio lavoro rivisitato e rinnovato. Altroconsumo lanciava negli ultimi anni Trovaspiagge.it come Partiamo Insieme, piattaforme presenti sul sito a garanzia di chi si poneva in viaggia con tutte le regole di informazione e protezione sui pacchetti turistici preordinati, personalizzati e combinati e servizi ad esso collegati imponendo trasparenza, garanzie e sicurezze per i consumatori vacanzieri il tutto accompagnato da lettere e suggerimenti facilmente scaricabili da inoltrare per ottenere indennizzi e rimborsi con le stesse tutele che sono riconosciute a chi effettua l’acquisto tramite agenzie o tour operator, un vero e proprio kit da viaggio”.
Ritiene ci siano delle priorità che dovranno essere adottate nella fase di ripresa?
“Non va tralasciata quella parte di popolazione specialmente al sud che vive alla giornata e si arrangia con metodi di fortuna per la quale ipotizzare una qualche collocazione lavorativa o ripresa appare un miraggio ed è qui che lo Stato e le Istituzioni deve porsi un interrogativo forte su una problematica sempre esistita ma mai affrontata del cosiddetto lavoro nero che rischia di sfociare in condotte delinquenziali. E non potrà di certo caricarsi di sostegni mensili o buoni spesa da distribuire che sicuramente hanno colmato l’emergenza ma non potranno diventare regola fissa al mancato lavoro. La parola chiave è “crisi”, ma quella c’era già e non arriveranno gli Eurobond o qualsiasi sussidio di Governo a sanare qui al Sud l’economia piegata, non basterà un piano di risanamento di massa ma sarà necessario impegnarsi e studiare le strategie per far rinascere un paese dando una collocazione al lavoro a queste categorie onde trasformare questa tragedia in una lacerante sciagura. E’ giunto dunque il momento in cui i politici italiani si prendano cura del loro paese e non solo con il ‘Cura Italia’ ma con concrete azioni di particolarità nel particolare di vita di queste categorie di persone”.
Si comincia a intravedere una luce, dalla prossima settimana si allenta la presa dei divieti…
“Passando dal lockdown all’avvicinamento sarà necessario che gli operatori trasformino le proprie strutture ricettive per renderle consone ai protocolli di sicurezza creando protezioni in plexiglass rispettando distanze necessarie, sanificando i locali, presentando sul web il rinnovamento intrapreso e le modifiche apportate per garantire una sana accoglienza favorevole ad una conservazione delle abitudini e degli stili di vita di sempre ma rispondente al cambiamento dei tempi. Prenotazioni a ristorante, turni di entrata e uscita, riserva di tavoli personalizzati per famiglie o coppie evitando calca e assembramenti fuori i locali, igiene massima, disinfezione continua, stessa cosa per gli alberghi o b& b che dovranno garantire massima attenzione alla clientela, sanificazione degli ambienti, apposizione di dispenser, messa a disposizione dei dispositivi all’occorrenza dando prevalenza alla qualità e non alla quantità del servizio offerto nella maggiore competitività. Le amministrazioni locali dovranno garantire nella riapertura sanificazione di strade, parchi e organizzare attrattive cittadine inusuali per creare spensieratezza nel tmpo libero, valorizzando arte, cultura, gastronomia e mare dove si potrà privilegiando la protezione della cittadinanza anzi facendo rispettare quei protocolli ancor di più, pena sanzioni previste per legge in caso di inosservanza. Gli stabilimenti dovranno rinunciare a quelle lunghe file ricavate di sdraio e lettini per cedere il posto alla aria di mare e al gusto della riservatezza in spiaggia dimenticando sovraffollamenti o intensificazioni di pubblico anche nelle ascensori per raggiungere i lidi, la sanificazione della sabbia, piattaforme o quanto altro per puntare ad una sorta di spiaggia sicura. Solo optando per una piattaforma italiana a sostegno del Made in Italy si potrà rivalutare l’imprenditoria nostrana a ripresa di un mercato e di una economica tracollante che potrebbe inverosimilmente rivelarsi a vantaggio dell’utente che vuole riscoprire il piacere di andare a mangiare una pizza, di andare al mare, di soggiornare in un ambiente sano e sicuro, un forte segnale ristrutturante nel know own per gli operatori”.
Come ha reagito la sua Associazione che, ricordiamolo, ha sede a Milano di fronte a questa emergenza?
“Altroconsumo ai primi casi di contagi in Lombardia ha fatto una scelta aziendale di grande sensibilità e consapevolezza rispetto al tempo che verrà… Innanzitutto predisponendo la messa in sicurezza del personale che ha potuto così operare in smart working; estendendo poi il servizio di consulenza a tutti i consumatori soci e non soci che approcciavano al sito è rimasto a disposizione di un pubblico di persone in difficoltà anche nell’interpretazione delle regole da seguire nella fase emergenziale;
sostenendo la campagna “Aiuta Ora il Niguarda” ha operato fino ad ottenere oltre 56.000,00 euro quale raccolta fondi per questa emergenza salute a servizio di una giusta e dolorosa causa. Possiamo dire che il Covid-19 ha solo anticipato una rivoluzione delle cose e degli stili di vita introducendoci burrascosamente nel cambiamento in attesa che la malattia, orfana di una cura trovi nella medicina la sua ancora di salvezza”.