“Covid-19…Il Paese che verrà/15”: Paolo Trapani, il calcio
Lo sport ha subito lo stop alle gare e con esso il circuito mediatico internazionale nel momento clou della stagione. Mentre quasi tutti i campionati sono stati dichiarati conclusi, per il calcio restano aperti ancora spiragli per completare la stagione e i diversi campionati. Ne abbiamo parlato con Paolo Trapani, giornalista e scrittore, autore di alcuni libri disucesso come “Maledetta Juve” e “Napoli città del calcio”.
E’ in corso un dibattito sulla possibilità imminente di ripresa dello sport in generale e del calcio in particolare. Crede che possano veramente riprendere il campionato di calcio e gli altri tornei di sport agonistico con la crisi sanitaria ancora in atto?
“Penso che occorra essere molto prudenti. I rischi non sono pochi e il coronavirus è tutt’altro che debellato. Nello specifico alcuni studi tecnici e scientifici mettono in guardia dal far tornare a breve i calciatori in campo, soprattutto se come si può immaginare si giocheranno tantissime partite in poche settimane. Spostare, poi, decine di calciatori con decine di altre persone dello staff sportivo dei club è un ulteriore fattore di rischio che può alimentare nuovi focolai”
Perché pensa sia così rischioso rimettere in moto la macchina sportiva?
“Nei giorni scorsi il collega Paolo Ziliani, su Il Fatto Quotidiano, ha spiegato come secondo specifici studi scientifici i contagiati da Covid possono essere a rischio sopratutto cardiaco perché il coronavirus non colpisce solo i polmoni ma anche il miocardio. Come sappiamo, purtroppo in Serie A come in altri sport, si sono registrati molti casi. Dunque questo allarme della comunità scientifica è tutt’altro che da sottovalutare. Purtroppo Ziliani è stato tra i pochi, se non l’unico, a segnalare questo enorme problema”.
Si può trovare un soluzione a questa situazione?
“Il fattore tempo. In Olanda ad esempio hanno già deciso di non ripartire prima di settembre. Mi sembra una scelta di buon senso, la prudenza massima in attesa di conoscere nuovi rilievi della scienza, così da riprendere in maggiore sicurezza più in avanti. Oggi, soprattutto il calcio per ragioni economiche, con i milioni di euro che sposta, ha fretta di ripartire, ma come è noto la fretta da sempre è cattiva consigliera.
Qualche settimana in più di stop non può che aiutare a ricominciare in maggiore sicurezza per tutti. Si può evitare di assegnare qualche titolo sportivo, la vita umana è molto più importante. Inoltre se veramente il campionato dovesse riprendere lo farebbe senza il suo elemento essenziale: il pubblico ed i tifosi. Dunque la fretta di ripartire ha molte controindicazioni e pochi vantaggi effettivi”.