La raccolta notturna delle olive regala un olio extravergine straordinario: parola di contadino.
Nella Tuscia a Montefiascone, provincia di Viterbo, c’è un olivicoltore testardo e geniale, un po’ come tutti i contadini vincenti, Pierluigi Presciuttini, che per le sue cinquemila piante di olivo ha preso due scelte la prima pratica, la seconda rivoluzionaria. Quella pratica consiste nell’adozione della potatura “a vaso policonico semplificato”. In pratica gli alberi vengono potati in modo tale da creare tanti coni con la base rivolta all’ingiù. Questo fa sì che la maggior parte delle olive cresca sui rami più bassi, ciò renderà meno faticosa la raccolta. Sempre per i suoi ulivi, Presciuttini ha bandito diserbanti e pesticidi, lascia invece che l’erba cresca ai piedi delle piante, una scelta green che è una garanzia per i consumatori. Ma parliamo della sua revolutionary choice, la scelta di raccogliere le olive di notte. La scoperta, come tutte le “grandi” scoperte avvenne per caso, un giorno d’estate, con il termometro che segnava i 32 gradi, si decise di raccogliere le olive la sera, e di portarle al frantoio di notte, l’olio che se ne ricavò risultò il miglior extravergine di quell’annata. Presciuttini cominciò a studiare la faccenda, come tutti quelli che amano il proprio mestiere volle capire le ragioni dell’accaduto per trasformare una scoperta fortuita in esperienza da fare propria e tramandare ai posteri. In pratica, spiega Presciuttini si è capito che raccogliendo le olive in assenza di luce solare, non si attivavano fermentazione e processi di ossidazione, portando le olive ai frantoi di notte, si evitavano le code e le relative attese, infine l’olio versato in boccioni con il vetro scuro e conservato al buoi per dieci giorni in contenitori sigillati aveva una prima decantazione migliore. Il prodotto così ottenuto poi, sempre Presciuttini spiega che va imbottigliato in bottiglie con speciale vetro violetto che impedisce alla luce solare di penetrare, questo garantisce una superprotezione dai processi d’invecchiamento e mantiene nel tempo l’olio che alla fine di tutto questo processo al “buoi” risulta essere un ottimo extravergine d’oliva. Ora tocca ai consumatori verificare se “l’olio nottambulo” , com’è stato ribattezzato dalla stampa specializzata, sia veramente migliore di quello raccolto alla luce del Sole. Noi crediamo proprio di sì.
A cura di Luigi De Rosa
(la foto presente nell’articolo è tratta dal web)