Che cos’è l’Europa? Riflettiamoci prima di andare a votare

elezioni-europeeIl grido che si alza forte dai palchi nelle piazze invita a recarsi alle urne a votare per cambiare questa Europa o, addirittura, per uscire da essa.
Correva l’anno 1944. L’Europa bruciava sotto le bombe e i colpi delle artiglierie; le camere a gas ed i forni crematori celati nei campi di concentramento lavoravano a piene regime, giorno e notte, mentre su di una isola dell’arcipelago pontino uno sparuto gruppo di utopisti al confino discuteva della possibilità di avere una Europa unita.
E’ trascorso più di mezzo secolo e quella visione, in parte, si è avverata.
Lo sforzo fatto da governanti illuminati ha creato un qualcosa di inimmaginabile, anche se imperfetto e oggi permette a persone e merci di poter liberamente circolare attraverso 28 Stati del vecchio continente. Dal 1992 non esiste più la “fuga dei cervelli” ma solo uno spostarsi all’interno dell’Unione Europea e la possibilità di poter lavorare senza vincoli territoriali.
La spinta propulsiva di fine secolo scorso si è andata spegnendo non appena si è cercato di mettere mano all’armonizzazione dei sistemi impositivi e dei regimi fiscali.
Le strutture europee, causa l’opposizione delle cancellerie nazionali, si sono ripiegate su se stesse normando argomenti che raramente vengono compresi dai non-addetti-ai-lavori e l’avvento di nuovi membri e di uno strisciante nazionalismo hanno reso invise le istituzioni europee.
Di chi è la colpa?
Di certo un mio connazionale potrebbe dire che l’Europa è fonte di ogni male, forse anche della peste nera e delle dieci piaghe d’Egitto. Le colpe, esimio, debbono essere ricercate nella ineducazione imperante. Siamo pronti a dire che l’euro ci ha rovinato e che sarebbe bello ritornare alla lira. Come può un semplice mezzo di pagamento, quindi una cosa, essere causa di ogni male. Di certo non lo è l’auto anche quando investe un gruppo di ciclisti per il semplice fatto che dentro la cosa c’è la mano dell’uomo e la sua imperizia. Non è il mezzo ad essere buono o cattivo, bensì l’uso che se ne fa.
Alcuni pensano che il nostro Paese contribuisca al bilancio dell’Unione in misura eccessiva a quanto questi partecipi al nostro bilancio statale. In termini assoluti ciò costituisce il vero, ma non si va mai oltre cercando di scavare sulle ragioni. I cosiddetto Fondi Strutturali (sovvenzioni a progetti strutturali) non vengono presentati. E questo è colpa dell’Europa? No è delle rappresentanze nazionali che pensando all’oggi ed al consenso a breve.
L’Europa era ed è una magnifica opportunità con i vantaggi, nettamente superiori agli impegni negativi basta saper porre in essere i progetti idonei.
Mi piacerebbe, stavolta, instaurare un confronto educato e costruttivo con chi ritiene l’Europa una zavorra per dibattere sugli argomenti che più stanno a cuore.

di Vincenzo Romano

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