Gioco d’azzardo e riciclaggio denaro, la normativa europea

denaro riciclato

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Dagli anni ‘90 ad oggi il gioco d’azzardo ha vissuto più vite, nella velocità delle evoluzioni digitali è rimasto ben poco degli albori e tutto è mutato assieme al perfezionamento delle tecnologie e dei sistemi di sicurezza. Questi ultimi sono stati assolutamente fondamentali ai fini di questa espansione, stiamo parlando di un mercato che nell’ultimo lustro è cresciuto a ritmi esponenziali e con i ricavi della raccolta ha visto moltiplicarsi anche i tentativi di azioni fraudolente.
Oggi il gioco d’azzardo online si prepara a lanciare l’assalto alla rete fisica e superarla nella raccolta, rappresentando il vero futuro di questo settore che probabilmente conoscerà una rivoluzione prima nelle modalità di fruizione e poi dei giochi veri e propri. Nel frattempo i governi cercano di farsi trovare pronti e al passo coi tempi per quanto riguarda le leggi che regolano il settore, in tal senso la Comunità Europea ha fatto già dei grossi passi avanti.

La V Direttiva Antiriciclaggio dell’Unione Europea

Pur non essendoci nel vecchio continente una norma apposita che regoli il gioco d’azzardo, ma solamente delle linee guida non vincolanti (che quindi non tutti i paesi rispettano), nelle direttive contro il riciclo di denaro proveniente da fonti illecite si fa ampio cenno anche a tutto ciò che riguarda le pratiche fraudolente del gioco d’azzardo.
La legge più moderna in tal senso è la V Direttiva Antiriciclaggio, in realtà una sorta di più moderna versione delle regole già espresse nella direttiva precedente. Era il 2015 quando fu redatta la IV Direttiva, pochi mesi dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi (il più emblematico di una serie di attentati da parte dello Stato Islamico che caratterizzerà il 2015). La direttiva in questione fu scritta proprio nell’ottica di ostacolare in tutti i modi il finanziamento di questi attentanti, foraggiati con molteplici strategie. Quindi la legge fu soprattutto incentrata, per quanto riguarda il gambling, sul ruolo degli operatori di gioco e i sistemi di automazione per effettuare i controlli sulla audience, l’aggiornamento ha poi allargato l’estensione dei soggetti inclusi dalla direttiva e migliorato le parti relative alle valute virtuali. In sintesi ecco cosa chiede la Direttiva agli Stati membri cui è rivolta:
• ogni singolo account di gioco deve essere riconducibile ad una titolarità verificata;
• impedire i pagamenti tramite valute virtuali coperte da anonimato e carte prepagate emesse da paesi terzi ritenuti non affidabili;
• richiesta di maggiore apertura alle informazioni di utilità comune da parte di enti quali le unità di informazione finanziaria (FIU) e le autorità centrali antiriciclaggio dei rispettivi paesi europei;
• riduzione di affari e interessi economici con paesi terzi ritenuti non affidabili.
L’Italia ha recepito queste leggi tramite il Decreto Legge n.90 del 25 maggio 2017 che in buona sostanza chiama in ballo tutte le accortezze richieste da Bruxelles. D’altronde è proprio lo stivale uno dei paesi europei dove il gioco digitale sta facendo registrare i numeri migliori e, come già detto, maggiore è la raccolta maggiori sono i tentativi di azioni fraudolente.

Multi-accounting

D’altronde il gioco d’azzardo, in particolar modo il gambling online prevede sistemi di gioco perfettamente adattabili a certi tipi di frodi che, quando vengono scongiurate dal progresso tecnologico e giurisprudenziale, si evolvono e si ripropongono a seconda dei tempi. Un esempio su tutti è il multi-accounting: l’utilizzo di più account di gioco sullo stesso operatore in modo da poter governare più alias iscritti ai medesimi tornei.

Questa pratica è stata usata ampiamente soprattutto nella preistoria del gioco d’azzardo online, eppure continua a tornare ciclicamente portando sempre delle novità apportate. All’inizio era molto semplice, bastava creare questo doppio account e iscriversi agli stessi tornei, nel caso si veniva scoperti spesso si adduceva alla scusa che quell’account fosse di un parente stretto e convivente. La pratica fraudolenta è stata arginata nel tempo con il blocco degli account iscritti ai tornei dagli stessi indirizzi IP, ma presto è arrivato anche il modo per nascondere gli indirizzi IP.

Chip dumping

Il gioco online ha prestato il fianco anche a nuove pratiche fraudolente riguardanti il riciclo di capitali delle organizzazioni criminali. Particolarmente adatto a questo genere di operazioni sono i tornei di poker, scopa, briscola e giochi di carte di vario genere, i cosiddetti skill games che abbondano sulle library degli operatori di gioco più importanti. Questi sono giochi in cui spesso c’è la possibilità di un confronto uno contro uno, basta essere d’accordo con il proprio avversario per effettuare le transizioni di denaro e così facendo “ripulirlo”.

Questa tattica viene definita in gergo tecnico chip dumping, ovvero lo scarico delle fiches. In pratica funziona così: due soci siedono a un tavolo digitale, giocano una partita uno contro uno o con altri pochi giocatori, quando ne hanno la possibilità uno perde volontariamente i soldi che deve all’altro, questi soldi vengono quindi riciclati dal sistema di gioco al prezzo della commissione che generalmente si aggira intorno al 10%. Questo sistema può servire a riciclare denaro, ricevere pagamenti e finanziare attività illecite. Ovviamente, come abbiamo visto finora, anche in questo caso la giurisprudenza europea ha cercato di mettersi al passo coi tempi e dettare la linea per gli Stati membri con la richiesta di maggior trasparenza sui singoli account di gioco e la verifica di ogni movimento di denaro sospetto. (Luigi De Rosa)

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