The Rock Trading e l’anomalia italiana del trading di criptovalute

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NAPOLI – The Rock Trading è una piattaforma unica nel suo genere in Italia. La sua particolarità risiede nel fatto di essere l’unico exchange made in Italy per le criptovalute. Nel nostro Paese, infatti, questa figura è totalmente assente. Chi possiede dei bitcoin, per scambiarli, deve affidarsi a piattaforme estere come Coinbase o Cex.io. Queste vengono considerate più vicine alle necessità di chi investe perché abbattono la barriera linguistica e favoriscono una più facile comprensione dei regolamenti legati alle attività di cambio.

The Rock Trading è una società fondata nel 2007 da due imprenditori italiani, Andrea Medri e Davide Barbieri. Nasce inizialmente come una “Virtual Insurance Company” in Second Life dove veniva utilizzato prevalentemente per lo scambio dei LindenDollars. Dal 2010 vi è stato un cambio di rotta che ha portato la piattaforma a offrire una sezione dedicata alla gestione dei fondi ed al trading di quote e valute. Un anno dopo è avvenuto il primo scambio in bitcoin. Con il tempo ha migliorato le sue funzioni, aprendo agli scambi di Ethereum, BitcoinCash, PeerCoin e Zcash. La società inizialmente aveva sede a Malta, ma, nell’ultimo anno, è tornata in Italia.

Ha un’interfaccia facile, intuitiva e completamente in italiano, oltre ad un’assistenza tecnica tempestiva. Il limite di tutto ciò è che si tratta di un sito a pagamento. Per registrarsi, infatti, si deve avere un codice di invito, oppure pagare una “tassa d’iscrizione” di 100 euro che verrà poi parzialmente scontata dalle fees (spese relative alla compravendita). Una volta registrati e proceduto all’identificazione dei documenti e del conto si potrà procedere alle operazioni.

Come tutti gli exchange, anche The Rock Trading ha delle commissioni sui prelievi, acquisti e vendite. Per un acquisto o vendita trattiene dallo 0.2 allo 0.02% della somma acquistata o venduta. Per gli ordini nascosti invece, esse salgono allo 0.3%. Infine, non vengono applicate commissioni ai depositi, né in euro né in criptovalute.

Il fatto che The Rock Trading sia l’unico exchange italiano sulle criptovalute è una caratteristica tutta nostrana. Mentre nel mondo proliferano le piattaforme di questo tipo, il Belpaese è fermo al palo. Fa specie che ciò avvenga in un Paese tra i primi a dare una definizione delle criptovalute. La legge sull’antiriciclaggio risalente al 2017, ha fatto riferimento per la prima volta alle criptovalute equiparandole alle valute estere. Tale testo cerca di regolamentare i soggetti autorizzati a cambiare le valute attraverso un database dedicato curato dall’Organismo degli Agenti e dei Mediatori. C’è una falla nella legislazione italiana proprio in materia di exchange: non esiste nessuna tassazione per questo tipo di operazioni. L’assimilazione alle valute estere crea, infatti un problema. Le criptovalute sono tassabili solo se il loro valore supera 51,645 euro in sette giorni dal primo acquisto. In caso contrario, la compravendita, per lo stato italiano non è da considerarsi un’attività speculativa.

Con queste premesse, risulta molto strano rilevare che nessuno abbia investito in siti exchange nel nostro Paese. (LDR)

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