M5S: il Governo ammette che l’Enit va riformato
ROMA – “Il Governo glissa sulla gestione opaca dell’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo controllata dal Ministero dei Beni Culturali, e ammette che va riformato per aumentarne la capacità operativa”. Così Mattia Fantinati, deputato del M5S in Commissione Attività Produttive, commenta la risposta del Governo all’interpellanza urgente sull’assunzione senza trasparenza di tre nuovi dirigenti in Enit. “Nell’ultimo anno l’Enit non ha prodotto alcuna strategia o atto utile per il rilancio del turismo in Italia, nonostante l’assunzione dei tre nuovi dirigenti, la cui procedura è stata dettata da un regolamento ad hoc e non sulla giurisprudenza esistente – incalza Fantinati – Un modus operandi, che bypassa la formula dei concorsi pubblici, reso possibile dal fatto che l’Enit nel 2015 è stato trasformato in ente pubblico economico sul cui operato dovrebbe vigilare il Ministero dei Beni Culturali. Ecco chi sono: il direttore esecutivo Giovanni Bastianelli (pagato 120 mila euro l’anno), assunto a tempo indeterminato anche se il suo contratto, in base alla normativa vigente per questo tipo di posizione, dovrebbe essere a tempo determinato; il direttore finanziario Leonardo Francesco Nucara (90mila euro annui); il direttore Marketing Digitale, Roberta Milano (95mila euro l’anno), già consulente del ministro Franceschini e per altri dicasteri del Governo Renzi”. “Tre nuove figure che costano complessivamente ai cittadini 305mila euro l’anno. A queste si aggiungono glib incarichi in odor di conflitto d’interessi come quello di Lazzerini, responsabile della compagnia aerea estera ‘Emirates’ e Antonio Nicola Preiti, proprietario al 77% di una società, ‘Sociometrica’, che si occupa di promozione turistica. Eppure non dovrebbe essere difficile promuovere l’Italia, primo Paese nella classifica delle mete turistiche desiderate. Di sicuro l’offerta turistica non si rafforza con sprechi come i 500mila euro spesi per due stand alla Fiera si Mosca. Il M5S non si fermerà. Porteremo il caso della gestione dell’Enit all’esame dell’Anac e della Corte dei conti”.
Domenico Cacciapuoti