Inchiesta GdF: il generale Vito Bardi totalmente estraneo alle accuse, archiviazione richiesta dai PM
Vito Bardi, generale della Guardia di Finanza, esce a testa alta dall’inchiesta della Procura di Napoli avviata nel 2014, definitivamente prosciolto da ogni accusa a seguito della richiesta di archviazione da parte degli stessi PM che l’hanno indagato: Vincenzo Piscitelli, Henry Woodcock e Celeste Carrano. Il decreto di archiviazione porta la firma del Gip Tommaso Mirando e restituisce a Bardi l’onore di una carriera spesa interamente al servizio dello Stato e che, all’epoca dei fatti, lo vedeva ricoprire il ruolo di comandante nazionale in seconda del Corpo SIA. Non esistono ipotesi di illeciti nella condotta di Bardi per cui è sono cadute tutte le accuse su cui era stata costruita l’inchiesta in merito a presunte tangenti versate da imprenditori in cambio di verifiche soft. La vicenda suscitò scalpore con la doppia perquisizione, domiciliare e in ufficio, disposta dalla Procura ai danni di Bardi che, all’epoca dei fatti, era in corsa per diventare il numero uno della Guardia di Finanza. Bardi ha sempre professato la propria innocenza e i suoi difensori hanno dimostrato l’insussistenza di qualsiasi addebito anche se il generale non ha mai ottenuto, pur avendolo richiesto, di essere interrogato dai PM. Analoga vicenda, con protagonista anche stavolta il PM Woodcock, si era verificata nel 2011 quando Bardi fu indagato per la vicenda della P4, inchiesta da cui è uscito senza alcun addebito e con lo stesso procedimento di archiviazione. Coincidenze giudiziarie su cui Bardi non esprime alcuna valutazione, soltanto il rammarico di non aver mai potuto essere ascoltato dagli inquirenti per spiegare la sua versione dei fatti sapendo di essere del tutto estraneo alle accuse rivoltegli. Oggi Bardi è in pensione e il suo pensiero va, inevitabilmente, alle occasioni di carriera sfumate dopo 45 anni di onorata attività e che potevano vederlo assurgere a comandante generale della GdF o ad altri prestigiosi incarichi. Opportunità sfumate per queste inchieste di cui il generale non conosce ancora l’origine, cioè chi l’abbia accusato e perchè. Forse è solo questa la curiosità che cercheranno di soddisfare i suoi legali, mente resta l’amaro in bocca per aver dovuto patire ingiustamente accuse gravissime e destituite di fondamento per le quali non ci potrà mai essere un giusto risarcimento d’immagine e di carriera.