Regione Campania, anche De Luca indagato con Mastursi e altri cinque
“In relazione all’annunciata indagine nei miei confronti, nel dichiarare senza alcun margine di equivoco la mia totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta, chiarirò ogni aspetto in una conferenza stampa nella mattinata di domani. È mia intenzione fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando. Ho già dato incarico al mio avvocato per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non un problema. E su questo, come sempre, lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza“. Con queste parole pubblicate sul suo profilo facebook il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, rivela il suo coinvolgimento nell’inchiesta condotta dalla Procura di Roma e che, oltre al suo ormai ex capo della segreteria, Nello Mastursi, vede indagate altre 5 persone fra cui anche il magistrato Anna Scognamiglio e il marito. Quest’ultimo infatti, in cambio della promessa di un incarico nella sanità, avrebbe promesso a Mastursi un intervento sulla moglie relatrice della sentenza sull’applicazione della legge Severino nei confronti di De Luca. Le perquisizioni, a casa e nell’ufficio regionale di Mastursi, hanno fatto il resto anche se dalla Regione è stata diffusa la notizia che Mastursi si è dimesso da capo della segreteria politica per motivi personali legati alla sopraggiunta impossibilità a gestire il doppio incarico di capo della segreteria di De Luca e di responsabile dell’organizzazione del PD regionale. Una bugia presto scoperta che ha allungato un’ombra anche sulla correttezza dell’informazione della Presidenza Regionale. Quasi contemporaneamente Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione, ha annunciato verifiche sulla gestione del business dei migranti in Campania dove si potrebbe registrare una vicenda analoga a quella di mafia capitale. Insomma la Regione Campania torna nella bufera con indagini che possono aprire squarci devastanti anche nel PD.
Domenico Cacciapuoti