Riferimenti Gerbera Gialla, per ricordare Gennaro Musella

musellaAnche quest’ anno una serie di iniziative ricorderanno Gennaro Musella, vittima innocente di un ”cartello ‘ndrangheta- mafia”. Le attività sono promosse e coordinate da sua figlia Adriana Musella, Presidente di “Riferimenti-Gerbera gialla”, dalla Dirigente Scolastica Mariella Russo del Liceo “Piria” di Rosarno. Interverranno il Presidente del Senato Piero Grasso, il Dott. Giuseppe Lombardo, magistrato della DDA di Reggio Calabria, il Dott. Pierpaolo Bruni della DDA di Catanzaro, rappresentanti delle istituzioni, gli studenti calabresi e tutti quelli che sentiranno la necessità di non dimenticare.

Ma qual è la storia di Gennaro Musella?

Reggio Calabria, 3 maggio 1982: Gennaro Musella veniva ucciso; il suo corpo dilaniato dall’esplosivo, stimato pari 4,4kg di tritolo, posto nella sua auto, sotto la sua abitazione, in orario mattutino e in pieno centro cittadino, lo distruggeva: una macchia grigia, in alto su di un palazzo di fronte casa sua ricorderà a sua moglie e ai suoi figli che lì era arrivato il cervello di un uomo buono, onesto,di un uomo che aveva creduto di poter fare di Bagnara Calabra un’altra Positano.

Gennaro Musella, ingegnere salernitano, trasferitosi a fine anni Sessanta, in Calabria per motivi di lavoro come specializzato nel settore dell’imprenditoria marittima, costruiva scogliere artificiali per proteggere la linea ferrata dalle mareggiate e aveva fatto di Bagnara la sua base ove aveva acquistato una cava di pietra; qui aveva sognato un futuro diverso, fatto di casette, terrazzamenti e di lavoro che, insieme a questo imprenditore, arrivò per tante famiglie. Un giorno il sogno sembrò poter diventare realtà. Era stata indetta una gara d’appalto per costruire un porticciolo turistico, ma l’ingegnere ne aveva denunciato gli illeciti da parte dell’ impresa Costanzo di Catania: offerta al ribasso che non giustificava nemmeno, tra l’altro, i costi dei materiali e i coefficienti orari degli operai; per questo la gara veniva annullata e il Genio Civile aveva dovuto indire un secondo bando. L’ingegnere, convinto di un mondo basato sugli ideali di onestà e giustizia, forse, non si rese nemmeno pienamente conto di quanto gli stava accadendo tanto era fiducioso nella vita. Non arrivò alla seconda gara d’ appalto (aggiudicata, poi,all’imprenditore catanese Graci). L’allarme di un patto criminale espansivo del mondo dell’ imprenditoria con l’ intermediazione di mafia, burocrazia, amministrazione, politica tra Sicilia– Calabria e oltre, era stato già dato dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nella sua ultima intervista a Giorgio Bocca, con esplicito riferimento a quei “Cavalieri del Lavoro” di Catania che Pippo Fava nel primo numero de”I Siciliani” del gennaio1983 chiamava “I quattro Cavalieri dell’ Apocalisse mafiosa”. L’assassinio di Gennaro Musella fu frutto di commistioni di malaffare tra mafia catanese e ‘ndrangheta calabrese; inizialmente attribuito a ignoti, riconosciuti e condannati, poi, i colpevoli che, però, deceduti, non hanno mai pagato per il feroce omicidio dell’ ingegnere salernitano. Dopo ventisei anni dalla sua tragica morte, nel novembre del 2008, Gennaro Musella viene riconosciuto dal Ministero degli Interni, come vittima innocente di mafia.

Anni di lotte, con coraggio e determinazione per opporsi al “Sistema”, ha portato avanti sua figlia Adriana, che non ha ceduto al ricatto del silenzio o di chi le indica il quieto vivere e il sonno della coscienza; ha,invece,continuato a ricercare la verità e ha fondato “Riferimenti “ Coordinamento Nazionale Antimafia per non dimenticare; ha tenuto vivo il ricordo e l’esempio di suo padre racchiudendo in un fiore, la gerbera gialla, la sua speranza e quella di tutti quelli che credono di poter costruire coscienze libere e giuste. Adriana noi saremo con te. Non dimenticheremo.

Carmen Sicignano

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