Auto a km Zero, consigli e considerazioni prima dell’acquisto
Il fenomeno è esploso quindici anni fa, quando ancora non si sapeva nulla della auto a km 0. In quel periodo, le concessionarie si accontentavano di ricevere un bonus dalla casa automobilistica che poi dividevano con il cliente. Con il perdurare della crisi, non è stato più possibile assicurare una domanda adeguata di vetture per l’offerta proposta dalle case madri (come ad esempio Volkswagen), così i rivenditori hanno scelto di inserire nel proprio listino un certo numero di auto a km 0.
Utile per il consumatore, certo, ma anche per le case automobilistiche che non possono in alcun modo bloccare la produzione. Se non vi sono clienti reali, l’offerta viene soddisfatta da quelli fittizi. Fittizi per modo di dire, poiché l’immatricolazione delle auto è del tutto legale e avviene al nome della concessionaria, che poi effettua il passaggio di proprietà al cliente finale.
Occorre però capire se acquistare un’auto a km 0 rappresenta veramente un buon affare. In prima analisi, è bene tenere presente i motivi che hanno spinto la casa madre a segnalare un’eccedenza di mezzi. Se il surplus è limitato, può essere riconducibile alla concorrenza, al lancio di un nuovo prodotto o a una sovrapproduzione di modelli vecchi in attesa di quello nuovo. In questo caso, le auto a km 0 (potete trovare auto a km 0 su questo portale), sono utili e con motivazioni giustificate e trasparenti.
Il discorso cambia nel caso di eccedenze preoccupanti nello stock sui piazzali, segno di domanda sovrastimata per un prodotto che non soddisfa. In tempi di crisi, questa forma di vendita è sicuramente la più valida per ottenere liquidità in tempi brevi. Se l’auto a km 0 rappresenta un buon compromesso per coloro che vogliano risparmiare qualche soldo, il discorso non è valido per i veri appassionati, che difficilmente si piegano a una vettura che ha passato mesi su un piazzale, sotto sole e pioggia.