Non sono convinto della bontà della ripresa economica americana

frecciaSantolo Cannavale propone una riflessione sull’articolo di Vittorio Da Rold pubblicato il 14 giugno 2014 su Il Sole 24 Ore.

“I dati riportati nell’articolo di Vittorio da Rold rappresentano una delle possibili spiegazioni per cui la borsa americana e per essa gli indici DJIA e Nasdaq Composite (titoli tecnologici) continuano imperterriti nella loro corsa al rialzo. I due indicatori, alla chiusura del 13 giugno 2014 hanno segnato rispettivamente: 16.775 e 4.310.
I valori minimo e massimo registrati nel biennio trascorso sono: 14.551 e 16.845 per il DJIA e 3.294 e 4.371 per il NASDAQ Composite.
Dunque la ripresa dell’economia americana ha andamento sano e compatibile? Mi siano consentiti alcuni dubbi in proposito.
In ogni caso è prevedibile nei prossimi giorni o mesi una (salutare) correzione all’ingiù di NASDAQ e DJIA. Questa tesi trova conforto nella statistica e negli andamenti grafici degli anni passati.
Le future mosse, annunciate o minacciate, della BCE e gli sviluppi delle questioni Ucraina ed Iraq (leggi: gas e petrolio) potrebbero cambiare il corso degli eventi e le previsioni borsistiche.
D’altro canto gli Stati Uniti stanno facendo di tutto per creare condizioni politiche e di mercato a livello internazionale utili a piazzare il loro gas, estratto mediante fratturazione idraulica di rocce sotterranee (fracking), a quanto pare eccedente rispetto ai bisogni ed ai consumi interni.
Le vicende belliche in Ucraina ed in Iraq con i loro percorsi imprevedibili potrebbero spaventare gli investitori e far spostare risorse ed investimenti dall’Europa agli Stati Uniti.
A quel punto la borsa americana proseguirebbe il suo cammino di crescita, fino a quando ….. fino a quando non si sa. E qui entriamo nella sfera dell’imponderabile.
Tutto questo a prescindere dalle correzioni, più o meno sostanziose, nel numero di occupati nei pubblici servizi degli Stati americani, così come documentato dall’OCSE”.

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