Califano: “Bini Smaghi a Sorrento….Non è stato un salotto come gli altri!”
SORRENTO – La presenza di Lorenzo Bini Smaghi, presidente di SNAM e già membro del Consiglio Direttivo della Bce, al Museo Correale di Terranova è stata un successo e una grande soddisfazione per gli organizzatori. Un evento che ha permesso a tanti di conoscere da vicino uno dei più autorevoli esperti di temi europei a livello internazionale entrando nel vivo di un dibattito che non è solo politico, ma anche socio-economico perchè i temi dell’Euro e dell’Europa riguardano tutti da vicino, cittadini e istituzioni, banche e imprese, giovani e anziani. Neanche quindici giorni fa, del resto, si è votato per le elezioni europee (con i risultati che tutti conosciamo) e anche questa volta è emerso un dato tutto italiano: l’assoluta incoerenza del dibattito politico nazionale trasformato per l’ennesima volta nel solito test sulla politica italiana e sul governo prescindendo dai temi europei. A Sorrento Smaghi c’è venuto per presentare gli ultimi suoi due libri intitolati: “Morire d’Austerità” e “33 false verità sull’Europa“. Ne discutiamo con Vincenzo Califano, giornalista e moderatore del dibattito, per comprendere il significato di un’iniziativa così importante e per ragionare su questi e su altri temi inerenti questo filone culturale dilagante legao ai libri.
“Innanzitutto va sottolineato che l’invito a Smaghi viene da parte di due persone che sono espressione di importanti realtà associative: Gaetano Mastellone, vice presidente dell’Osservatorio Banche e Imprese, e Cecilia Coppola presidente dell’Associazione Cypraea onlus. Per la verità l’incontro si doveva svolgere la settimana prima delle elezioni europee, ma un imprevisto occorso alla professoressa Coppola ha fatto slittare la data. L’obiettivo degli organizzatori era quello di ascoltare dalla viva voce di un testimone d’eccellenza del processo europeo qual è lo stato dell’arte e com’è messa l’Italia dove le spinte antieuropeiste, benchè frenate dall’esito elettorale, trovano ragion d’essere nel crescente e diffuso disagio della comunità nazionale sempre più largamente vittima della crisi e dai suoi terribili effetti sul tessuto socio-economico italiano”.
Qualcosa che quindi va oltre la presentazione dei libro di Smaghi?
“Esattamente, perchè l’Obi e la Cypraea rappresentano due realtà solo apparentemente diverse…Invece hanno elaborato una piattaforma di lavoro condivisa e soprattutto condivisibile con una pluralità di soggetti. Sistema bancario, finanziario e imprenditoriale insieme ai cittadini di ogni fascia d’eta, cultura e ruolo sociale condividono problematiche che producono effetti diretti sulla qualità della vita sotto molteplici aspetti…Occorre parlare alle imprese, alla gente, alle banche e ai giovani, al sistema politico-istituzionale e a quello economico-finanziario in un’epoca dove tutti siamo legati l’uno con l’altro e solo rafforzando questo rapporto e rendendolo più trasaprente possiamo sperare di uscir fuori dalla crisi e rilanciare l’Italia con un pizzico di sano e concreto ottimismo”.
Qual è il succo di questo ragionamento?
“Più che su Smaghi vorrei soffermarmi proprio su Coppola e su Mastellone…La loro attenzione e sensibilità nei confronti di questi temi non è assolutamente comune e il vuoto, anzi la latitanza della politica, a confrontarsi su cose serie che riguardano la vita di tutti noi e dei nostri figli, li induce a farsi promotori di iniziative tutte legate alla contemporaneità, più che all’attualità….Così è stato con Gennaro Sangiuliano, il vice direttore del Tg1 che nel febbraio scorso ha presentato il suo libro “Una repubblica senza patria” in piena crisi politico-istituzionale. Poi è stata la volta di Candida Morvillo con il suo romanzo d’attualità “Le stelle non sono lontane” dedicato ai sogni e alle delusioni dei giovani di oggi che inseguono effimeri successi anche a costo di compromettere irrimediabilmente sè stessi…Insomma certe proposte seguono un ragionamento e sono un filo conduttore per cercare di comprendere da più punti di vista e meglio il nostro tempo, la nostra società, il mondo”.
Quindi prima dei titoli c’è una scelta di argomenti e quindi dei protagonisti che meglio degli altri se ne fanno interpreti?
“E’ fuor di dubbio…Soprattutto oggi che la presentazione di libri è inflazionata e tutti organizzano e si improvvisano presentatori di pubblicazioni senza una ragionamento e rischiando di banalizzare il lavoro di chi si è assunto l’onere di scrivere e quindi di parlare all’opinione pubblica… Mi sembra che ci siano più presentatori che autori e ne sta venendo fuori un frullatore che distrugge il prodotto e chi lo hha realizzato affidato com’è troppo spesso a improvvisatori e a maniaci del selfie, di vedersi sui social a prescindere da quello che si è e che si fa normalmente…Oggi tutti vogliono fare il mestiere degli altri e quasi sempre lo fanno male rinunciando a fare anche quello che forse sanno fare meglio! E’ una visione consumistica esasperata che porta a distruggere anche al di là delle intenzioni…Il guaio è che nessuno se ne rende conto per davvero! Mi ricordo che nel lontano 1993 da assessore alla cultura e al turismo mi inventati questa formula del “Salotto letterario e non…” che tanta fortuna ha incontrato e che è stata copiata, replicata, manipolata, stravolta rispetto all’idea che ispirò gli ideatori di questo tipo di evento e che voglio ricordare: Lorenzo Piras, Fabrizio d’Esposito e Candida Morvillo. Il libro era lo strumento utile per discutere di argomenti di attualità e allora il tema dominante era quello della legalità, della lotta al malaffare politico e alle degenerazioni del sistema partitico. Ricordiamoci che si era in piena tangentopoli e noi con i nostri salotti culturali e non intendevano proprio questo: non discutere solo di argomenti culturali, ma confrontarsi su questioni scottanti di quell’epoca. La formula ha retto, subito è stata imitata ma quello che si è perso è stato lo stretto legame con la contemporaneità sociale, civile, politica, istituzionale, culturale… Gaetano Mastellone e Cecilia Coppola sono invece due persone profondamente connesse con la contemporaneità nei rispettivi contesti nei quali vivono e operano e sanno bene che occorre animare il confronto sui temi veri da cui dipendono gli interessi e la vita stessa delle nostre comunità. Così forse si capisce meglio il senso di uno Smaghi a Sorrento… Riflettiamo sulla nostra casa europea, impariamola a conoscere dal di dentro e con gli occhi di chi ne conosce i punti di forza e di debolezza….Solo così possiamo essere a pieno titolo cittadini del nostro tempo! L’esercizio non è semplice…Per questo credo che, pur rispettando tutte le analoghe iniziative, alcune hanno un senso e un valore assolutamente superiore alle altre…”.
Qual è la sua impressione sul tema dell’Euro e dell’Europa trattato da Smaghi?
“Parliano di uno degli economisti più qualificati del nostro Paese che, ricordiamocelo, è stato a un passo dal divenire presidente della Bce dove poi è approdato Mario Draghi… Per essere protagonisti in Europa abbiamo bisogno di gente come questa, in grado cioè di rappresentarci nelle istituzioni elettive oltre che nei centri decisionali dell’economia e della finanza. Invece per la politica italiana il Parlamento Europeo è una specie di refugium peccatorum, dove si mandano gli inquisiti che cercano un’immunità parlamentare, o personaggi che non hanno alcuna dimestichezza con i temi europei e neanche conoscono la lingua inglese o francesce o spagnola o tedesca…cioè le lingue che si parlano a Bruxelles, in Europa dove purtroppo non c’è l’italiano, lingua residuale nel panorama europeo e mondiale… Le riforme che occorrono all’Italia vanno fatte pensando europeo e comportandosi da europei convinti… La prima è quella di sbarrare le carriere alla cattiva politica che imperversa a tutti i livelli e ruba, ruba, ruba a danno di tutti noi. Dopodichè il cammino, ne sono convinto, è davvero molto più semplice per tutti”.