Art Point, Marco Natale espone alla BPMed Gallery
NAPOLI – Prosegue con successo la rassegna di arte e cultura della Banca Popolare del Mediterraneo che ha Via Depretis 51 ha trasformato la hall d’ingresso dell’istituto in una galleria d’arte permanente dove da settembre si svolgono mostre di artisti partenopei. Un’iniziativa voluta dal presidente dell’Istituto di credito Rino Fusco e coordinata dal direttore artistico Antonio Minervini con l’obiettivo di promuovere significative figure di artisti le cui opere valorizzano l’offerta artistico-culturale napoletana. Giovedì 14 novembre 2013, alle ore 18, si inaugura il quarto appuntamento che propone la mostra fotografica personale di Marco Natale denominata “Una volta“. La rassegna ha il patrocinio del Comune di Napoli ed è realizzata in collaborazione con “Artisti in Vetrina”. La mostra di Natale resterà aperta fino al 29 novembre negli orari di apertura al pubblico della Banca.
Nota di presentazione
a cura di Gaspare Natale
Nel dibattito, ormai antico, sul valore artistico della fotografia sembra ormai acquisito che questa arte rielabora mentre registra l’attimo, cristallizza la memoria, ma le consente, al contempo, di muoversi, di ritornare indietro.
Marco Natale utilizza il mezzo fotografico, ed in particolare il suo personale archivio fotografico di famiglia, per calarsi nella genesi della propria identità, del proprio “essere in questo tempo”, qui ed ora. Lo fa in una maniera raffinata: mai autocelebrativa e narcisista e neppure autolesionista e distruttiva, ma col solo scopo di riappropriarsi di tempo e spazio, di vincere la rimozione per rimettere in gioco sé stesso.
L’artista compie un viaggio dentro la propria memoria familiare, le tappe sono istantanee dimenticate e ordinarie: i vecchi giorni di festa, le gite al mare, i gruppi parentali al completo, che vengono lavorate con graffi, segni e abrasioni.
Il gesto artistico fa si che la memoria da individuale diventa, senza alcuna mediazione o artificio, memoria collettiva.
Osservando il lavoro di Natale non si può non pensare ad una sorta di Proustiana “recherche”, che si serve delle immagini rielaborate, delle “proprie” immagini, per una ricognizione della memoria nelle varie fasi del tempo passato.
Il capolavoro di Proust, con riferimento allo scorrere del tempo, si conclude con queste parole:”……mi pareva che non avrei avuto la forza di tenere ancora a lungo avvinto a me quel passato che discendeva già così lontano……”
Mi sembra di poter dire che Marco Natale lavori sulla fotografia, indagando, seguendo delle tracce, per mantenere viva questa forza.