Campania e inquinamento, grave la crisi e gli effetti che produrrà!
Era quello che avevo paventato tempo fa, beccandomi anche dell’allarmista. Lo abbiamo dichiarato alla Commissione Sanità del Senato, lo faremo a fine mese alla Commissione Ambiente della Camera e a Novembre ad una platea di 80 giornalisti stranieri al Forum internazionale che quest’anno si tiene al Castel dell’Ovo a Napoli a cui, invitati, relazioneremo. Oramai i riflettori sulla Campania produrranno un danno incalcolabile dal punto di vista economico commerciale, ma è anche l’inizio di una presa di coscienza collettiva che potrà essere foriera, nel medio periodo, di un profondo cambiamento in termini di biomonitoraggio, bonifiche e messa in sicurezza, controllo e certificazione. L’assessora Regionale all’Agricoltura della Campania non sa di cosa parla e men che meno la sua superiora (Ministro) che non hanno ancora dato il via alla caratterizzazione dei suoli e alla certificazione e controllo dei prodotti. I SIN/SIR della Campania solo quello del litorale domizio aversano, Giugliano e Napoli orientale, Litorale vesuviano e sue superimetrazioni (intero Parco nazionale del Vesuvio e bacino del Sarno e agro nocerino. Intanto la grande distribuzione decide di iniziare ad attenzionare la produzione campana iniziando dal litorale domizio e estendendolo nei prossimi mesi alle altre aree in cui manca la certificazione del biomonitoraggio ambientale. (leggi articolo). Sopratutto per olio e vino. Infine vi posto la piantina ISPRA e ARPA Campania dei siti contaminati certificati a memoria di cosa ci attende e cosa attende alle produzioni della Campania. Siamo all’inizio di un disastro senza precedenti nel silenzio dei media e soprattutto nell’ignavia di produttori, sindacalisti, politici e istituzioni. Ma i consumatori, soprattutto esteri, non stanno a guardare.
di Franco Matrone