L’affondo di Rivellini sull’operazione “Citt

On. Enzo Rivellini (Ppe)

On. Enzo Rivellini (Ppe)

NAPOLI – Si apre lo scontro in sede giudiziaria su Città della Scienza e a rivoglersi alla Magistratura partenopea è stato l’europarlamentare Enzo Rivellini che stamattina, insieme alla consigliera regionale Bianca D’Angelo e all’ex consigliere comunale di Napoli Nicola Zanfagna, ha incontrato la stampa per illustrare l’esposto di cui pubblichiamo una sintesi.

ESPOSTO-DENUNCIA
Al di là della relazione sulla genesi ed evoluzione di Città della Scienza che avete nel dossier credo che sia opportuno sottolineare i punti critici che a mio parere dimostrano le eventuali ventennali irregolarità di quest’opera:

1)    non si riesce a capire come ha potuto la Regione nel settembre ’93 disporre un finanziamento di 10 miliardi di lire per la realizzazione del primo lotto del progetto in un’area che non ancora era stata acquistata dalla Fondazione IDIS. Di fatti la Fondazione proprio sfruttando le risorse di cui sopra acquista in data 21 dicembre 1993 l’area della Federconsorzi;

2) come ha potuto la Regione reperire la somma di 10 miliardi di lire su indicata dal programma europeo esclusivo, ripeto esclusivo, dedicato al recupero ed alla trasformazione di aree siderurgiche (Fesr-Programma Speciale Siderurgia) quando Fondazione IDIS acquista i terreni della Federconsorzi che nulla ha a che vedere con la siderurgia ed attiva un’opera anch’essa totalmente estranea al programma speciale Siderurgia;

3) il progetto presentato dalla Fondazione ed approvato dalla delibera regionale del luglio del ’94 che approva in linea tecnica ed economica il progetto di massima ed il primo stralcio esecutivo (primo lotto del progetto) appare in contrasto con il Piano Regolatore del 1972 vigente.  Tale PRG viene modificato dalla delibera comunale del 6 dicembre 1978 nr. 2 che disciplina le prescrizioni contenute all’art. 18 – Zona N del PRG del ’72 riservando l’intera area industriale della zona alle attività industriali esistenti ed a quelle complementari e connesse. Precisa che su tale area è consentita la Sola realizzazione di opere per l’ammodernamento, l’integrazione e l’ampliamento degli impianti e delle loro attività complementari esistenti e fin quando esistenti”. Pertanto poiché l’attività della Federconsorzi era cessata ed era in dismissione a seguito di concordato preventivo gli interventi sugli immobili non potevano rientrare tra quelli previsti dalla normativa del PRG. Ne consegue che le opere di ricostruzione del lotto I del Progetto Città della Scienza, quelle che hanno preso fuoco, sembra siano in contrasto col Piano Regolatore del ’72 così come modificato da delibera comunale del ’78;

4) Ma anche se non vogliamo considerare le incongruità del punto precedente si deve rilevare come LA CONCESSIONE RILASCIATA DAL COMUNE DI NAPOLI NEL ’94, CHE DI FATTO COSTITUISCE IL MOMENTO CENTRALE DELLO SBLOCCO DEI FONDI REGIONALI, AVESSE AUTORIZZATO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE INTERVENTI DI ORDINARIA E STRAORDINARIA MANUTENZIONE (LETTERA B LEGGE 457/78 ART. 31) CHE CERTAMENTE, SE CIO’ CORRISPONDE AL VERO, NON SONO RICONDUCIBILI AGLI INTERVENTI EFFETTIVAMENTE REALIZZATI SULLE STRUTTURE CHE DI FATTO SONO INVECE ASCRIVIBILI AD ATTIVITA’ DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO. SEMBRA STRANO CHE TALE ILLECITO NON E’ STATO RILEVATO DALLE AUTORITA’ COMPETENTI COMUNALI.

5) La concessione per la realizzazione del I Lotto di Città della Scienza concessa dal Comune nel ’94 sembra anche in contrasto con la variante della zona occidentale adottata sempre dal Comune di Napoli con delibera nr. 14 del gennaio 1996 con la quale il comune testualmente conferma “l’obiettivo di restituire il tratto di costa ad uso balneare e di realizzare il Parco con la linea di costa, il che richiede l’eliminazione degli immobili che sono attualmente insediati tra la spiaggia e le via Coroglio e Pozzuoli e dunque le attività di ricerca e le residenze presenti sulla spiaggia saranno trasferite dopo la predisposizione di idonea sistemazione alternativa nell’ambito del nuovo insediamento previsto per Coroglio salvo solo il capannone posto al confine est indicato dalla tavola W 11 (Campania Innovazione) nel quale è consentita la ristrutturazione urbanistica”;

6) Ma il quadro si complica ulteriormente perché dopo l’adozione in Consiglio Comunale della variante che non è ancora operativa in quanto manca l’approvazione definitiva da parte della Regione che avviene SOLO nel ’98, nell’agosto del ’96 viene firmato il 1° Accordo di Programma tra Ministro del Bilancio, il Presidente della Regione Campania, il Presidente della Provincia di Napoli, il Sindaco di Napoli e il Presidente della Fondazione IDIS per sbloccare i fondi di cui alla delibera Cipe per un totale 104.811 miliardi di lire. Per riprendere i lavori però, sull’area della Federconsorzi, bisogna ratificare in Consiglio comunale l’Accordo di Programma che è palesemente, per il progetto allegato, in contrasto con la strumentazione urbanistica vigente. Ciò comporta la stipula di un secondo Accordo di Programma volto alla variazione dello strumento urbanistico e firmato l’11 marzo del ’97 dal Presidente della Regione Campania, dal Presidente della Provincia di Napoli, dal sindaco di Napoli e dal Presidente della Fondazione IDIS. In tale Accordo di Programma si stabilisce che, per quanto riguarda la delocalizzazione dei manufatti oggetto di ristrutturazione, che tale trasferimento non potrà avere luogo fino a quando non si abbia l’ammortamento degli investimenti relativi alla ristrutturazione degli immobili stessi. Successivamente si stabilirà che tale periodo è stimato in 60 anni.  Pertanto la stipula del secondo Accordo di Programma non è tanto volta alla variazione dello strumento urbanistico del ’72 ma piuttosto in concreto a modificare la variante della zona occidentale.

7) Infine in data 16 maggio 2005 è stato approvato con deliberazione del consiglio comunale numero 40 il Piano Urbanistico Esecutivo di Bagnoli/Coroglio (PUA Bagnoli/Coroglio) che in coerenza con quanto prescritto dalla variante prevede il reinsediamento di 606.500 volumi tra cui parte di quello di Città della Scienza solo dopo l’ammortamento.

PERTANTO

1) LA PERMANENZA DI CITTA’ DELLA SCIENZA NEL SITO ATTUALMENTE IDENTIFICATO E’ VINCOLATA ALL’AMMORTAMENTO DEI COSTI MA LA DISTRUZIONE DEI MANUFATTI GROSSO MODO CORRISPONDENTE AL 1° LOTTO NON PERMETTE IL FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA E DI FATTO NON CONSENTE DI PROCEDERE AGLI AMMORTAMENTI RIMANENTI.
2) SALVO DIVERSO DISPOSITIVO CHE MODIFICHI IL PIANO URBANISTICO ESECUTIVO LA RICOSTRUZIONE DEL SITO NELLA MEDESIMA AREA NON E’ DA CONSIDERARSI CONSENTITA IN QUANTO IN CONTRASTO ALLE STATUIZIONI DETTATE NEL SECONDO ACCORDO DI PROGRAMMA ED AL SUCCESSIVO PIANO URBANISTICO ESECUTIVO DI BAGNOLI/COROGLIO DEL 2005.

Le mie considerazioni sono: che la Procura alla luce di questo mio approfondito lavoro valuti eventuali rilevanze penali, anche alla luce dell’incendio che da quanto si apprende dai giornali sembra sia doloso. Infine il dossier verrà da me consegnato al Commissario Europeo Hahn, ai Ministri Profumo e Barca, al Presidente della Regione, al Presidente della Provincia ed al Sindaco, affinché si possa ricostruire in tempi brevi e con certezze il Museo di Città della Scienza.

Mi sembra strano che le notizie che io oggi consegno alla stampa non siano già a conoscenza di tutte le Istituzioni regionali e comunali che invito finalmente a chiarire una vicenda così ingarbugliata e che nel caso tutte le notizie da me esposte corrispondano al vero dimostrano la confusione e l’incapacità delle nostre amministrazioni negli ultimi 20 anni.

Su invito del Prof. Silvestrini mi confronterò nelle prossime ore con lo stesso con lo spirito di chiarire alla città la vicenda. A lui ho già detto che mi sembra strano che non si pensa a situazioni alternative come la splendida, enorme, disponibile Mostra d’Oltremare che potrebbe essere utile da subito.  Naturalmente se le notizie da me esposte corrispondono al vero urge l’immediata sostituzione dei vertici di Città della Scienza.

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