Franco Matrone di Zero Waste scrive a Ballarò

Giovanni Floris

Giovanni Floris

NAPOLI – Il responsabile della rete dei Comitati Vesuviani Zero Waste Italy, Franco Matrone, ha scritto al conduttore del programma televisivo Ballarò, Giovanni Floris, all’indomani dell’ultima puntata sul tema dei rifiuti e del loro smaltimento. Scrive Matrone: “Caro dr.  Floris, nel corso dell’ultima puntata della trasmissione Ballarò è prevalsa la sensazione che la redazione parteggiasse per il sistema viennese di incenerimento dei rifiuti con recupero di energia da traslare anche là dove attualmente ( e per fortuna) non c’è, come Roma. Spiace che sull’argomento non si sia aperto un contraddittorio tenendo conto che l’incenerimento dei rifiuti produce, è vero energia, ma anche inquinamento ambientale (nano particolato e polveri di cui ancora non si conoscono bene le composizioni), ceneri con metalli pesanti (da destinare come rifiuto in discariche speciali nel rapporto di 1/3) e fumi ad altissima pericolosità captati in buona parte dai filtri che di volta in volta bisogna pulire e che una volta in atmosfera viaggiano, portati dal vento, ovunque. Questo a Vienna, come a Copenhagen come a…Roma. E di cui moltissimi studi hanno dimostrato la pericolosità sempre trascurata da “certa” stampa (forse perché disinformata). Basta ricordarsi di Lavoiser che in natura “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (quindi anche i rifiuti inceneriti). Basta chiedersi che fine fanno!
Esiste un modo ottimizzato che noi chiamiamo “zero waste” o rifiuti zero e che il Parlamento europeo nella sua risoluzione di maggio 2012 ha declinato come “ottimizzazione” gestionale del ciclo indicando nel 2020 la chiusura di discariche e la moratoria per gli inceneritori. E ora noi ne vorremmo costruire di nuovi? Mi sembra una follia con costi altissimi, bassissima occupazione, altissimo inquinamento e distruzione di materia.  E l’energia prodotta è solo un diversivo perché sostenuta dall’incentivo Cip6 che, come sà,  l’Europa ha sanzionato con la procedura di infrazione e che senza di esso l’incenerimento (che solo le lobby chiamano termovalorizzazione) risulterebbe antieconomico per qualunque privato investitore.
La scala europea prevede un ciclo con riduzione, R.D., riciclo,  riuso, recupero e solo alla fine della gerarchia recupero termico e discariche selezionate.
Zero Waste propone la sostituzione delle ultime fasi con il recupero spinto della materia (che è dimostrato possibile) portando, con politiche adeguate (virtuose) la RD al recupeo in toto della materia con le Fabbriche dei materiali (TMB e centri di recupero) e mettendo in campo la responsabilità del produttore (industria).
Ciò che non è possibile compostarlo, riciclarlo, recuperarlo non deve più essere prodotto. Si chiama re-designer industriale.
O meglio sostenibilità.
Facile a dirsi ma difficile a realizzarsi con questa classe politica.
Ecco perché Zero Waste/Rifiuti Zero sta lanciando in questi giorni una proposta di legge di iniziativa popolare a parziale modifica del TU 152/06 dell’ambiente per introdurre nella legislazione vigente questi concetti che si richiamano alla risoluzione del parlamento UE, (LiP di iniziativa popolare verso rifiuti zero entro il 2020) a cui hanno aderito oltre 200 comitati, associazioni, movimenti che in Italia da anni si battono per un ciclo sostenibile dei rifiuti.
Non il popolo dei NO come spesso vengono additati, ma quello del Si verso una gestione efficiente, ottimizzata e sostenibile delle oramai scarse risorse di materia che offre il mondo alle prossime generazioni.
Progetto a cui hanno aderito oltre 126 comuni in tutta Italia per un totale di oltre 3 milioni e mezzo di abitanti. Utopia?? Forse, ma possibile! E come tale credo degna di essere portata al pubblico dibattito e contraddittorio. Per questo da sempre disponibili. Ringraziandola per l’attenzione, e confidando nell’imparzialità dell’informazione si porgono cordiali saluti“.

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