Zero Waste Italy e la Commissione Europea sul ciclo rifiuti
NAPOLI – La Rete dei Comitati vesuviani-Zero Waste Italy esprime soddisfazione per l’incontro svoltosi ieri con la delegazione della Commissione europea in visita in Campania per valutare lo stato di applicazione della normativa EU in tema di ciclo dei rifiuti solidi urbani. La Rete ha presentato due petizioni alla Commissione UE: una nel 2010 riguardante la violazione della direttiva EU per l’apertura di discariche nel Parco nazionale del Vesuvio e l’altra nell’aprile 2012 relative alle criticità palesate in sede di approvazione del Piano generale rifiuti solidi urbani della Campania in violazione delle norme comunitarie e di quelle nazionali. La prof.ssa Anna Rita Ranieri ha illustrato, in riferimento alla prima petizione lo stato attuale dell’ex discarica Sari nel Parco del Vesuvio causa del disastro ambientale all’ecosistema e alla popolazione vesuviana arrecato dall’esercizio della stessa. Non ha mancato di riferire, anche facendo riferimento alla Convenzione di Aarhus, che allo stato la messa in sicurezza dell’invaso chiuso langue, che la produzione di biogas che potrebbe servire da compensazione in termini energetici per i comuni limitrofi viene dispersa bruciandola e che l’area del Comune di Terzigno, in cui insistono vecchie discariche mai messe in sicurezza, è completamente inquinata per la penetrazione del percolato nelle falde sottostanti e che le bonifiche promesse e previste, allo stato, costituiscono un miraggio. Ranieri ha sottolineato l’inefficienza delle amministrazioni comunali del territorio che pur avendo sottoscritto con regione e Provincia una Accordo di programma per un ciclo virtuoso dei rifiuti in ambito vesuviano, il progetto non ha mai trovato applicazione nella sua operatività. La successiva petizione è stata ripresa dall’intervento dal portavoce della Rete Franco Matrone che, ringraziando i commissari On.li Judith Merkies, Margrete Auken, Peter Jahr ed Eminia Mazzoni dell’attenzione che hanno voluto dimostrare fin dal primo momento nei confronti dello scempio perpetrato nel Parco nazionale del Vesuvio, ha posto l’accento sulle criticità del Piano regionale RSU presentato a Bruxelles e del relativo programma per il periodo transitorio 2012-2016 in totale contrasto con le direttive e con le richieste della Commissione ambiente UE. A tal proposito il rappresentante della Rete dei Comitati vesuviani ha rimarcato che l’attuale Piano approvato dalla Giunta Caldoro sovverte la gerarchia delle operazioni indicate dalla direttiva europea che vede al primo posto la riduzione a monte, la raccolta differenziata e il recupero e riciclo della materia e solo dopo inceneritori e discariche. Oltretutto è stato sottolineato che l’attuazione del programma per il periodo transitorio di attivita in corso 2012-2016, risulta fortemente critica la realizzazione degli impianti di compostaggio per la frazione umida, vera spada di damocle per la potenza inquinante e per l’aggravio del tributi Tarsu tra i più alti d’Italia. Pertanto a nome della Rete è stato auspicato il permanere del blocco dei fondi del Por Fesr 2007-2013 degli obiettivi 1.1. e 1.2 attualmente non corrisposti per effetto della procedura di infrazione, chiedendo che l’eventuale svincolo avvenga solo sotto stretto controllo della Direzione generale dell’ambiente alla Commissione europea e venga finalizzato esclusivamente a sostegno ai Comuni per l’incremento della RD porta a porta e per finanziare i cantieri degli impianti di trasformazione della frazione umida in compost.
Solo così sarà possibile iniziare un percorso virtuoso rispettando la direttiva Ue e utilizzando con oculatezza le risorse dei cittadini europei.
In questo modo sarà possibile, utilizzando a questo fine le risorse comunitarie bloccate, mettere a regime l’impiantistica relativa al compostaggio come concordato nel lontano 2010 con la dott.ssa Pia Bucella Direttrice della Protezione Civile in Europa e capo missione in Campania della delegazione della Commissione Europea, e dare in importante slancio alla riduzione del RUR finale attraverso il recupero ulteriore di materia con la conversione degli attuali Stir in impianti di Trattamento Meccanico Biologico al fine di ottemperare la recente risoluzione del Parlamento UE per l’eliminazione di “discariche e inceneritori entro il 2020”.
Infine è stato accennato l’attuale mancata attuazione del Registro regionale tumori per l’iniziativa del Governo Monti di inviare la Legge regionale alla Consulta atteso l’incremento esponenziale di patologie anche tumorali, in particolare in provincia di Napoli e Caserta, per mancanza di una concreta attività di prevenzione e repressione degli sversamenti illegali, per l’assenza di tracciabilità riscontrabile dei rifiuti, soprattutto industriali e speciali, in particolare tossici e nocivi, per la lentezza delle procedure amministrative che riguardano la gestione post mortem delle discariche esaurite e chiuse e per gli indispensabili interventi di bonifica e di messa in sicurezza dei territori inquinati, cosa questa, da tutti ritenuti ritenute prioritaria a seguito della sentenza della Corte Europea che ha condannato l’Italia e la Regione Campania disponendo il blocco dei fondi residui dell’Agenda 2000/2006 e la sospensione dei rimborsi dell’Agenda 2007/2013 per il grave danno alla salute dei suoi cittadini causato da 19 anni di “emergenza” rifiuti.
Nel ringraziare dell’attenzione prestata dai Commissari Ue alle petizioni proposte, la Rete dei Comitati vesuviani ha comunicato che presenterà a breve una nuova petizione ai sensi della mancata applicazione della Convenzione di Aarhus da parte delle istituzioni preposte al diritto d’informazione dei cittadini in tematiche riguardanti la salute e l’ambiente, e che riporteranno tali considerazioni all’audizione prevista ai primi di dicembre a Bruxelles col dr. Karl Falkenberg della Direzione generale dell’ambiente alla Commissione europea e al Commissario dell’OMS Europa attivato a seguito della sospensione della legge regionale istitutiva del Registro tumori.