De Magistris, attendo la risposta del Parlamento UE
La Commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha proposto al Parlamento europeo che vengano rigettate tre delle quattro richeste da me avanzate in merito al riconoscimento di un mio diritto: quello all’insindacabilità delle opinioni espresse da parlamentare. Domani si voterà nel plenum del Parlamento europeo e avrò la risposta definitiva.
Sempre la Commissione ha proposto, invece, che sia accolta la quarta richiesta da me avanzata. Le prime tre -rigettate- riguardano le dichiarazioni riportate nel mio libro “Assalto al pm”, la quarta -accolta- è relativa al post pubblicato sul mio blog. Quest’ultima scelta è un segnale importate: l’Europa riconosce la necessità che il web sia garantito come strumento di libera comunicazione. Rispetto alla questione più in generale, ritengo che le opinioni espresse da un parlamentare siano sempre insindacabili, a prescindere dal contesto e dallo strumento con cui il parlamentare decida di diffonderle.
Pur potendo in quanto parlamentare, non mi sono mai avvalso dell’immunità nei procedimenti penali, anche quando sono stato querelato per diffamazione. Ho invece richiesto che mi fosse riconosciuto il diritto all’insindacabilità delle opinioni espresse come deputato, un diritto stabilito dalla Costituzione e previsto dallo stesso Parlamento europeo. L’ho fatto inoltre esclusivamente nei procedimenti civili, quelli intentati contro di me in modo strumentale, con una richiesta di risarcimenti milionari utilizzati contro la mia coraggiosa denuncia di fatti gravi, poi oggetto di indagine da parte della magistratura. Dopo l’esperienza di Matteotti, infatti, la Costituzione italiana, a cui si ispira lo stesso Parlamento europeo, sancisce l’insindacabilità delle opinioni dei parlamentari, perchè essi hanno il diritto-dovere di denunciare fatti gravi e scomodi che coinvolgono il potere e i poteri. Questo è quello che ho fatto e questo è quello che vorrebbero farmi pagare.
Certo la questione appare ‘curiosa’: il Parlamento, soprattutto in Italia, sceglie di concedere l’immunità a chi vuole sottrarsi dai processi penali, come Cosentino o Tedesco, mentre poi viene perseguitato chi ha avuto la colpa di denunciare fatti gravi riferiti a persone che ricoprono/ricoprivano incarichi di rilievo (politici e non) e che chiede di vedersi riconosciuto questo diritto-dovere in procedimenti civili.