Sanità privata al collasso…bloccate anche le certificazioni dei crediti

NAPOLI – Fino a quando potranno reggere ai mancati pagamenti delle Asl le strutture sanitarie private che vantano crediti per miliardi di euro dalla Regione Campania? Con il blocco delle certificazioni che attestano il credito utili alle aziende per negoziare ulteriori crediti bancari in attesa delle liquidazioni che risalgono addirittura al 2007 farmacia, centri diagnostici convenzionati, cliniche rischiano il fallimento e per gli utenti si prospettano ulteriori, gravi disagi. Ancora una volta il grido d’allarme su questa vera e proprio emergenza è stato lanciato dall’europarlamentare di FLI Enzo Rivellini che oggi ha diffuso la seguente nota su questo delicatissimo argomento:  «I creditori della sanità regionale, che da anni non riescono ad incassare quanto dovuto (naturalmente mi riferisco a chi ha giustamente eseguito una prestazione, non certo a coloro che con artifizi hanno messo in difficoltà le casse regionali), in questi mesi hanno spinto per avere, da parte della burocrazia delle Asl, almeno la certificazione del loro credito in modo da poter “scontare” negli istituti di credito le proprie fatture. Immaginate, quindi, società che devono ricevere decine e decine di milioni di euro per pagamenti arretrati da anni che “mendicavano” non il pagamento di quanto dovuto, ma almeno il rilascio di un certificato che attestasse il loro credito in modo da scontarlo presso le banche e continuare a pagare dipendenti e fornitori tentando di non fallire. Ebbene, dopo lunghe trattative le Asl che avevano promesso certificazioni sui crediti per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010 (questo in particolare all’Asl Napoli 1 Centro) hanno comunicato alle aziende del settore  che “ordini dall’altro” intimano di certificare solo due – tre mesi dell’anno 2010. Naturalmente, tutto ciò perché è in arrivo la trasformazione della Soresa che dovrà trattare i crediti fino al luglio 2010. Ricordando precedenti esperienze come quella della trasformazione da USL ad ASL che sono in alcuni casi ancora esistenti, benché siano passati circa 20 anni, è facile prevedere che si sta studiando come “tirare per il collo” ancora di più il settore della sanità privata (ripeto naturalmente quella onesta) scaricando su di essa tutta la mala-gestione (consulenze, sprechi, ruberie, ecc.) di questi anni. Se è assurdo aspettare un pagamento dovuto per qualche anno è ancora più assurda la mancata concessione della certificazione di questi burocrati della sanità che stanno effettivamente mettendo a rischio il posto di lavoro di tanti operatori  e dipendenti della sanità privata. Naturalmente spero che quanto segnalo venga al più presto smentito dai fatti».

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