La Beneduce alla tavola rotonda su “La condizione del malato oggi”
ROMA – “La condizione del malato oggi: società civile e istituzioni a confronto”. Questo il tema della tavola rotonda che si è tenuta nella sala delle Colonne di palazzo Marino a Roma. Ad organizzare l’incontro, “Cattolici in Movimento”, che hanno richiesto la presenza di Flora Beneduce nella duplice veste di primario degli Ospedali riuniti della Penisola sorrentina e di perito del tribunale ecclesiastico per la canonizzazione di Caterina Volpicelli. Prestigioso il parterre dei partecipanti: Salvatore Sica, ordinario di Diritto comparato presso l’Università di Salerno, Nunzio Scarno, prelato di onore del Sommo Pontefice, Pino Palmieri, consigliere regionale del Lazio, Roberto Speciale, generale della GdF, Luigi Cerciello, docente universitario, Daniele Capezzone, portavoce Pdl, Ferdinando Aiuti, specialista in Malattie infettive, Marzia Caminer, scrittrice e autrice del testo “Positivi? Yes, I am”, Andrea Pierleoni, assessore municipale di Roma. A moderare il dibattito Bruno Gentile, dirigente Asl Napoli 1. “ La sofferenza, il dolore, la malattia rappresentano, contemporaneamente, l’essenza della natura dell’uomo e la sua proiezione verso l’eterno – dice Flora Beneduce – Ecco, dunque, che tutto ciò che noi avvertiamo come “male” deve divenire spinta verso l’alto, valore da rinnovare, speranza e fede nella vita. A noi cattolici spetta il compito di essere portavoci di questa verità, soprattutto in campo medico”. Con queste parole, la dottoressa ha iniziato il suo intervento, che ha ripercorso il suo cammino di fede e la sua carriera professionale. Dopo una breve parentesi sulle amministrazioni regionali di sinistra che, con sprechi, sperperi e clientele, hanno determinato il commissariamento della Sanità, il primario si è soffermata sulle misure adottate dal Governo. “La razionalizzazione delle spese, i tagli, la riorganizzazione del settore e la chiusura di alcuni poli sono mali necessari – dice la Beneduce – Li hanno imposti coloro che, negli anni passati, hanno preferito fare arricchire amici e amici di amici piuttosto che lanciare politiche sane, moderne, efficaci in ambito sanitario. E così la tecnologia arranca, i medicinali mancano, le strutture sono carenti, gli strumenti sono obsoleti”. Dopo il racconto di episodi di malasanità e battaglie personali, una esortazione: “Offrendo la nostra abnegazione, la nostra professionalità, la nostra coscienza pulita siamo chiamati a rispondere ad una vocazione. Noi siamo per il malato e la politica deve essere uno strumento di sostegno. Noi medici dobbiamo essere “portatori” di dignità, di valori, di solidarietà anche e soprattutto nelle corsie degli ospedali”.