WWF, caccia e bracconaggio: strage silenziosa di specie protette

Sparviero ucciso dai bracconieri a Moiano (Vico Equense)

SORRENTO – Le segnalazioni del WWF Penisola Sorrentina a pochi giorni di ripresa dell’attività venatoria evidenziano decine di casi di volatili protetti dalla legge, ma uccisi dai bracconieri. Una testimonianza che proponiamo integralmente ai nostri lettori perchè evidenzia, dati e immagini alla mano, il problema. 

Quando in  appena 2 settimane di caccia giungono alla segreteria del WWF quotidiane  richieste di aiuto per il rinvenimento di animali feriti da arma da fuoco…quando in poco più di 15 giorni di attività venatoria il bollettino di preziosi animali recuperati è già oltre la decina…quando ci si accorge che tali animali rinvenuti al suolo sulle colline della penisola sorrentina sono TUTTI appartenenti a specie superprotette…allora non si può che parlare di strage annunciata!!!    dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina. Un allocco rinvenuto sulle colline di Piano di Sorrento, un’upupa sparata in via Maiano a S.Agnello, uno sparviere a Moiano, una ghiandaia a Tordigliano, una poiana impallinata alle Tore di Caso a Massa, una civetta a Seiano, ecc…sono solo alcune delle vittime del bracconaggio che sono state recuperate dai volontari del WWF.Il rinvenimento degli animali selvatici è un argomento che coinvolge numerosi cittadini sensibili che spesso si imbattono in uccelli o mammiferi feriti dai cacciatori e sono costretti ad improvvisarsi “veterinari” o a fare una lunga staffetta di telefonate per capire a chi rivolgersi.  “La cura dei selvatici è una specializzazione che spesso trova impreparati gli stessi veterinari locali – dichiara il dott. Guglielmo Maglio referente zoologo per il WWF – che talvolta dimostrano difficoltà anche nel solo maneggiare una civetta o una volpe ferita. Il WWF, assieme alla LIPU, si è occupata da sempre della conoscenza e delle cure di questi animali ma, purtroppo, sono ormai alcuni anni che tutti i Centri di Recupero Fauna Selvatica in gestione a tali associazioni sono stati chiusi. Attualmente è operativo solo il “Frullone” gestito dall’Asl Na1, ma il trasporto e la consegna degli animali feriti fino a Napoli è complesso anche se si cerca di fare il possibile!!!” “La cosa più mortificante – aggiunge Claudio d’Esposito – è che si ha la sensazione di vivere in un paese dove alcune regole non esistono…e tra queste quelle riguardanti l’attività venatoria…o meglio pur se esistono le leggi poi, di fatto, esse sono continuamente e impunemente disattese.  Il controllo dell’attività e degli illeciti venatori è delegato il più delle volte agli stessi cacciatori o, in rari casi, ad un pugno di ambientalisti tenaci e sensibili che rischiano sulla propria pelle. Eppure stiamo parlando di un esercito di “individui armati” che spesso abbandonano la casacca del “cacciatore cortese” per trasformarsi in predatori armati…in sparatori senza scrupoli…in vagabondi con licenza di uccidere…ovunque e sempre…sicuri di una sola cosa…RESTARE IMPUNITI!!! La prova che stiamo parlando di “sparatori” che si divertono a fare il tiro al bersaglio, sfogando sui malcapitati volatili la loro violenza repressa, sta nella radiografia dell’ultimo esemplare di Poiana recuperato: in essa  si possono contare ben 22 pallini di piombo conficcati nei tessuti. E’ chiaro che si è sparato da vicino e deliberatamente poiché un animale con una apertura alare di 1,35 mt. non si può confondere di certo con una quaglia o una beccaccia!!!” Il rapace, appartenente ad una specie protetta, è stato consegnato da un cittadino al WWF e condotto dal Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia al Frullane, dove ha subito un delicato intervento chirurgico, avvenuto con successo, di doppia infibulazione delle ossa dell’ala fratturata!!! Si dovrà ora attendere gli esiti della degenza e della riabilitazione in voliera per il recupero delle capacità di volo per essere rimesso in libertà. Ma la cosa più imbarazzante, ed è cronaca recente, è che non si spara solo agli uccelli: un paio di giorni fa nelle campagne veronesi un cacciatore di 47 anni è stato ucciso dal compagno di caccia da una fucilata ad altezza d’uomo. Incidenti del genere purtroppo risultano sin troppo frequenti, solo nella recente stagione di caccia 2008/2009 in Italia si sono verificati ben 96 incidenti di caccia con 65 feriti e ben 31 morti, tra i quali un cercatore di funghi. Quest’anno, a partire dai primi di settembre, invece il bollettino è di circa una vittima al giorno: sette cacciatori morti e sette cacciatori e cinque civili feriti! “Le attuali leggi sulla caccia sono ormai inadeguate e sorpassate per una società moderna come la nostra e per le nostre campagne fortemente urbanizzate…bisognerebbe bloccare subito la caccia e far rifare seri esami a tutti i cacciatori. Si tratta di una schiera di dilettanti perché la stragrande maggioranza dei cacciatori italiani non hanno avuto un addestramento professionale all’uso delle armi, la maggior parte di loro non ha neanche superato un esame in proposito perché ha preso la licenza di caccia prima che le leggi lo prevedessero ovvero prima del 1977. Bisogna poi inasprire le sanzioni per chi spara vicino alle case, alle strade e ai campi coltivati prevedendo il ritiro della licenza e aumentando e incentivando la vigilanza venatoria oggi pressoché inesistente. I cittadini, ci chiamano spesso per segnalare i fastidiosi richiami notturni che, incuranti del riposo notturno e delle regole venatorie, echeggiano ormai per “tradizione” da una collina all’altra fino all’alba…oppure ci segnalano spari sotto le proprie case e piogge di pallini; l’indisciplina dilagante e la faciloneria con la quale i cacciatori prendono sottogamba le norme di sicurezza che prevedono distanze di 100 metri dalle case e di 50 metri dalle strade ,non può che farci lanciare l’ennesimo allarme!”

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