De Magistris: “Mastella è bugiardo!”
“Quando spazzarono via i tre coraggiosi magistrati di Salerno – li ricordate
Dionigio Verasani, Gabriella Nuzzi e Luigi Apicella? – capii che la Nuova P2, oggi P3, in realtà sempre gli stessi, aveva avuto il sopravvento nel giudiziario. Nel descrivere alla Procura di Salerno le pesanti collusioni di non pochi magistrati del distretto di Catanzaro parlai anche del magistrato Abigail Mellace, il giudice estensore di quella parte del processo Why Not per il quale vi é stato il giudizio cd. abbreviato. In realtà il procedimento Why Not dopo che mi é stato sottratto illegalmente è diventato altra cosa. Non entro nel merito della decisione del Giudice in questa sede – che a onor del vero fa acqua da tutte le parti e pecca anche per mancanza di equilibrio e serenità, oltre che di astio sospetto e inutile sproloquio – se non per premettere che non é il procedimento da me originariamente diretto, con risultati molto positivi, ma quella parte ricostruita da altrimagistrati.
Pertanto é falso imputarmi l’esito di quel procedimento. Se si
sottrae a un architetto il progetto per la realizzazione di un´abitazione,
poi non possiamo prendercela con lui se la casa é il risultato del lavoro di
un altro architetto. Prima tolgono di mezzo i magistrati, scegliendo quelli
che “vanno bene”, e poi se la prendono con gli estromessi. Una porcata
piduista. Un pò come gli arbitri di calciopoli. Queste poche righe le scrivo
non per rispondere alle panzane di Mastella che continua a sostenere che nei suoi confronti non c´era nulla e che mi sarei inventato l´indagine. Mastella é bugiardo. Pubblicherò sul blog gli atti riguardanti la sua posizione – ovviamente non coperti da segreto – così anche il popolo, in nome del quale é amministrata la giustizia, si renderà conto del perché l´allora Ministro della giustizia era così interessato e solerte nel volere il mio trasferimento. Aveva paura che potessi ricostruire i reati che stavano
emergendo. E´ bene cominciare a rendere pubblici gli atti delle inchieste.
Lo stesso giudice Mellace – il cui nominativo emerge negli atti delle
indagini della Procura di Salerno – non appare certo come la persona più
idonea per espletare quel processo. E anzi la sua incompatibilità con la
sede di Catanzaro é manifesta da tempo. Ma il CSM non ha visto, anzi ha
fatto sinora finta di non vedere. Qualche notizia si può già dare per
comprendere come parte della giurisdizione a Catanzaro sia domestica e
addomesticata (dalla borghesia mafiosa ovviamente): il marito del Giudice
Mellace, l´imprenditore Mottola D´Amato fu coinvolto in un´indagine, da me diretta (ecco una parte dell´astio della Mellace nei miei confronti) che
condusse all´arresto per reati gravissimi (corruzione e altro) dei vertici
della principale azienda ospedaliera di Catanzaro; arresti confermati e
indagine solidissima sino a quando non sono intervenuti i professionisti
degli aggiustamenti processuali. Il Mottola D´Amato era aggiudicatario di
commesse di lavanderia industriale e secondo la ricostruzione del NAS dei
Carabinieri usava lavare la biancheria ospedaliera insieme alle tovaglie dei ristoranti esponendo la salute pubblica a grave pericolo. I reati erano
gravi, richiesi anche la misura cautelare nei suoi confronti per fatti
incontestabili, come ricostruito anche dai Carabinieri, ma il GIP dr.ssa
Marchianò (la collega della porta accanto della moglie, la dr.ssa Mellace)
la rigettò confermando i gravi indizi ma negando le esigenze cautelari.
Dagli atti emergevano anche rapporti che collegavano i mariti dei due
magistrati. Il GIP che rigettò la richiesta di misura cautelare é molto
legata a salotti e colletti bianchi di Catanzaro. Anche il suo nome compare
più volte negli atti delle indagini della Procura di Salerno. Tutto
(a)normale a Catanzaro. Durante l´udienza preliminare nei confronti
dell´imputato Mottola D`Amato lo stesso ogni tanto si allontanava e si
recava nella stanza della moglie nella porta accanto. Un bel quadretto:
giurisdizione domestica, appunto. Negli atti dell´inchiesta Why Not compare il nominativo della Impremed, la società del marito. Il padre della Mellace, già coinvolto in indagini di bancarotta, é stato anche imputato e, per quanto riferitomi, addirittura condannato in primo grado, per violenza
sessuale. Avete capito bene, violenza sessuale. Difeso da chi?? Indovinate
amiche e amici della rete. L´onnipresente studio legale Pittelli. Proprio
lui, il penalista di `ndrangheta e colletti bianchi, parlamentare del PDL,
massone, corrente Dell´Utri, molto amico di taluni magistrati – soprattutto
calabresi – imputato, in concorso con altri politici e magistrati, innanzi
al GUP del Tribunale di Salerno, per corruzione in atti giudiziari con
riguardo all´illegale sottrazione proprio delle inchieste Poseidone e Why
Not….poi confluite in mani più sicure. Uno zio della Mellace, mi
riferirono i miei collaboratori dell´epoca della polizia giudiziaria, fu
anche vittima di un omicidio. Insomma contesti torbidi, un magistrato con
qualche piccolo conflitto d´interesse. Poca roba rispetto al Presidente del
Consiglio, ma comunque abbastanza per indignarsi in chi crede in una
giustizia uguale per tutti. A Catanzaro merce rara l´uguaglianza dei
cittadini davanti alla legge. Ma noi non molliamo! Questo Giudice – di quel
che restava di Why Not e non certo giudice a Berlino – é ancora lì, ben
saldo alla sua poltrona per continuare nella sua personale giurisdizione
dell´ingiustizia. In buona compagnia, ovviamente. Di chi? Penso al
Procuratore Aggiunto Murone e al Procuratore Generale Dolcino Favi, imputati per la sottrazione delle inchieste prima citate. Al Presidente del Tribunale del Riesame dr.ssa Rinardo la quale fa lavorare un figlio con uno dei principali indagati di Why Not e un altro come avvocato anche di ´ndrangheta innanzi al Tribunale del Riesame da lei presieduto. Al Presidente dell`Ufficio Gip-Gup – la cui sorella era coinvolta nel procedimento Poseidone – il cui marito fa l´avvocato ed é stato anche sub-commissario per l´emergenza ambientale. Al Procuratore della Repubblica dr. Lombardi che mi sottrae l´indagine Poseidone quando invio l´informazione di garanzia a Pittelli mentre il figlio della seconda moglie dello stesso Procuratore era in società con Pittelli e faceva l´avvocato nel suo studio. Ma di che parliamo!! Viene da vomitare per chi, come me, ha sacrificato la propria vita, con amore e passione, per il mestiere di magistrato. Potrei continuare ancora per molto a raccontare questo incubo giudiziario che fa rabbrividire il povero cittadino che vuole credere nella giustizia, ma mi fermo qui, per ora, mentre nei prossimi giorni pubblicherò gli atti dei procedimenti la cui chiarezza appare inequivocabile. Eppure quando espletavo indagini per
omicidio, traffico di droga, rapine, estorsioni, traffico di esseri umani,
violenze sessuali e altro le condanne arrivavano puntuali. Ero un bravo
magistrato, sempre in ufficio, preciso, professionale, un esempio mi
dicevano. Quando indagavo i colletti bianchi, alcuni dei quali direttamente
o indirettamente collegati a taluni magistrati, fioccavano le assoluzioni e
i proscioglimenti, oltre che si mettevano in moto le denigrazioni più
violente e la strategia della tensione tutta interna ad istituzioni deviate.
Un cattivo magistrato. Negli ultimi quindici anni si veda chi ha istruito
presso la Procura di Catanzaro procedimenti per reati contro la pubblica
amministrazione. Nessuno, o quasi…é per questo che dovevo essere
allontanato, ero la pecora nera in una giurisdizione molto domestica…con
le debite eccezioni, ovviamente, che confermano la regola. Una bufala é
anche la storia dei soldi che avrei fatto spendere per i procedimenti Why
Not e Poseidone. Nulla di più falso perchè, anzi, in proporzione, ne ho
fatti recuperare tanti e tanti altri ancora se ne sarebbero recuperati se
non mi avessero scippato le indagini come mariuoli di Stato. Ovviamente il
Tg1 di Scodinzolini, quale servo del regime e dei poteri forti, amplifica le
balle del Giornale e di Libero, da manforte agli incriccati, ma non ha mai
dato la notizia che magistrati e parlamentari sono imputati per corruzione
in atti giudiziari proprio per avermi sottratto quelle inchieste e non
avermi consentito di condurre a termine il lavoro. Prima la scippo, poi si
giocano la partita da soli, poi chiedono a me il conto dopo che non sono più
della partita. Una disonestà intellettuale e un´indecenza morale senza
precedenti. La verità é che hanno paura di quello che ho rappresentato da
magistrato, del fatto che non ho mai piegato da servitore dello Stato la
schiena ai loro luridi interessi e ai compromessi morali, non ho mai fatto
valutazioni di opportunità e di opportunismo e che, oggi, faccio politica
con onestà e passione. Hanno paura della verità e della giustizia, temono la
rivoluzione dei cuori e delle idee. Quella che stiamo portando avanti e che
consolideremo sempre di più. Temono di perdere il potere. Lotterò sempre,
senza fine, per la Costituzione, per i diritti e per tutti coloro che hanno
sete di giustizia”.
Luigi de Magistris